domenica 31 luglio 2016

Il potere del "niet"


A proposito delle supposte intrusioni nella voto presidenziale USA da parte di Vladimir Putin, leggo e volentieri diffondo:

Il potere del "niet" 

di Dmitry Orlov - 24 luglio 2016

Su questo pianeta è previsto che le cose vadano così: negli Stati Uniti gli apparati del potere (pubblico e privato) decidono quello che vogliono far fare al resto del mondo. Comunicano i loro voleri attraverso canali ufficiali e non, attendendosi una cooperazione automatica. Se questa cooperazione non arriva immediatamente, allora incominciano a fare pressioni, politiche, finanziarie ed economiche. Se anche queste, tuttavia, non producono l’effetto desiderato, allora provano con un cambio di regime, ottenuto con una rivoluzione colorata o un colpo di stato militare, oppure organizzano e finanziano una rivolta che porta, nella nazione recalcitrante, ad attacchi terroristici ed alla guerra civile. Se tutto questo ancora non ottiene l’effetto sperato, allora bombardano la (suddetta) nazione fino a farla ritornare all’età dalla pietra. Questo è il modo in cui sono andate le cose negli anni ’90 e nel 2000, ma, ultimamente, è emersa una nuova dinamica. 
All’inizio era tutta incentrata sulla Russia, ma, da allora, il fenomeno si è allargato in tutto il mondo e sta per inglobare gli stessi Stati Uniti. Funziona così: gli Stati Uniti decidono che cosa vogliono far fare alla Russia e comunicano i loro desideri, aspettandosi una cooperazione automatica. La Russia dice “Niet”. Gli Stati Uniti passano attraverso tutte le fasi sopracitate, esclusa la campagna di bombardamento, sconsigliata dalla deterrenza nucleare russa. La risposta rimane “Niet”. Si potrebbe pensare che qualche persona intelligente, all’interno della struttura di potere statunitense, si faccia sentire e dica: “Basandoci sulle prove che abbiamo, dare ordini alla Russia non funziona, cerchiamo di negoziare con la Russia in buona fede, da pari a pari”. E allora tutti quanti si darebbero una manata in fronte e direbbero, “Caspita! E’ fantastico! Perché non ci abbiamo pensato?”. Invece, quella persona verrebbe licenziata il giorno stesso perché, vedete, l’egemonia mondiale americana non è negoziabile. Quello che invece succede è che gli Americani agiscono in modo confuso, si riorganizzano e provano di nuovo, creando uno spettacolo veramente comico. 
L’intero pasticcio riguardante Edward Snowden è stato particolarmente divertente da osservare. Gli Stati Uniti hanno richiesto la sua estradizione. I Russi hanno detto: “Niet, la nostra costituzione lo proibisce”. Allora, in modo esilarante, come tutta risposta alcune voci in Occidente hanno chiesto che la Russia cambiasse la sua costituzione! La risposta, che non richiede traduzione è stata :“Ah,ah,ah,ah,ah!” Meno divertente è l’impasse sulla Siria: gli Americani hanno continuato a chiedere che la Russia si allineasse al loro progetto di rovesciare Bashar Assad. La immutevole risposta dei Russi è stata: “Niet, sono i Siriani che devono scegliere la loro leadership, non la Russia e non gli Stati Uniti”. Ogni volta che lo sentono, gli Americani si grattano la testa e… ci riprovano. John Kerry è stato di recente a Mosca per una “maratona negoziale” con Putin e Lavrov. In alto c’è una foto di di Kerry che parla con Putin e Lavrov a Mosca, più o meno una settimana fa, e le loro espressioni facciali non sono difficili da leggere. C’è Kerry che dà le spalle alla macchina fotografica, e che blatera come al solito. La faccia di Lavrov dice: “Non ci posso credere, devo star seduto qui ad ascoltare di nuovo tutte queste stupidaggini”. Quella di Putin dice: “Oh, il povero scemo, non riesce a capire che gli diremo ‘niet’ un’altra volta”. Kerry è ritornato a casa con giusto un altro “Niet”. 
Ciò che è peggio, è che ora stanno unendosi al gioco anche altre nazioni.Gli Americani hanno detto agli inglesi esattamente come votare e gli Inglesi hanno detto “Niet” ed hanno optato per il Brexit. Gli Americani hanno detto agli Europei di accettare quell’orrenda presa di potere delle corporations costituita dal Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP), e i Francesi hanno detto “Niet, non passerà”. Gli Stati Uniti hanno poi organizzato un altro colpo di stato in Turchia per rimpiazzare Erdogan con qualcuno che non cercasse di giocare pulito con la Russia e i Turchi hanno detto “Niet” anche a quello. Ed ora, orrore degli orrori, c’è Trump che dice “Niet” a tutta una serie di cose: alla NATO, alla delocalizzazione dei posti di lavoro americani, al flusso incontrollato dei migranti, alla globalizzazione, alle armi per i nazisti ucraini, al libero commercio… 
