E' indecente e al tempo stesso esilarante lo spettacolo offerto dall'infinita gamma di reazioni e commenti sul presunto "Caso Volkswagen", a cominciare dai mannagger, per proseguire coi politici, gli economisti, i tuttologi, i media in generale ma anche gli esperti da bar: chi fa le mosse di scandalizzarsi; chi si frega le mani perché anche i tedeschi (sai che novità) si sono sputtanati dimostrando di essere uguali e non migliori degli altri (per la serie siamo tutti ladri e teniamo famiglia); chi vede solo complotti (e sicuramente la faccenda influirà sui mercanteggiamenti sottobanco in vista della conclusione del TTIP) e chi insiste con l'invocare una inesistente "moralità" dei mercati che tutto sistemerebbe, come se per definizione un imprenditore capitalista non ne fosse privo. Quasi tutti, invariabilmente, cadono dal pero, facendo finta che alla base di questa, come di ogni altra vicenda che abbia a che fare coi dané, non vi siano, semplicemente, l'avidità e l'egoismo umani, per cui qualsiasi cosa è finalizzata al profitto qui e ora, senza volersi rendere conto che il capitalismo, come sistema economico, è semplicemente lo strumento più efficace per incentivare al massimo quell'avidità, e che il liberismo e il mercatismo senza limiti, e la loro elevazione a dogma globalizzato, ne sono il supporto ideologico: tutto qui, e fine dei discorsi. Detta in altri termini, il capitalismo funziona come una droga, ma di quelle pesanti. Una volta innescato il meccanismo, basato sulla liberazione progressiva dai vincoli che gravano sul "mercato", e in base al presupposto di uno "sviluppo" in linea di principio inarrestabile e infinito, cosa che non è, a meno di non ipotizzare il passaggio a una dimensione diversa da quella che conosciamo come esseri terrestri e mortali, bisogna assumerne in dosi sempre maggiori, fino ad arrivare all'eliminazione completa di qualsiasi vincolo, il che porta prima o poi all'overdose fatale, anche nel caso in cui ci si possa permettere la sostanza di qualità migliore; se poi viene "tagliata", come nel caso dell'innesto della finanziarizzazione nel normale ciclo produttivo, non si fa che accelerare l'arrivo del momento finale. Semplicemente, stiamo avvicinandoci a quel punto, e i segnali ci sono tutti; il cosiddetto "scandalo VW" è uno, e non dei maggiori; la cosiddetta "emergenza profughi" e la relativa bomba migratoria ne è un altro. Quanto manchi, non ne ho la minima idea: molto probabilmente non lo vedremo io e i miei coetanei, una parte dei quali ha sempre auspicato il suo arrivo, però per mano nostra; che arrivi è scontato, ma se il sistema così com'è vi giunge sulle sue gambe, benché sempre più traballanti, si porterà inevitabilmente via tutto, secondo la sua logica perversa, che è cieca e non prevede altro che la propria riproduzione, come un virus: perché tale è. C'è di buono che noi non ci saremo...
venerdì 25 settembre 2015
VW: il finto scandalo e i finti tonti
E' indecente e al tempo stesso esilarante lo spettacolo offerto dall'infinita gamma di reazioni e commenti sul presunto "Caso Volkswagen", a cominciare dai mannagger, per proseguire coi politici, gli economisti, i tuttologi, i media in generale ma anche gli esperti da bar: chi fa le mosse di scandalizzarsi; chi si frega le mani perché anche i tedeschi (sai che novità) si sono sputtanati dimostrando di essere uguali e non migliori degli altri (per la serie siamo tutti ladri e teniamo famiglia); chi vede solo complotti (e sicuramente la faccenda influirà sui mercanteggiamenti sottobanco in vista della conclusione del TTIP) e chi insiste con l'invocare una inesistente "moralità" dei mercati che tutto sistemerebbe, come se per definizione un imprenditore capitalista non ne fosse privo. Quasi tutti, invariabilmente, cadono dal pero, facendo finta che alla base di questa, come di ogni altra vicenda che abbia a che fare coi dané, non vi siano, semplicemente, l'avidità e l'egoismo umani, per cui qualsiasi cosa è finalizzata al profitto qui e ora, senza volersi rendere conto che il capitalismo, come sistema economico, è semplicemente lo strumento più efficace per incentivare al massimo