E' risaputo che gli italiani, o almeno quella parte di essi che ha una qualche rilevanza nella vita politica, si bevono tutte le mirabolanti promesse che propina loro l'Uomo della Provvidenza a cui di volta in volta, invariabilmente, affidano il loro destino. Per quella minoranza che non cade in questo riflesso condizionato, Giuseppe Prezzolini aveva coniato, in una lettera a Piero Gobetti del settembre 1922, il termine di "apoti". Chissà se dopo la visione dell'ultima puntata di Report in onda su RAITRE nella serata di domenica scorsa e relativa agli effetti sulle regole alimentari del TTIP (il trattato di libero scambio tra UE e USA in discussione il più possibile lontano dai riflettori e all'insaputa dei più e sulla cui firma premono multinazionali e mondo finanziario) gli stessi, incantati dal dinamismo parolaio dell'attuale premier, saranno altrettanto disposti a ingurgitare le porcherie che si ritroveranno sulla tavola, e non solo, se quel famigerato accordo andasse davvero in porto. Proprio in occasione di una giornata ufficiale "di dialogo" sul trattato, organizzata il 14 scorso a Roma dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Carlo Calende nel bel mezzo di una settimana di mobilitazioni contro il TTIP a livello europeo, passate invece pressoché sotto silenzio-stampa, l'ipercinetico bellimbusto che siede a Palazzo Chigi non ha mancato di cogliere l'occasione per ribadire che il trattato ha "l'appoggio incondizionato del governo italiano", il quale si attende un "salto di qualità e uno scatto in avanti" nelle trattative, augurandosi che si chiudano entro la fine del prossimo anno perché, parola di Renzie, "non è un semplice accordo commerciale come gli altri, ma è una scelta strategica e culturale per l'UE", e questa volta c'è da credergli sulla parola : significherebbe la definitiva americanizzazione di quel che rimane dell'Europa (e non mi riferisco certo al suo baraccone istituzionale, che ne è la gabbia) e il suo asservimento al mercatismo globalizzato. Sono queste le vere priorità del governo: gli 80 €, il bonus bebè, le unioni di fatto, i diritti dei gay e le altre fandonie propalate in un interminabile e scientifico imbesuimento mediatico sono cortine fumogene o meglio beveroni allucinogeni e narcotizzanti propinati a chi è disposto a tracannarsi qualsiasi cosa. A cominciare dal Selfie Made Man e dalla sua corte di ribolliti.
giovedì 23 ottobre 2014
TTIP: la vera priorità del Selfie Made Man
E' risaputo che gli italiani, o almeno quella parte di essi che ha una qualche rilevanza nella vita politica, si bevono tutte le mirabolanti promesse che propina loro l'Uomo della Provvidenza a cui di volta in volta, invariabilmente, affidano il loro destino. Per quella minoranza che non cade in questo riflesso condizionato, Giuseppe Prezzolini aveva coniato, in una lettera a Piero Gobetti del settembre 1922, il termine di "apoti". Chissà se dopo la visione dell'ultima puntata di Report in onda su RAITRE nella serata di domenica scorsa e relativa agli effetti sulle regole alimentari del TTIP (il trattato di libero scambio tra UE e USA in discussione il più possibile lontano dai riflettori e all'insaputa dei più e sulla cui firma premono multinazionali e mondo finanziario) gli stessi, incantati dal dinamismo parolaio dell'attuale premier, saranno altrettanto disposti a ingurgitare le porcherie che si ritroveranno sulla tavola, e non solo, se quel famigerato accordo andasse davvero in porto. Proprio in occasione di una giornata ufficiale "di dialogo" sul trattato, organizzata il 14 scorso a Roma dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Carlo Calende nel bel mezzo di una settimana di mobilitazioni contro il TTIP a livello europeo, passate invece pressoché sotto silenzio-stampa, l'ipercinetico bellimbusto che siede a Palazzo Chigi non ha mancato di cogliere l'occasione per ribadire che il trattato ha "l'appoggio incondizionato del governo italiano", il quale si attende un "salto di qualità e uno scatto in avanti" nelle trattative, augurandosi che si chiudano entro la fine del prossimo anno perché, parola di Renzie, "non è un semplice accordo commerciale come gli altri, ma è una scelta strategica e culturale per l'UE", e questa volta c'è da credergli sulla parola : significherebbe la definitiva americanizzazione di quel che rimane dell'Europa (e non mi riferisco certo al suo baraccone istituzionale, che ne è la gabbia) e il suo asservimento al mercatismo globalizzato. Sono queste le vere priorità del governo: gli 80 €, il bonus bebè, le unioni di fatto, i diritti dei gay e le altre fandonie propalate in un interminabile e scientifico imbesuimento mediatico sono cortine fumogene o meglio beveroni allucinogeni e narcotizzanti propinati a chi è disposto a tracannarsi qualsiasi cosa. A cominciare dal Selfie Made Man e dalla sua corte di ribolliti.
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