domenica 29 maggio 2022

The Mountain / Agrupación Señor Serrano


"The Mountain" / Agrupación Señor Serrano
di Àlex Serrano, Pau Palacios, Ferran Dordal. Con Anna Pérez Moya, Àlex Serrano, Pau Palacios, David Muñiz. Spazio scenico e modellini in scala di Àlex Serrano e Lola Belles; design luci Cube.bz; musiche di Nico Roig, video-programmazione di David Muñiz; video-creazione Jordfi Soler Quintana; costumi Lolla Belles. Produzione GREC Festival de Barcelona / Teatre Lliure / Conde Duque Centro de Cultura Contemporánea / CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli – Venezia Giulia / Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale / Zona K / Monty Kultuurfaktorij / Grand Theatre / Feikes Huis con il sostegno di Departament de Cultura de la Generalitat / Graner – Mercat de les Flors

Fulminati e fulminanti come non mai, sono tornati in pista, dopo la pausa pandemica, i diabolici membri del collettivo catalano che hanno portato nuovamente in scena a Udine, al CSS che partecipa alla loro ultima produzione, prevista inizialmente in gennaio ma rinviata a questi giorni a causa del ritorno di fiamma dei virus e delle relative restrizioni. Mentre si entra in sala si vedono i tre performer, più un'attrice che sarà la voce narrante, vestiti da tennisti d'altri tempi e uno da scalatore degli anni Venti che, su uno sfondo verde acido, seraficamente si alternano a giocare a badminton (volano), con uno schermo usato come rete divisoria. Quando i tre schermi verranno posizionati in favore di pubblico e si spengono le luci, inizia la sarabanda: il corpo ricoperto di neve (finta), viene riproposta la scena del ritrovamento, nel 1999, del cadavere di George Mallory, che nel lontano 1924 aveva tentato di conquistare la cima dell'Everest (evento poi realizzatosi nel 1953 con la scalata di Edmund Hillary). Rimane il dubbio se fosse stato il primo uomo oppure no a raggiungere la vetta del Tetto del Mondo. Alla sua vicenda (e alla corrispondenza con la moglie Ruth, rimasta in Inghilterra) si intreccia quella del finto sbarco dei marziani inscenato il 30 ottobre 1938 da Orson Welles sceneggiando per la radio La guerra dei mondi di H.G. Welles, e la cronaca dell'immaginario sbarco dei marziani fu così verosimile da terrorizzare il pubblico: il tutto alternando spezzoni di filmati d'epoca e riprese dal vivo dei famosi modellini in miniatura da sempre utilizzati dalla compagnia e proiettate sugli schermi in tempo reale, a ricreare le ambientazioni dei tempi a cui ci si riferisce. A fare da raccordo, la dissertazione che l'attrice Anna Pérez Moya, che grazie a un software acquistato in rete dal collettivo coi soldi ricavati dalla pubblicità su Google di un sito che propalava fake news di loro creazione, assume sullo schermo le sembianze di un clone di Vladimir Putin, fa sulle crescente attività di disinformazione in rete operata non soltanto dal governo che rappresenta: di questi tempi basti pensare a quello ucraino, per non parlare di quello USA, che al contempo prosegue una ignominiosa e persecutoria caccia all'uomo nei confronti di una figura come Julian, colpevole di aver diffuso documenti autentici (e dunque veritieri come tali). Il tema di fondo è dunque la verità: sull'ingannevolezza (e pericolosità) del mezzo radiofonico aveva già messo in guardia oltre 80 anni fa un genio come Orson Welles, prevedendo che la situazione si sarebbe ulteriormente aggravata con l'avvento della televisione, figurarsi con quello di internet, i cui effetti devastanti sulle menti della popolazione li abbiamo sotto gli occhi quotidianamente (l'informazione stessa si basa essenzialmente su quel che le redazioni scovano in rete: oltre al ciarpame, notizie abilmente confezionate per manipolare la realtà), con la conclusione che verità (dura da scalare come la vetta delle montagne più alte e più ostiche) e menzogna sono pressoché indistinguibili, e due aspetti della medesima narrazione, che consiste a sua volta più nella forma che nel contenuto vero e proprio. Come sempre rito serratissimo, grande tecnica, comprensibilità (ottimo e chiarissimo l'inglese british della Moya, aiutano in ogni caso i brevi testi che scorrono  ben visibili sugli schermi), The Mountain ha ricevuto, più che meritatamente, il Premio Ubu come migliore spettacolo presentato in Italia nella stagione 2020/21. A presto, Señores!

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