Non si può sottovalutare l’effetto psicologico corrosivo del “Niet” sulla psiche egemonica americana. Se è previsto che tu pensi ed agisca come un egemone, ma poi a funzionare sono solo le intenzioni, allora il risultato è una dissonanza cognitiva. Se il tuo lavoro è quello di tiranneggiare le nazioni e le nazioni non possono più essere tiranneggiate, allora il tuo lavoro diventa una barzelletta e tu ti trasformi in un paziente psichiatrico. La pazzia che ne risulta si è rivelata di recente con un interessante sintomo: alcuni dipendenti del Dipartimento di Stato americano hanno firmato una lettera, diventata immediatamente di dominio pubblico, in cui si chiedeva una campagna di bombardamenti nei confronti della Siria allo scopo di rovesciare Bashar Assad. Questi sono dei diplomatici. La diplomazia è l’arte di evitare le guerre attraverso la discussione. Dei diplomatici che invocano una guerra non sono esattamente… diplomatici. Potreste dire che sono dei diplomatici incompetenti, ma questo non è sufficiente (la maggior parte dei diplomatici competenti ha lasciato il servizio durante la seconda amministrazione Bush, molti di loro per il disgusto di dover mentire sul razionale della guerra in Iraq). La verità è che sono dei malati, squilibrati e non diplomatici guerrafondai. Il potere di una semplice parola russa è tale che hanno praticamente perso il lume della ragione. 
Ma non sarebbe corretto parlare solo del Dipartimento di Stato. E’ l’intero corpo politico americano ad essere stato infettato da un putrido miasma, che penetra in ogni cosa e rende la vita miserabile. Nonostante tutti i problemi, la maggior parte delle cose, negli Stati Uniti è ancora gestibile, ma questa faccenda qui, il venir meno della capacità di tiranneggiare il mondo intero, rovina tutto. Siamo in piena estate, la nazione è sulla spiaggia. La stuoia è sfilacciata e mangiata dalle tarme, l’ombrellone è pieno di buchi, le bibite nella ghiacciaia sono piene di schifezze chimiche e le letture estive sono annoianti… e poi, lì vicino, c’è una balena morta in decomposizione che si chiama “Niet”. Basta questo a rovinare tutta l’atmosfera! 
Le teste parlanti dei media e dei politici che appartengono alle istituzioni, a questo punto, si rendono dolorosamente conto del problema e la loro prevedibile reazione è incolpare della cosa quella che per loro sta all’origine di tutto: la Russia, convenientemente personificata in Putin. “Se non voti per Clinton stai votando per Putin” è una delle ultime metafore politiche uscite. Un’altra è che Trump è un agente di Putin. Ogni figura pubblica che rifiuti di assumere una posizione filogovernativa è automaticamente etichettata come “utile idiota di Putin”. Per quel che valgono, queste affermazioni sono ridicole. Ma per esse c’è una spiegazione più approfondita: ciò che le lega tutte insieme è il potere del “Niet”. Un voto per Sanders è un voto “Niet”: l’apparato democratico ha partorito una candidata e ha detto alla gente di votare per lei e la maggior parte dei giovani ha detto “Niet”. La stessa cosa con Trump: la macchina repubblicana ha tirato fuori i suoi Sette Nani e ha detto alla gente di votare per uno qualsiasi di loro e, invece, la maggior parte della classe operaia bianca e diseredata ha detto “Niet” e ha votato per Biancaneve, l’outsider. 
E’ un segno di speranza che la gente, in tutto il mondo dominato da Washington, stia scoprendo il potere del “Niet”. Le istituzioni, viste dall’esterno, possono anche sembrare tutte scintillanti, ma sotto la mano fresca di vernice a smalto si nasconde uno scafo marcio, con l’acqua che entra da tutte le falle aperte. Un “Niet” detto a voce abbastanza alta sarebbe probabilmente sufficiente per farlo affondare, lasciando spazio a qualche cambiamento veramente necessario. Quando questo accadrà, ricordatevi di ringraziare la Russia… o, se preferite, Putin. 




Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it e ClubOrlov 

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