martedì 24 gennaio 2023

Le vele scarlatte

"Le vele scarlatte" (L'Envol) di Pietro Marcello. Con Raphaël Thierry, Juliette Jouan, Noémie Lvovsky, Louis Garrel, Yolande Moreau, Ernst Umhauer, Natasha Wiese, François Negret e altri. Francia, Italia, Germania 2022 ★★★★★

Sempre di alto livello e originali, le escursioni dell'autore campano nel lungometraggio, il terzo in carriera dopo una serie di significativi documentari e lavori di altro genere, ma sempre di eccellente livello, a conferma delle qualità già dimostrate in Bella e perduta ma, soprattutto, nel più noto Martin Eden, apparso nel 2019. Con Le vele scarlatte, produzione franco-italo-tedesca di alta caratura, ripropone una convincente e suggestiva favola realistica, se questa definizione può inquadrare il film, capace di rendere l'idea di un'autentica libertà di scelta, che è soprattutto morale e interiore, collocandola in una situazione contingente particolare, la fine della Prima Guerra Mondiale, con il difficile rientro in una temporanea normalità dei reduci di quella folle carneficina che ha segnato la via del declino per un intero Continente, il nostro (di cui stiamo vivendo effetti che non saranno, temo, gli ultimi). Questo senza dogmatismi, dimostrazione di teoremi precostituiti, ma raccontando una storia attendibile inserendola in un contesto storico ben preciso e che si può visivamente "toccare con mano" (se mi si concede il paradosso) con l'utilizzo di riprese d'epoca rese particolarmente efficaci perché virate a colori e inserite nel contesto della pellicola. La storia racconta del ritorno nel suo villaggio normanno del soldato Raphaël, lo stesso nome dell'interprete, di cui ignoro se sia un attore professionista o meno, ma so che è bravissimo a rendere la figura di questo falegname dalle mani enormi e "vissute" ma d'oro che cerca di rientrare nella normalità della vita civile accettando con umiltà qualsiasi lavoro: non ritrova Marie, la donna amata morta in sua assenza, ma la figlia Juliette, una bimba sui cinque anni, tirata su da Adeline, titolare di una fattoria in decadenza dopo che il marito è sparito, e che ospita anche un fabbro immigrato dalle colonie: una specie di "corte dei miracoli", come la chiamano in paese, che cerca di tirare avanti modestamente ma con dignità, di cui entra a fare parte anche il reduce artigiano. Raphäel non capisce perché in paese tutti lo trattino con circospezione finché Adeline non gli spiega che Marie era stata violentata e non era voluta sopravvissuta al trauma, e l'uomo saprà regolarsi quando il responsabile gli chiederà aiuto. Gli anni passano e la bimba cresce in questo ambiente pieno di affetto e di libertà, a contatto con la natura e lontano dai pettegolezzi e dalle miserie paesane, fino a diventare una ragazza autonoma, intelligente, dotata di un poliedrico senso artistico ereditato dal padre, con il quale ha un rapporto bellissimo, intenso e per niente sdolcinato, fatto di poche parole e di vere attenzioni, mentre i coetanei quando non la evitano la prendono in giro attribuendole poteri stregoneschi perché frequenta una sorta di donna ninfa che vive nei boschi e prendono per pazza: sarà questa a fare la profezia cui dà un senso al titolo del film, dicendo alla fanciulla che, quando sul mare appariranno tre vele scarlatte, lei potrà prenderà il volo. Anche Juliette è interpretata da un'omonima del personaggio, una studentessa universitaria normanna, a tempo perso pianista e cantante anche nella realtà, che ha mandato al regista un provino per caso: una scelta felicissima da parte di Marcello, che da ancora più freschezza e autenticità alla vicenda, per che per quanto fiabesca possa essere racconta situazioni più che plausibili, anzi: vere, a cominciare dal mostrare come proprio nell'epoca tra le due guerre si siano fatti i primi decisivi passi avanti dell'emancipazione femminile nella coscienza sociale, anche a causa delle conseguenze del conflitto, che aveva portato le donne a prendere in mano la vita e le attività di tutti i giorni, nei campi come nelle botteghe o nelle officine; Juliette, in particolare, cresciuta in un ambiente modesto ma non gretto e malsano, diventa una donna consapevole e libera nelle sue scelte, anche quelle affettive. Una bella storia, dei bravissimi interpreti, un film girato con estrema cura, con delicatezza, direi con amore: e si nota. Davvero grazie a Pietro Marcello e a chi gli ha dato fiducia e la possibilità di realizzarlo: io sono uscito dalla sala di proiezione leggero e in pace col mondo.

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