"Tokyo Love Hotel" (Sayonara Kabuchichô) di Hiroki Ryuichi. Con Sometani Shôta, Maeda Atsuko, Lee Eun-woo, Son Il-kwon, Minami Kaho, Matsushige Yutaka, Omori Nao, Murakami Jun, Taguchi Tomorowo, Oshinari Shûgo, Wagatsuma Miwako, Kaway Aoba, Miyazaki Tomu, Hinoi Asuka. Giappone 2014 ★★★★
Presentato con successo all'edizione 2015 del Far East Festival di Udine e distribuito da un paio di settimane dalla mai abbastanza lodata Tucker Film che ha la sua base operativa nel capoluogo friulano, il film di Hiroki Ryuichi, famoso in patria per film di genere girati con tocco d'autore, è una pellicola gradevole e al contempo preziosa perché permette di scorgere, come sbirciando non visti da un pertugio, le vicende di cinque coppie che, per un motivo o per l'altro, si intrecciano nell'arco di 24 ore in un albergo a ore di Kabuchichô, il quartiere a luci rosse (e non solo) di Tokyo e, attraverso esse, alcuni tratti peculiari della realtà e della mentalità giapponese, e altri che sono comuni, in quanto quella giapponese è una delle società più integrate nel sistema globalizzato e anzi all'avanguardia (si fa per dire) nel condizionamento, controllo e annichilimento dell'individuo, che non deve per forza avvenire in maniera coercitiva ma più spesso subdolamente, autoindotta. Le vicende ruotano attorno al giovane Toru, trasferitosi nella capitale dalla regione di Fukushima, colpita dallo tsunami e dal disastro nucleare di cinque anni fa, aspirante manager di un albergo di lusso diventato direttore dello squallido Atlas dopo essere stato licenziato da un prestigioso "cinque stelle": ognuno dei protagonisti non è quello che sembra o dichiara di essere e i destini delle varie coppie si decideranno lì, tra sesso a pagamento, film porno che vi vengono girati e che costituiscono alla fine un modo ragionevole per sbarcare dignitosamente il lunario, tradimenti, rivelazioni, compresa la sua relazione con la fidanzata, un'aspirante cantautrice che, tra puttane in via di redenzione, attrici porno e aspiranti tali, papponi in gestazione ma dal cuore tenero, cuochi assassini loro malgrado e gigolò romantici, prostituendosi intellettualmente ancor prima che fisicamente, è quella che pagherà di più per la sua scelta e quella che uscirà dalla storia come perdente nonché l'unica che non abbandonerà Kabuchichô e la sua realtà artefatta e menzognera: e sayonara, come da titolo originale, in giapponese significa per l'appunto addio. Ben girato, spesso con camera alla mano, il film passa dalla commedia, al noir al dramma spesso mischiando gli ingredienti e il cocktail che ne esce è gradevole e frizzante nonostante la relativa lunghezza del film e lo stile tipicamente nipponico. Se lo si apprezza, è una pellicola che mi sento di consigliare.
Presentato con successo all'edizione 2015 del Far East Festival di Udine e distribuito da un paio di settimane dalla mai abbastanza lodata Tucker Film che ha la sua base operativa nel capoluogo friulano, il film di Hiroki Ryuichi, famoso in patria per film di genere girati con tocco d'autore, è una pellicola gradevole e al contempo preziosa perché permette di scorgere, come sbirciando non visti da un pertugio, le vicende di cinque coppie che, per un motivo o per l'altro, si intrecciano nell'arco di 24 ore in un albergo a ore di Kabuchichô, il quartiere a luci rosse (e non solo) di Tokyo e, attraverso esse, alcuni tratti peculiari della realtà e della mentalità giapponese, e altri che sono comuni, in quanto quella giapponese è una delle società più integrate nel sistema globalizzato e anzi all'avanguardia (si fa per dire) nel condizionamento, controllo e annichilimento dell'individuo, che non deve per forza avvenire in maniera coercitiva ma più spesso subdolamente, autoindotta. Le vicende ruotano attorno al giovane Toru, trasferitosi nella capitale dalla regione di Fukushima, colpita dallo tsunami e dal disastro nucleare di cinque anni fa, aspirante manager di un albergo di lusso diventato direttore dello squallido Atlas dopo essere stato licenziato da un prestigioso "cinque stelle": ognuno dei protagonisti non è quello che sembra o dichiara di essere e i destini delle varie coppie si decideranno lì, tra sesso a pagamento, film porno che vi vengono girati e che costituiscono alla fine un modo ragionevole per sbarcare dignitosamente il lunario, tradimenti, rivelazioni, compresa la sua relazione con la fidanzata, un'aspirante cantautrice che, tra puttane in via di redenzione, attrici porno e aspiranti tali, papponi in gestazione ma dal cuore tenero, cuochi assassini loro malgrado e gigolò romantici, prostituendosi intellettualmente ancor prima che fisicamente, è quella che pagherà di più per la sua scelta e quella che uscirà dalla storia come perdente nonché l'unica che non abbandonerà Kabuchichô e la sua realtà artefatta e menzognera: e sayonara, come da titolo originale, in giapponese significa per l'appunto addio. Ben girato, spesso con camera alla mano, il film passa dalla commedia, al noir al dramma spesso mischiando gli ingredienti e il cocktail che ne esce è gradevole e frizzante nonostante la relativa lunghezza del film e lo stile tipicamente nipponico. Se lo si apprezza, è una pellicola che mi sento di consigliare.
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