venerdì 12 ottobre 2018

A Star Is Born

"A Star Is Born" di Bradley Cooper. Con Brladley Cooper, Lady GaGa, Sam Elliot, Andrew Dice Clay, Anthony Ramos e altri. USA 2018 ★★★★
Quarta edizione de E' nata una stella (le precedenti nel 1937, 1954, 1976) uno dei più celebri melodrammi hollywoodiani, a sua volta rivisitazione del mito di Pigmalione, per quanto visto, rivisto, risaputo e non esattamente il genere che amo ha dalla sua alcuni indubbi meriti, che lo fanno tra i più probabili candidati a raccogliere premi tra Golden Globe e statuette Oscar, e un asso nella manica: Stefani Joanna Angelina Germanotta, più nota come Lady GaGa. In tutta sincerità, nemmeno sapevo che fosse lei la protagonista femminile, e non l'avevo ovviamente riconosciuta in versione acqua e sapone, al naturale, che peraltro la rende molto dolce e graziosa, pressoché all'opposto di come spesso si presenta, provocatoriamente, in pubblico; quando l'ho vista inquadrata in primo piano e ricevuto la netta sensazione che cantasse senza playback, sensazione confermata dai passaggi della telecamera sulle sue mani e come le muoveva sulla tastiera del pianoforte, mi sono detto "questa è una coi controcoglioni, altro che Madonna e altre sciacquette"... E infatti. Dalla prima esibizione, en travesti, quale emula de Edith Piaf in una strepitosa interpretazione di La vie en rose in un locale di Drag Queen dove per caso entra, a cercare conforto alcolico dopo un concerto in uno stadio stracolmo la rockstar Jackson Maine, che individua all'istante lo straordinario talento di Ally, aspirante cantante e autrice ma cameriera a tempo pieno in un ristorante, ai duetti con lui quando Jack la convince a raggiungerlo sul palco, alla fulminea carriera come solista fino alla vittoria nei Grammy Awards nella categoria esordienti, è lei a calamitare l'attenzione, benché il buon Bradley Cooper faccia la sua parte in una delle sue interpretazioni più sentite e convincenti e la coppia si rivela del tutto affiatata, del resto la colonna sonora l'hanno scritta e cantata insieme (tra i collaboratori, Mark Ronson, mica bruscoli), e credibile anche come marito e moglie nel film in un ambiente, che viene scandagliato con precisione, come quello del rock più tradizionale e quello pop, ambito in cui l'odioso e cinico manager che ne forgia l'immagine intende indirizzare la nascente Star al femminile, facendone una specie di Shakira: e questo è un altro punto a favore del film, che rende plausibile e verosimile anche il rapporto di amore profondo, nonostante i problemi di alcol e stupefacenti di Jackson, tra i due musicisti, per i quali una diventa l'ispirazione dell'altro e viceversa. Per il resto, il remake attinge un po' da tutte le sceneggiature dei suoi predecessori, con un surplus di sentimentalismo perché è Jackson che si sacrifica per non intralciare la carriera di Ally, che pure lo ricorderà e omaggerà per sempre. Convinto che ogni film vada giudicato nel proprio ambito, e che rimane comunque una forma di intrattenimento e come tale considerato più o meno gradevole, pur trattandosi di un polpettone lo trovo incomparabilmente migliore di Opera senza autore, per rimanere nel genere.

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