"Il comandante e la cicogna" di Silvio Soldini. Con Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Nicola Zingaretti, Luca Dirodi, Maria Paiato, Shy Yang, Serena Pinto, Michele Maganza. Italia, 2012 ★★★★
Un film che vola alto, ma con leggerezza e ironia, come la cicogna Agostina del titolo che si libra nel cielo sopra Torino e ha un rapporto d'amicizia con l'introverso Elia, adolescente dall'animo filosofico, così come dall'alto le statue del comandante Garibaldi (con la voce tonante di Perfrancesco Favino), Verdi e Leopardi commentano le vicende che si susseguono sotto i loro occhi in un Paese che ha smarrito da tempo il senso di sé stesso come collettività e che vede i propri abitanti, che sono monadi e mai cittadini a pieno titolo, arrabattarsi nelle proprie misere ma necessarie vicende quotidiane, chi in buona fede, come Leo, idraulico coscienzioso e con socio cinese, padre amorevole di Elia e di Maddalena e vedovo inconsolabile di Teresa, una brava e sempre bella Claudia Gerini che fa la parte del fantasma in bikini; Diana, una stralunata e timida artista che non riesc e a trovare le parole per affermare i suoi diritti; lo strerpitoso Amancio interpretato da Giuseppe Battiston, "sensibilizzatore urbano" di ascendenza slave, colto e saggio provocatore dallo spirito situazionista ma al contempo esoso locatore del miniappartamento occupato da Diana, con la cui pigione paga l'affitto di una catapecchia e da 10 anni sopravvive senza doveri far schiavizzare dal lavoro. Un personaggio ambivalente, mentre nella schiera dei cialtroni e farabutti a pieno titolo entrano l'avvocato Malaffano, nomen omen, un efficacissimo luca Zingaretti dotato di toupet svolazzante, la sua segretaria e, sul fronte dei monumenti, la statua in cartongesso del Cavalier Cazzaniga, un cumenda brianzolo che fa da contrappunto a Garibaldi e che viene opportunamente decapitato dal braccio di un argano mentre sta per essere ripulito. E' una favola, surreale e delicata, che fa interagire spazi urbani inconsueti che solo un occhio attento ai particolari come quello di Soldini riesce a scovare e rendere, con un'umanità che è più reale di quel che potrebbe sembrare. Siamo dalle parti di "Pane e tulipani", a mio parere il miglior lavoro del regista milanese da quel bellissimo film. Una folata di aria fresca.
Un film che vola alto, ma con leggerezza e ironia, come la cicogna Agostina del titolo che si libra nel cielo sopra Torino e ha un rapporto d'amicizia con l'introverso Elia, adolescente dall'animo filosofico, così come dall'alto le statue del comandante Garibaldi (con la voce tonante di Perfrancesco Favino), Verdi e Leopardi commentano le vicende che si susseguono sotto i loro occhi in un Paese che ha smarrito da tempo il senso di sé stesso come collettività e che vede i propri abitanti, che sono monadi e mai cittadini a pieno titolo, arrabattarsi nelle proprie misere ma necessarie vicende quotidiane, chi in buona fede, come Leo, idraulico coscienzioso e con socio cinese, padre amorevole di Elia e di Maddalena e vedovo inconsolabile di Teresa, una brava e sempre bella Claudia Gerini che fa la parte del fantasma in bikini; Diana, una stralunata e timida artista che non riesc e a trovare le parole per affermare i suoi diritti; lo strerpitoso Amancio interpretato da Giuseppe Battiston, "sensibilizzatore urbano" di ascendenza slave, colto e saggio provocatore dallo spirito situazionista ma al contempo esoso locatore del miniappartamento occupato da Diana, con la cui pigione paga l'affitto di una catapecchia e da 10 anni sopravvive senza doveri far schiavizzare dal lavoro. Un personaggio ambivalente, mentre nella schiera dei cialtroni e farabutti a pieno titolo entrano l'avvocato Malaffano, nomen omen, un efficacissimo luca Zingaretti dotato di toupet svolazzante, la sua segretaria e, sul fronte dei monumenti, la statua in cartongesso del Cavalier Cazzaniga, un cumenda brianzolo che fa da contrappunto a Garibaldi e che viene opportunamente decapitato dal braccio di un argano mentre sta per essere ripulito. E' una favola, surreale e delicata, che fa interagire spazi urbani inconsueti che solo un occhio attento ai particolari come quello di Soldini riesce a scovare e rendere, con un'umanità che è più reale di quel che potrebbe sembrare. Siamo dalle parti di "Pane e tulipani", a mio parere il miglior lavoro del regista milanese da quel bellissimo film. Una folata di aria fresca.
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