"Chesil Beach - Il segreto di una notte" (On Chesil Beach) di Dominic Cooke. Con Saoirse Ronan, Billy Howle, Anne-Marie Duff, Adrian Scarborough, Emily Watson, Samuel West e altri. GB 2017 ★★★=
Ché poi non era nemmeno una notte ma un pomeriggio di luce: non c'è un una scena notturna in tutto il film, che peraltro si distingue per luminosità (quella particolare che può offrire una località marittima dell'Inghilterra meridionale), fotografia e attenzione ai dettagli. La solita aggiunta nel titolo alla versione italiana che non c'entra un accidente: la storia è semplicemente quella di un matrimonio che è durato soltanto lo spazio di sei ore, perché non consumato, fra i due protagonisti arrivati entrambi vergini al momento dell'inizio di una vita in comune che sembrava nascere sotto i migliori auspici, a giudicare dal sentimento che legava i due protagonisti, Florence ed Edward, diplomata oxfordiana in violino e di buona famiglia lei, mezzo cafone di provincia (questo il giudizio dei insopportabili e gretti futuri suoceri) e laureato con lode ma a Londra e figlio del direttore di una scuola elementare e di una pittrice rimasta cerebrolesa in seguito a un incidente lui. Siamo nel 1962 e dagli USA, oltre ai venti libertari sull'onda del kennedismo, giungono i dischi di Chuck Berry che influenzeranno i Rolling Stones (nati in quell'anno), sta per scoppiare tanto la beatlemania quanto la rivoluzione sessuale ma i due, che si sono conosciuti l'anno precedente a un meeting antinucleare, davanti all'evento che dovrebbe segnare il passaggio all'età adulta nonché dalla liberazione delle catene rispettive catene famigliari che li hanno condizionati fino ad allora, si dimostrano ancora succubi di esse e si incartano: il momento tanto atteso si trasforma in una sorta di incubo in cui ciascuno dei due rivive, in continui flash back, gli episodi che li hanno segnati nonché le tappe del loro rapporto, che avrà fine proprio su quella spiaggia di ciottoli su cui si affaccia l'albergo in cui avrebbero dovuto trascorrere la prima notte di nozze, che non arriverà a sopraggiungere. La bravura di Saoirse Ronan non è una novità: da sola, anche qui come nel sopravvalutato Lady Bird, riesce a illuminare un film altrimenti poco più che discreto: a soli 24 anni si conferma un talento straordinario, ma anche gli altri interpreti sono all'altezza, e caratterizzano in modo credibile i loro personaggi. Lecita e felice la scelta di costruire la pellicola sui flash back (Ian McEwan, oltre che autore del romanzo da cui è tratto il film, ne è anche lo sceneggiatore) ma solo fino ai dieci minuti finali, che rischiano di rovinare quanto visto di buono nei 100' precedenti: i due flash forward nel 1975 e poi nel 2007 sono micidiali, per un epilogo melenso, lacrimevole oltre che già visto (un esempio recente: La La Land, che però è un capolavoro) che poteva essere felicemente evitato sul grande schermo.
Ché poi non era nemmeno una notte ma un pomeriggio di luce: non c'è un una scena notturna in tutto il film, che peraltro si distingue per luminosità (quella particolare che può offrire una località marittima dell'Inghilterra meridionale), fotografia e attenzione ai dettagli. La solita aggiunta nel titolo alla versione italiana che non c'entra un accidente: la storia è semplicemente quella di un matrimonio che è durato soltanto lo spazio di sei ore, perché non consumato, fra i due protagonisti arrivati entrambi vergini al momento dell'inizio di una vita in comune che sembrava nascere sotto i migliori auspici, a giudicare dal sentimento che legava i due protagonisti, Florence ed Edward, diplomata oxfordiana in violino e di buona famiglia lei, mezzo cafone di provincia (questo il giudizio dei insopportabili e gretti futuri suoceri) e laureato con lode ma a Londra e figlio del direttore di una scuola elementare e di una pittrice rimasta cerebrolesa in seguito a un incidente lui. Siamo nel 1962 e dagli USA, oltre ai venti libertari sull'onda del kennedismo, giungono i dischi di Chuck Berry che influenzeranno i Rolling Stones (nati in quell'anno), sta per scoppiare tanto la beatlemania quanto la rivoluzione sessuale ma i due, che si sono conosciuti l'anno precedente a un meeting antinucleare, davanti all'evento che dovrebbe segnare il passaggio all'età adulta nonché dalla liberazione delle catene rispettive catene famigliari che li hanno condizionati fino ad allora, si dimostrano ancora succubi di esse e si incartano: il momento tanto atteso si trasforma in una sorta di incubo in cui ciascuno dei due rivive, in continui flash back, gli episodi che li hanno segnati nonché le tappe del loro rapporto, che avrà fine proprio su quella spiaggia di ciottoli su cui si affaccia l'albergo in cui avrebbero dovuto trascorrere la prima notte di nozze, che non arriverà a sopraggiungere. La bravura di Saoirse Ronan non è una novità: da sola, anche qui come nel sopravvalutato Lady Bird, riesce a illuminare un film altrimenti poco più che discreto: a soli 24 anni si conferma un talento straordinario, ma anche gli altri interpreti sono all'altezza, e caratterizzano in modo credibile i loro personaggi. Lecita e felice la scelta di costruire la pellicola sui flash back (Ian McEwan, oltre che autore del romanzo da cui è tratto il film, ne è anche lo sceneggiatore) ma solo fino ai dieci minuti finali, che rischiano di rovinare quanto visto di buono nei 100' precedenti: i due flash forward nel 1975 e poi nel 2007 sono micidiali, per un epilogo melenso, lacrimevole oltre che già visto (un esempio recente: La La Land, che però è un capolavoro) che poteva essere felicemente evitato sul grande schermo.
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