Sul piede di partenza verso l'Oriente, destinazione finale la Birmania oggi chiamata Myanmar, non ho potuto assistere dal vivo alla cinquina rifilata al Parma dalla Beneamata ieri sera, nel succulento anticipo della 17ª giornata di campionato. Che la serata potesse essere propizia me l'aveva fatto capire la calza nerazzura colma di generi di conforto per il lungo viaggio fattami trovare da una mia cara amica, oltre alla saggia decisione da parte della società di evitare lunghe trasferte in luoghi esotici per la preparazione in vista della ripresa del torneo, rimanendo in climi adeguati alle nostre latitudini ad Appiano Gentile. Al di là della scarsezza (relativa) del Parma, forse ancora intossicato dai bagordi natalizi, si è vista una squadra che è tornata a essere tale, un collettivo (l'esperienza infinita di Ranieri a questo è servita), pimpante, fisicamente a posto, con un gioco e la voglia di farlo. Ha chiuso la partita nel primo tempo (il migliore disputato nella stagione) con Álvarez che si conferma sempre più ai livelli che ci si aspettano da lui (l'autonomia a ritmi accettabili limitata a 60' al massimo è per ora il suo limite) e Milito, baciato finalmente dalla buona sorte, tramutato da ranocchio in Principe del "Triplete", su tutti. Di Milito (su assist perfetto di Álvarez), Motta dalla distanza e ancora Milito di testa su cross di Maicon gli splendidi gol del primo tempo; di Pazzini (su assist del Principe, che aveva messo lo zampino anche nella rete di Motta) e Faraoni, il primo in Serie A del giovane e promettente nerazzurro che a me piace moltissimo, i gol del pokerissimo perfezionato nella ripresa, giocata con raziocinio, controllando l'incontro. Il derby di domenica prossima? Siamo tornati nelle condizioni per giocarcela, come dimostra una differenza-reti tornata guardabile. Si può fare...
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