"Ma Ma - Tutto andrà bene" (Ma ma) di Julio Medem. Con Penélope Cruz, Luis Tosar, Asier Elxeandía, Teo Planell, Alex Brendemühl, Silvia Abascal e altri. Spagna 2015 ☠
Un film pessimo: girato male, recitato peggio, assolutamente inverosimile, e questo è imperdonabile perché l'intenzione, almeno all'apparenza, era buona: parlare di una malattia che colpisce milioni di donne, il cancro al seno, e delle sue conseguenze psicologiche anche nel caso di guarigione, che non è quello che vede protagonista Magda, il personaggio su cui si incentra la storia, interpretato da Penélope Cruz, qui anche in veste di produttrice. Una donna che catalizza sfighe che si abbattono su di lei a raffica e contemporaneamente nel giro di non più di due giorni: la scoperta del tumore proprio mentre ha perso il lavoro di insegnante, è stata mollata dal marito, compie il ciclo di chemioterapia che precede la mastectomia, l'incontro con Alfonso, osservatore del Real Madrid che a sua volta viene raggiunto dalla notizia della morte della figlia e dello stato comatoso della moglie, investite da un'auto, mentre stanno assistendo a una partita di calcio giovanile in cui brilla il giovane talento di Dani, il figlio di Magda. La quale non molla, assistita da un ginecologo canterino che a sua volta si sta separando dalla moglie nonostante sia in attesa di adozione di una bimba siberiana. Che non arriverà mai: ci penserà Magda a produrre un miracolo, ossia a scodellare una sorellina a Dani e un'altra figlia ad Alfonso e che si chiamerà Natascia come l'adottanda russa, Una Magda che non si arrende nemmeno davanti alla diagnosi nefasta di un tumore incurabile al seno rimastole fino a sopravvivere al termine dei sei mesi concessile dal medico,,e che diventano più di nove dalla sgangherata sceneggiatura di questo cialtronesco feuilleton, e a partorire in punto di morte dopo una gravidanza cercata e poi condotta in splendida forma e il sorriso sulle labbra. Ossia: credibilità zero. Non che le tègole non capitino tutte insieme nella vita reale, né mancano donne che affrontano le avversità con tenacia e pure con ottimismo anche davanti alle prospettive più nere, ma assistendo a questa farsa con aspetti da mélo di quarta categoria la sensazione è quella di una presa per il culo quando non di una manovra per manipolare i sentimenti un tanto al chilo. Ci mancavano le marchette alla Nokia col messaggio video a futura memoria alla figlia nascitura registrato sul cellulare e al Real Madrid, una delle società di calcio meno specchiate al mondo, conosciuta come la Juventus d'Europa per la sistematica corruzione degli arbitri, una bella lisciata alla cattolicità e pure il riferimento alla crisi economica che miete posti di lavoro in Spagna e nel resto dell'Europa meridionale specie tra i giovani, peccato che la "povera" e precaria Magda si muova da una zona residenziale a una ancora più esclusiva e sia circondata da libri e begli oggetti e ogni anno vada in vacanza al mare. Insomma una mistificazione e una delle pellicole più inguardabili e irritanti di tutta la stagione.
Un film pessimo: girato male, recitato peggio, assolutamente inverosimile, e questo è imperdonabile perché l'intenzione, almeno all'apparenza, era buona: parlare di una malattia che colpisce milioni di donne, il cancro al seno, e delle sue conseguenze psicologiche anche nel caso di guarigione, che non è quello che vede protagonista Magda, il personaggio su cui si incentra la storia, interpretato da Penélope Cruz, qui anche in veste di produttrice. Una donna che catalizza sfighe che si abbattono su di lei a raffica e contemporaneamente nel giro di non più di due giorni: la scoperta del tumore proprio mentre ha perso il lavoro di insegnante, è stata mollata dal marito, compie il ciclo di chemioterapia che precede la mastectomia, l'incontro con Alfonso, osservatore del Real Madrid che a sua volta viene raggiunto dalla notizia della morte della figlia e dello stato comatoso della moglie, investite da un'auto, mentre stanno assistendo a una partita di calcio giovanile in cui brilla il giovane talento di Dani, il figlio di Magda. La quale non molla, assistita da un ginecologo canterino che a sua volta si sta separando dalla moglie nonostante sia in attesa di adozione di una bimba siberiana. Che non arriverà mai: ci penserà Magda a produrre un miracolo, ossia a scodellare una sorellina a Dani e un'altra figlia ad Alfonso e che si chiamerà Natascia come l'adottanda russa, Una Magda che non si arrende nemmeno davanti alla diagnosi nefasta di un tumore incurabile al seno rimastole fino a sopravvivere al termine dei sei mesi concessile dal medico,,e che diventano più di nove dalla sgangherata sceneggiatura di questo cialtronesco feuilleton, e a partorire in punto di morte dopo una gravidanza cercata e poi condotta in splendida forma e il sorriso sulle labbra. Ossia: credibilità zero. Non che le tègole non capitino tutte insieme nella vita reale, né mancano donne che affrontano le avversità con tenacia e pure con ottimismo anche davanti alle prospettive più nere, ma assistendo a questa farsa con aspetti da mélo di quarta categoria la sensazione è quella di una presa per il culo quando non di una manovra per manipolare i sentimenti un tanto al chilo. Ci mancavano le marchette alla Nokia col messaggio video a futura memoria alla figlia nascitura registrato sul cellulare e al Real Madrid, una delle società di calcio meno specchiate al mondo, conosciuta come la Juventus d'Europa per la sistematica corruzione degli arbitri, una bella lisciata alla cattolicità e pure il riferimento alla crisi economica che miete posti di lavoro in Spagna e nel resto dell'Europa meridionale specie tra i giovani, peccato che la "povera" e precaria Magda si muova da una zona residenziale a una ancora più esclusiva e sia circondata da libri e begli oggetti e ogni anno vada in vacanza al mare. Insomma una mistificazione e una delle pellicole più inguardabili e irritanti di tutta la stagione.
Ma Ma...
RispondiEliminaTutto male.