lunedì 16 maggio 2022

L'arma dell'inganno - Operazione Mincemeat

"L'arma dell'inganno - Operazione Mincemeat" (Operation Mincemeat) di John Madden. Con Colin Firth, Matthew McFadyen, Kelly MacDonald, Penelope Wilton, Johnny Flynn, Jason Isaacs, Paul Ritter, Mark Gattis, Hattie Morahan, Tom Wilkinson, Simon Russell Beale, Lorne MacFadyen, Alexis Jennings e altri. GB, USA 2022 ★★★1/2 

A dimostrazione di come la realtà superi spesso di gran lunga l'immaginazione, ecco un film su quello che è stato probabilmente il più grande depistaggio nella storia dello spionaggio, basata sul saggio del giornalista e storico Ben Macintyre del 2010 che ha avuto accesso ai documenti sull'Operazione Mincemeat (carne macinata) dopo che solo nel 1997 il governo britannico aveva tolto su di essi il segreto. Il regista John Madden ne ricostruisce la vicenda in modo accurato e quasi accademico, limitando al minimo indispensabile il lato romanzato e avvalendosi di un cast di prim'ordine capace di rendere al meglio le diverse psicologie e caratteristiche dei principali personaggi. Siamo a Londra nel 1943, momento cruciale per gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale quando, dopo l'alt imposto ai nazisti a Stalingrado dall'Armata Rossa, Churchill ha acconsentito allo sbarco in Sicilia delle forze alleate stanziate in Africa del Nord nel mese di luglio ma, preoccupato del fatto che sia palesemente la mossa più facile da prevedere da parte dei nemici, ordina al Comitato 20 del MI5 di organizzare un'operazione di controspionaggio per far credere a Hitler che lo sbarco avverrà, invece, in Grecia. A elaborare il piano, basato in parte su una delle esche ideate da Ian Fleming (sì, proprio il padre di James Bond, che all'epoca lavorava al MI5 e che nel film è la voce narrante) per ingannare i tedeschi, sono essenzialmente Ewen Montagu (Colin Firth), un ex magistrato mandato da Churchill al Comitato 20, e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) un ufficiale succube della madre che vive nell'ombra del fratello morto da eroe, che più diversi non potrebbero essere ma si completano a vicenda, pur diventando in un certo senso rivali, innamoratisi entrambi di Jean Leslie (Kelly Macdonald9), una abile nonché ambiziosa segretaria del MI5 che entra a fare parte del team dopo essersi resa disponibile a fornire una sua foto da far ritrovare sul cadavere di un presunto Maggiore William Martin (in realtà un poveraccio con tutt'altro nome avvelenatosi con veleno per topi), da fare opportunamente rinvenire a sua volta sulle  coste spagnole vicino a Cadice (il Paese, neutrale, pullula di spie di entrambi gli schieramenti) con addosso documenti segreti che danno false indicazioni sullo sbarco e la cui identità è stata costruita fin nei minimi dettagli dal gruppo di cui sopra, a cominciare dalla storia d'amore con Pam, un'alter ego di Jean. Nei sei mesi in cui si svolgono i preparativi gli intoppi non sono pochi, sia per le rivalità all'interno del servizio segreto, con alcuni superiori che tendono a sabotare l'iniziativa, sia per altri intoppi di vario genere, dalla difficoltà di conservare il cadavere in uno stato di accettabile decomposizione con i mezzi a disposizione a quel e la comparsa di spie tedesche facenti parti del gruppo di ufficiali avversi a Hitler, ma di cui non si sapeva se facessero o meno il doppio se non triplo gioco, e il successo dell'operazione rimase in bilico fino all'ultimo momento benché ci fossero prove che i tedeschi avessero alla fine letto i documenti falsi, ma non che avessero abboccato: la storia dimostrò che Mincemeat funzionò, perché gli Alleati trovarono le coste siciliane pressoché sguarnite, avendo trasferito i tedeschi le proprie truppe (quelle italiane non vengono nemmeno menzionate nel film, e per il reesto a neutralizzarle, come si sa, ci pensò la mafia...) nei Balcani. Va chiarito che il film è strettamente di spionaggio e non di guerra, a meno di non intendere quella non convenzionale, basata su informazione e controinformazione, altrettanto se non più importante e decisiva di quella condotta con le armi ed è molto british, e come tale andrebbe possibilmente apprezzato in lingua originale: per quanto per certi aspetti didascalico, ben fatto, accurato e molto gradevole. 

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