"La discesa di Orfeo" di Tennessee Williams. Drammaturgia e regia di Elio De Capitani. Con Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Edoardo Ribatto, Luca Torraca, Corinna Agustoni, Sara Borsarelli, Carolina Cametti, Marco Bonadei, Cristian Giammarini, Debora Zuin Elio De Capitani e Alessandra Novaga (chitarra elettrica). Luci di Nando Frigerio, suono di Giuseppe Marzoli. Produzione Teatro dell'Elfo. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano fino al 4 novembre 2012
E' intensa, struggente e umorale come un blues la rilettura che Elio De Capitani fa di una delle ultime opere di Tennessee Williams, che era stata rappresentata per la prima volta in Italia a cura del "Teatro dell'Elfo" al Festival dei Due Mondi nel luglio passato, terzo omaggio della compagnia milanese all'autore statunitense nel centenario della nascita e a trent'anni dalla morte, alla luce della intensa esperienza fassbinderiana compiuta dagli "elfi" nel corso della loro esistenza. In uno spazio industriale si trovano a provare lo spettacolo undici attori e una chitarrista sempre in scena, che a turno entrano ed escono dai loro personaggi raccontando contesto e azioni dei personaggi, e questa "deambientazione" consente un racconto più fluido, con cadenze cinematografiche e tanto di flash back, pur riuscendo a rendere in maniera palpabile la opprimente, tesa e cupa collocazione della vicenda nel profondo Sud degli Stati Uniti. E' in una cittadina claustrofobica, dove domina mai sopito il razzismo e si agitano sullo sfondo le ombre di Ku Klux Klan che "discende" Val, novello Orfeo armato di chitarra in spalla anziché di una lira, nonché dell'inseparabile giacca di pelle di serpente, e la sua Euridice sarà Lady, figlia di un immigrato italiano arso vivo nella sua vigna ,come scoprirà, ad opera del suo stesso marito, Jabe, un luciferino Luca Torraca, un possidente vecchio, malato e incarognito che la tratta come un oggetto di sua proprietà. Entrambi provano a cambiare vita e a riscattarsi, lei insistendo nel voler aprire a tutti i costi un locale, lui che mette fine al suo vagabondare per aiutarla e anche perché si è innamorato di lei. Terzo personaggio sognatore, che desidera cambiare il suo destino, la ricca, giovane ma ribelle Carole Cutrere, che sembra scritto apposta per la validissima interpretazione di Elena Russo Arman, sempre più brava. Attorno a loro, lo sceriffo Talbott, sua moglie Vee, che cerca di sfuggire a quel mondo sordido e violento attraverso la pittura, una efficacissima Corinna Agustoni, i suoi due scagnozzi e le rispettive mogli. Cristina Crippa più intensa che mai ed Edoardo RIbatto che conferma la sua piena maturità dopo Angels in America. Luci sciabolanti, spesso manovrate dagli attori stessi e una puntuale sottolineatura musicale, in perfetto stile Elfo, rendono questa "Discesa" uno spettacolo godibile quanto emozionante e da non perdere, per chi apprezza un teatro moderno e vivo più che mai.
E' intensa, struggente e umorale come un blues la rilettura che Elio De Capitani fa di una delle ultime opere di Tennessee Williams, che era stata rappresentata per la prima volta in Italia a cura del "Teatro dell'Elfo" al Festival dei Due Mondi nel luglio passato, terzo omaggio della compagnia milanese all'autore statunitense nel centenario della nascita e a trent'anni dalla morte, alla luce della intensa esperienza fassbinderiana compiuta dagli "elfi" nel corso della loro esistenza. In uno spazio industriale si trovano a provare lo spettacolo undici attori e una chitarrista sempre in scena, che a turno entrano ed escono dai loro personaggi raccontando contesto e azioni dei personaggi, e questa "deambientazione" consente un racconto più fluido, con cadenze cinematografiche e tanto di flash back, pur riuscendo a rendere in maniera palpabile la opprimente, tesa e cupa collocazione della vicenda nel profondo Sud degli Stati Uniti. E' in una cittadina claustrofobica, dove domina mai sopito il razzismo e si agitano sullo sfondo le ombre di Ku Klux Klan che "discende" Val, novello Orfeo armato di chitarra in spalla anziché di una lira, nonché dell'inseparabile giacca di pelle di serpente, e la sua Euridice sarà Lady, figlia di un immigrato italiano arso vivo nella sua vigna ,come scoprirà, ad opera del suo stesso marito, Jabe, un luciferino Luca Torraca, un possidente vecchio, malato e incarognito che la tratta come un oggetto di sua proprietà. Entrambi provano a cambiare vita e a riscattarsi, lei insistendo nel voler aprire a tutti i costi un locale, lui che mette fine al suo vagabondare per aiutarla e anche perché si è innamorato di lei. Terzo personaggio sognatore, che desidera cambiare il suo destino, la ricca, giovane ma ribelle Carole Cutrere, che sembra scritto apposta per la validissima interpretazione di Elena Russo Arman, sempre più brava. Attorno a loro, lo sceriffo Talbott, sua moglie Vee, che cerca di sfuggire a quel mondo sordido e violento attraverso la pittura, una efficacissima Corinna Agustoni, i suoi due scagnozzi e le rispettive mogli. Cristina Crippa più intensa che mai ed Edoardo RIbatto che conferma la sua piena maturità dopo Angels in America. Luci sciabolanti, spesso manovrate dagli attori stessi e una puntuale sottolineatura musicale, in perfetto stile Elfo, rendono questa "Discesa" uno spettacolo godibile quanto emozionante e da non perdere, per chi apprezza un teatro moderno e vivo più che mai.
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