"Angels in America", 1ª e 2ª parte (Si avvicina il millennio e Perestroika) di Tony Kushner. Regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. Scene di Carlo Sala, traduzione e costumi di Ferdinando Bruni. Con Elio De Capitani, Edoardo Ribatto, Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Ida Marinelli, Cristian Giammarini, Fabrizio Matteini, Umberto Petranca, Sara Borsarelli. Video di Francesco Frongia, luci di Nando Frigerio, suono di Giuseppe Marzoli. Produzione Teatridithalia/Emilia Romagna Teatro Fondazione. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano
Uno spettacolo eccezionale, teso, aspro, visionario, duro, poetico, pieno di luci e di suoni, sempre sorprendente, nella migliore tradizione degli "elfi": credo che in Italia nessuno avrebbe potuto adattare e rendere meglio l'opera teatrale di Tony Kushner, scritta nel 1991 e che gli valse il Premio Pulitzer del 1993 (da essa fu tratta anche la serie televisiva di culto omonima della HBO). "Fantasia gay su temi nazionali", ne era il sottotitolo, ed è un affresco della New York degli anni Ottanta, nell'epoca del liberismo spinto reaganiano/trahtcehriano di cui oggi patiamo le conseguenze, quando l'AIDS comincia a fare stragi nella comunità omosessuale. La vicenda è incentrata su due coppie, quella gay formata da Prior Walter, che contrae la malattia, e Louis, un ebreo liberal quanto pieno di incertezze, incapace di reggere la situazione, e quella apparentemente eterosessuale composta dall'avvocato Joe Pitt, in lotta con la sua omosessualità repressa che si abbatte sulla giovane e depressa moglie Harper. Suo mentore è un altro avvocato, il sordido Roy Cohn, uomo di potere corrotto a suo tempo vicino a McCarthy, colpito anche lui dal morbo ma che lo nega, facendolo passare per un tumore, assistito da Belize, un infermiere di colore ex travestito. Nelle vicende che si intrecciano, a un ritmo incalzate e con un continuo cambio d di scene, che a volte si svolgono in contemporanea sul palcoscenico, si mischiano concezioni religiose e visioni politiche, caratteri, razze, caratteri e sensibilità diverse, personaggi reali e fantastici, come gli angeli del titolo, angeli dell'AIDS che però raccontano che nonostante l'orrore le cose vanno avanti e niente è perduto. E' stata definita una "Divina Commedia dei nostri anni tragici e tormentati", dove l'inferno dell'AIDS è la parabola delle inquietudini e degli elementi di crisi che agitavano quegli anni e di cui New York era il crogiuolo. Uno spettacolo potente, a cui valeva la pena di assistere affrontandolo nella versione "maratona", suddiviso tra il pomeriggio e la sera di ieri. Tutti eccezionali gli interpreti, per metà il nucleo storico dell'Elfo, ma una menzione particolare per Edoardo Ribatto nei panni di Prior e Fabrizio Matteini in quello di Belize. Tutti sommersi dagli applausi di un pubblico grato.
Uno spettacolo eccezionale, teso, aspro, visionario, duro, poetico, pieno di luci e di suoni, sempre sorprendente, nella migliore tradizione degli "elfi": credo che in Italia nessuno avrebbe potuto adattare e rendere meglio l'opera teatrale di Tony Kushner, scritta nel 1991 e che gli valse il Premio Pulitzer del 1993 (da essa fu tratta anche la serie televisiva di culto omonima della HBO). "Fantasia gay su temi nazionali", ne era il sottotitolo, ed è un affresco della New York degli anni Ottanta, nell'epoca del liberismo spinto reaganiano/trahtcehriano di cui oggi patiamo le conseguenze, quando l'AIDS comincia a fare stragi nella comunità omosessuale. La vicenda è incentrata su due coppie, quella gay formata da Prior Walter, che contrae la malattia, e Louis, un ebreo liberal quanto pieno di incertezze, incapace di reggere la situazione, e quella apparentemente eterosessuale composta dall'avvocato Joe Pitt, in lotta con la sua omosessualità repressa che si abbatte sulla giovane e depressa moglie Harper. Suo mentore è un altro avvocato, il sordido Roy Cohn, uomo di potere corrotto a suo tempo vicino a McCarthy, colpito anche lui dal morbo ma che lo nega, facendolo passare per un tumore, assistito da Belize, un infermiere di colore ex travestito. Nelle vicende che si intrecciano, a un ritmo incalzate e con un continuo cambio d di scene, che a volte si svolgono in contemporanea sul palcoscenico, si mischiano concezioni religiose e visioni politiche, caratteri, razze, caratteri e sensibilità diverse, personaggi reali e fantastici, come gli angeli del titolo, angeli dell'AIDS che però raccontano che nonostante l'orrore le cose vanno avanti e niente è perduto. E' stata definita una "Divina Commedia dei nostri anni tragici e tormentati", dove l'inferno dell'AIDS è la parabola delle inquietudini e degli elementi di crisi che agitavano quegli anni e di cui New York era il crogiuolo. Uno spettacolo potente, a cui valeva la pena di assistere affrontandolo nella versione "maratona", suddiviso tra il pomeriggio e la sera di ieri. Tutti eccezionali gli interpreti, per metà il nucleo storico dell'Elfo, ma una menzione particolare per Edoardo Ribatto nei panni di Prior e Fabrizio Matteini in quello di Belize. Tutti sommersi dagli applausi di un pubblico grato.
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