"Il complicato mondo di Nathalie" (Jalouse) di David e Stéphane Foenkinos. Con Karin Viard, Dara Tombroff, Anne Dorval, Thibault de Montalembert, Bruno Todeschini, Anaïs Demoustier, Corentin Fila e altri. Francia 2017 ★★★½
Mentre in Italia la situazione nel campo della commedia intelligente langue, ecco un altro esempio di quanto sia al contrario frizzante lo stato di quella francese, o almeno di quella recente che transita sui nostri schermi: qui i fratelli Foenkinos sono alle prese con un sentimento, la gelosia, e gli effetti devastanti che può provocare nel modo di essere e nella psiche di una persona dalla vita del tutto normale ed equilibrata quando sorge, in maniera inconscia e incontrollabile, non a causa della condotta scatenante di una persona, ma da un mutamento, del tutto naturale in una donna, ma che io sappia pressoché inesplorato al cinema, del proprio equilibrio ormonale nella fase di passaggio alla menopausa, ché è questo sostanzialmente il tema del film, al di là della solita demenziale traduzione del titolo originale che suona, semplicemente, Gelosa. Ossia quello che diventa la piacente cinquantenne Nathalie Pêcheux, divorziata, benvoluta insegnante di letteratura in un prestigioso liceo parigino, nei confronti della figlia: causa scatenante, il 18° compleanno della deliziosa e delicata Mathilde, giovane promessa della danza classica a cui, in un susseguirsi ingovernabile di gaffe e comportamenti inaccettabili, finisce per rovinare la carriera, dopo aver messo in crisi amicizie di una vita, la stima di cui gode sul lavoro per l'arrivo di una collega più giovane da cui si sente minacciata senza alcun vero motivo, una possibile nuova relazione con un uomo tranquillo e riflessivo che è innamorato di lei e il rapporto fin lì sereno con l'ex marito e la sua nuova compagna, e questo benché il suo medico la rassicuri che tutto rientra nella normalità, compreso il suo senso di spaesamento, e si chiama, per l'appunto, transizione alla menopausa. Dopo aver rischiato di cadere nel tunnel dell'alcol, ricomincerà a trovare un nuovo equilibrio grazie alle quotidiane sessioni di nuoto in piscina ma soprattutto la frequentazione di una donna anziana, dolce quanto saggia, che tutto ha visto e vissuto e che riesce a tranquillizzarla con la sua semplicità e le sue parole affettuose e comprensive. Tutto finisce bene, come nelle previsioni, ma la vicenda è ben raccontata nei suo snodi, con un susseguirsi di situazioni divertenti e paradossali e, pur sorridendo, ci si riesce a immedesimare nella miseria morale in cui la pur incolpevole Nathalie precipita, anche e soprattutto grazie alla magistrale interpretazione della bravissima Karin Vard, peraltro attorniata da ottimi comprimari, che riesce a rendere la protagonista viva, empatica e comprensibile nonostante tutte le contraddizioni di un personaggio che in molti passaggi risulta umanamente insopportabile.
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