quell'avidità, e che il liberismo e il mercatismo senza limiti, e la loro elevazione a dogma globalizzato, ne sono il supporto ideologico: tutto qui, e fine dei discorsi. Detta in altri termini, il capitalismo funziona come una droga, ma di quelle pesanti. Una volta innescato il meccanismo, basato sulla liberazione progressiva dai vincoli che gravano sul "mercato", e in base al presupposto di uno "sviluppo" in linea di principio inarrestabile e infinito, cosa che non è, a meno di non ipotizzare il passaggio a una dimensione diversa da quella che conosciamo come esseri terrestri e mortali, bisogna assumerne in dosi sempre maggiori, fino ad arrivare all'eliminazione completa di qualsiasi vincolo, il che porta prima o poi all'overdose fatale, anche nel caso in cui ci si possa permettere la sostanza di qualità migliore; se poi viene "tagliata", come nel caso dell'innesto della finanziarizzazione nel normale ciclo produttivo, non si fa che accelerare l'arrivo del momento finale. Semplicemente, stiamo avvicinandoci a quel punto, e i segnali ci sono tutti; il cosiddetto "scandalo VW" è uno, e non dei maggiori; la cosiddetta "emergenza profughi" e la relativa bomba migratoria ne è un altro. Quanto manchi, non ne ho la minima idea: molto probabilmente non lo vedremo io e i miei coetanei, una parte dei quali ha sempre auspicato il suo arrivo, però per mano nostra; che arrivi è scontato, ma se il sistema così com'è vi giunge sulle sue gambe, benché sempre più traballanti, si porterà inevitabilmente via tutto, secondo la sua logica perversa, che è cieca e non prevede altro che la propria riproduzione, come un virus: perché tale è. C'è di buono che noi non ci saremo...
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Il "caso VW" è una classica "macchina del fango", funzionale al sistema uso alla logica del ricatto morale al solo scopo di punire commercialmente, cioè lì dove vi sono interessi economici e finanziari comuni a tutto il capitalismo all-over-the-world. Punire non il concorrente, che fra loro sappiamo bene fare sempre squadra e cartello, ma il mercato dell'amico indicandolo alla massa come depravato, amorale, scorretto, pericoloso per la salute pubblica, ecc.
RispondiEliminaI destinatari di queste macchine del fango siamo infatti noi, cittadini, consumatori e massa insieme, indirizzati dai media verso l'obiettivo voluto da una parte del sistema capitalistico contro quella che fa le bizze di fronte a un nuovo accordo in corso fra loro su qualcosa (di cui nulla sappiamo).
Guadagnano tutti: media, concorrenti, finanza e mercati. Scendono le azioni? Poco male, c'è sempre chi specula sui ribassi così da comprare in attesa che l'accordo alla fine si faccia e parta il rialzo che lo farà guadagnare.
Fuffa, nient'altro che fuffa.
Stordente, questo sì, ma fuffa.
Meno fuffica la storia dei profughi, secono il mio parere da 2 soldi: lì pare che gli interessi siano concordi tranne, con alcuni paesi, in un punto: quanto mi viene in tasca? Le questioni vere, cioè come questa fuffa e questa accoglienza forzosa riversi le sue conseguenze sulle nostre reali esistenze, è questione mai in campo, dibattuta da nessuno, scansata come questione velleitaria, razzista, luddistae...mettici ciò che vuoi, il risultato non cambia.
Lo diceva Lumet già nel 1976:
"Non vi sono nazioni, non vi sono popoli, non vi sono russi, non vi sono arabi, non vi sono terzi mondi, non c'è nessun Ovest! Esiste soltanto un unico, un solo sistema di sistemi: uno, vasto, immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale, dominio dei dollari, petro-dollari, elettrodollari, multidollari, sterline, rubli, franchi: è il sistema internazionale valutario, che determina la totalità della vita su questo pianeta. Questo è l'ordine naturale delle cose, oggi, questa è l'atomica! [...]
Da allora alcune cose sono migliorate (per il sistema): non esistono nemmeno più i franchi, non esistono fra un po' nemmeno più gli arabi, stanno minacciando apertamente i rubli.
Ciò che dovrebbe essereallargato è il panorama dei media: se la tv è il totem incontrastato, oggi il totem dei totem è internet, il regno della fuffa...