"La bella gente" di Ivano De Matteo. Con Monica Guerritore, Enzo Catania, Victoria Larchenko, Iaia Forte, Elio Germano, Giorgio Gobbi, Myriam Catania. Italia 2009 ★★★★+
Viene spontaneo chiedersi come mai venga distribuito soltanto oggi, sette anni dopo che fu girato e sei che era pronto a uscire nelle sale un film che pure vanta interpreti di prim'ordine, tra cui svetta una magnifica Monica Guerritore che è abbastanza inconsueto vedere sul grande schermo, e questo nonostante il buon successo di altri due film di De Matteo, Gli equilibristi e I nostri ragazzi, entrambi successivi a "La bella gente". In tempi di buonismo imperante e in considerazione del fatto che una certa cultura "conformista de sinistra" non ha mai mollato la propria presa sul mondo cinematografaro essenzialmente romanocentrico, il motivo salta all'occhio: perché "La bella gente" descrive ferocemente, senza dover essere caricaturale e ricorrere ad artifizi vanziniani od ozptetekiani, e quindi doverosamente sputtana proprio la genia che è la perfetta espressione di quel mondo: il piddino-tipo, e lo fa con una precisione chirurgica che fa sperare di aver trovato un degno erede di un grande maestro: Mario Monicelli. A differenza di altri presunti eredi della "commedia all'italiana" dei bei tempi andati, l'occhio di De Matteo è distaccato e non complice di questo maniacale parlarsi addosso e dell'esibizione dei propri turbamenti, e molto si deve alla scelta degli interpreti, su cui giganteggia la Guerritore, che impersona una psicologa che si occupa del recupero di donne oggetto di violenza la quale, andando col marito immobiliarista ma progressista, e dunque "corretto" per (auto)definizione, a trascorrere le vacanze estive nel bel casale ristrutturato del Viterbese, incoccia in una giovanissima prostituta ucraina e si incaponisce nel volerla "salvare" inducendo il compagno a operare un vero e proprio sequestro di persona e imporre alla poveraccia la propria "bontà". Inizialmente la coppia di "bravi democratici", che freme dalla voglia di redimere Nadja, questo il nome della ragazza, la tratta come una di famiglia, imponendola perfino alla coppia di amici e vicini che, da gretti cafoni rifatti ma almeno autentici, subito percepiscono che la situazione è paradossale e non lo nascondono, ma quando arriva il figlio, studentello viziato a Londra, assieme all'odiosa fidanzata pariolina, e nasce qualcosa tra lui e Nadja, il perbenismo ipocrita della piccolo borghese "arrivata" ha il sopravvento sulla velleitaria progressista ex rivoluzionaria e la "colta" psicologa femminista militante inizia a trattarla come una serva e una possibile ladra nonché intrusa, rivelando il proprio autentico, invariabile volto autoritario e fascistoide, pronta a scaricare "il pacco" che le è servito per lavarsi la coscienza e pensando di salvarsi l'anima con una busta di contanti: alla fine è pur sempre una puttana, no? La Guerritore è sontuosa nell'accompagnare questa "evoluzione" passo dopo passo, con infinitesimali variazioni di toni, sguardi e gesti, ben supportata da tutto il resti del cast e da una regia pulita e senza fronzoli: insomma, secondo me De Matteo ha fatto definitivamente centro. Complimenti e grazie!
Viene spontaneo chiedersi come mai venga distribuito soltanto oggi, sette anni dopo che fu girato e sei che era pronto a uscire nelle sale un film che pure vanta interpreti di prim'ordine, tra cui svetta una magnifica Monica Guerritore che è abbastanza inconsueto vedere sul grande schermo, e questo nonostante il buon successo di altri due film di De Matteo, Gli equilibristi e I nostri ragazzi, entrambi successivi a "La bella gente". In tempi di buonismo imperante e in considerazione del fatto che una certa cultura "conformista de sinistra" non ha mai mollato la propria presa sul mondo cinematografaro essenzialmente romanocentrico, il motivo salta all'occhio: perché "La bella gente" descrive ferocemente, senza dover essere caricaturale e ricorrere ad artifizi vanziniani od ozptetekiani, e quindi doverosamente sputtana proprio la genia che è la perfetta espressione di quel mondo: il piddino-tipo, e lo fa con una precisione chirurgica che fa sperare di aver trovato un degno erede di un grande maestro: Mario Monicelli. A differenza di altri presunti eredi della "commedia all'italiana" dei bei tempi andati, l'occhio di De Matteo è distaccato e non complice di questo maniacale parlarsi addosso e dell'esibizione dei propri turbamenti, e molto si deve alla scelta degli interpreti, su cui giganteggia la Guerritore, che impersona una psicologa che si occupa del recupero di donne oggetto di violenza la quale, andando col marito immobiliarista ma progressista, e dunque "corretto" per (auto)definizione, a trascorrere le vacanze estive nel bel casale ristrutturato del Viterbese, incoccia in una giovanissima prostituta ucraina e si incaponisce nel volerla "salvare" inducendo il compagno a operare un vero e proprio sequestro di persona e imporre alla poveraccia la propria "bontà". Inizialmente la coppia di "bravi democratici", che freme dalla voglia di redimere Nadja, questo il nome della ragazza, la tratta come una di famiglia, imponendola perfino alla coppia di amici e vicini che, da gretti cafoni rifatti ma almeno autentici, subito percepiscono che la situazione è paradossale e non lo nascondono, ma quando arriva il figlio, studentello viziato a Londra, assieme all'odiosa fidanzata pariolina, e nasce qualcosa tra lui e Nadja, il perbenismo ipocrita della piccolo borghese "arrivata" ha il sopravvento sulla velleitaria progressista ex rivoluzionaria e la "colta" psicologa femminista militante inizia a trattarla come una serva e una possibile ladra nonché intrusa, rivelando il proprio autentico, invariabile volto autoritario e fascistoide, pronta a scaricare "il pacco" che le è servito per lavarsi la coscienza e pensando di salvarsi l'anima con una busta di contanti: alla fine è pur sempre una puttana, no? La Guerritore è sontuosa nell'accompagnare questa "evoluzione" passo dopo passo, con infinitesimali variazioni di toni, sguardi e gesti, ben supportata da tutto il resti del cast e da una regia pulita e senza fronzoli: insomma, secondo me De Matteo ha fatto definitivamente centro. Complimenti e grazie!
Nessun commento:
Posta un commento