"Tutti lo sanno" (Everybody Konows) di Asghar Farhadi. Con Penélope Cruz, Javier Bardem, Ricardo Darín, Eduard Fernández, Bárbara Lennie, Inma Cuesta, Elvira Mínguez e altri. Spagna, Francia, Italia 2018 ★★★★
Con Farhadi, a qualsiasi latitudine, longitudine o ambiente collochi le storie che racconta nei suoi film si va sul sicuro: che i segreti e la natura nascosta delle persone nei rapporti di coppia e famigliari vengano alla luce per via di eventi imprevisti, capaci di scatenarne la contraddizione, e che questo avvenga attraverso i dialoghi, dove le parole sono sì fondamentale, ma anche gli sguardi, i gesti e quanto viene taciuto; terza certezza, che il regista iraniano li affidi a interpreti capaci di reggere la parte, e anche in questo caso lo sono tutti, indistintamente. Laura (Cruz) torna dall'Argentina assieme ai due figli nel paesino rurale vicino a Madrid (per la cronaca si tratta di Torrelaguna) dove vive la famiglia d'origine in occasione del matrimonio di una sorella: grande festa, che coinvolge tutto il paese (dove tutto sanno di tutti) e in particolare, com'è ovvio, parenti e amici tra i quali Paco (Bardem), un viticoltore con cui aveva avuto una lunga e intensa relazione in gioventù. Grandi festeggiamenti, una vera fiesta dagli aspetti dionisiaci, durante la quale, proprio in occasione di un black out elettrico che risulterà essere stato causato artatamente, sparisce inspiegabilmente la figlia di Laura: entro breve verrà a sapere che si tratta di un rapimento, che però l'entourage decide di non denunciare alla polizia perché, in un caso precedente e in un paese vicino, la vittima, anche in quel caso una ragazza, fu uccisa dai sequestratori. Dovrà però dirlo al marito (Darín), rimasto a Buenos Aires per supposti motivi di lavoro, e questa è già la prima menzogna che verrà svelata: in realtà perché spiantato e in crisi da anni sia con la moglie sia a livello personale. Man mano che si procede nelle ricerche, e mentre ci si chiede chi fosse al corrente o meno della reale situazione finanziaria della famiglia della ragazza, si insinuano i dubbi su chi possa aver chiesto il riscatto, una somma peraltro non esorbitante, 300 mila euro, che comunque Laura e il marito Alejandro non sono nemmeno lontanamente in grado di pagare. Il sospetto dilaga, perfino sullo stesso genitore che nel frattempo è giunto in Spagna, per non parlare della posizione di Paco, e del motivo della sua disponibilità a fornire un aiuto più che concreto a risolvere una situazione che si fa disperata. Il finale è a sorpresa, anche se solo fino a un certo punto, ma tutto l'impianto regge perfettamente, in un alternarsi continuo di azione e momenti di pausa, esterni e interni, luce e ombra in un noir psicologico che può ricordare perfino Hitchcock. Un gran bel film, con attori impeccabili e, appunto, un autore che è una "certezza" a dirigerli.
Con Farhadi, a qualsiasi latitudine, longitudine o ambiente collochi le storie che racconta nei suoi film si va sul sicuro: che i segreti e la natura nascosta delle persone nei rapporti di coppia e famigliari vengano alla luce per via di eventi imprevisti, capaci di scatenarne la contraddizione, e che questo avvenga attraverso i dialoghi, dove le parole sono sì fondamentale, ma anche gli sguardi, i gesti e quanto viene taciuto; terza certezza, che il regista iraniano li affidi a interpreti capaci di reggere la parte, e anche in questo caso lo sono tutti, indistintamente. Laura (Cruz) torna dall'Argentina assieme ai due figli nel paesino rurale vicino a Madrid (per la cronaca si tratta di Torrelaguna) dove vive la famiglia d'origine in occasione del matrimonio di una sorella: grande festa, che coinvolge tutto il paese (dove tutto sanno di tutti) e in particolare, com'è ovvio, parenti e amici tra i quali Paco (Bardem), un viticoltore con cui aveva avuto una lunga e intensa relazione in gioventù. Grandi festeggiamenti, una vera fiesta dagli aspetti dionisiaci, durante la quale, proprio in occasione di un black out elettrico che risulterà essere stato causato artatamente, sparisce inspiegabilmente la figlia di Laura: entro breve verrà a sapere che si tratta di un rapimento, che però l'entourage decide di non denunciare alla polizia perché, in un caso precedente e in un paese vicino, la vittima, anche in quel caso una ragazza, fu uccisa dai sequestratori. Dovrà però dirlo al marito (Darín), rimasto a Buenos Aires per supposti motivi di lavoro, e questa è già la prima menzogna che verrà svelata: in realtà perché spiantato e in crisi da anni sia con la moglie sia a livello personale. Man mano che si procede nelle ricerche, e mentre ci si chiede chi fosse al corrente o meno della reale situazione finanziaria della famiglia della ragazza, si insinuano i dubbi su chi possa aver chiesto il riscatto, una somma peraltro non esorbitante, 300 mila euro, che comunque Laura e il marito Alejandro non sono nemmeno lontanamente in grado di pagare. Il sospetto dilaga, perfino sullo stesso genitore che nel frattempo è giunto in Spagna, per non parlare della posizione di Paco, e del motivo della sua disponibilità a fornire un aiuto più che concreto a risolvere una situazione che si fa disperata. Il finale è a sorpresa, anche se solo fino a un certo punto, ma tutto l'impianto regge perfettamente, in un alternarsi continuo di azione e momenti di pausa, esterni e interni, luce e ombra in un noir psicologico che può ricordare perfino Hitchcock. Un gran bel film, con attori impeccabili e, appunto, un autore che è una "certezza" a dirigerli.
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