"Venere in pelliccia" (Venus in Fur) di Roman Polanski. Con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric. Francia, Polonia 2013 ★★★★★
Un altro colpo di genio da parte di un maestro, un film imperdibile per chiunque ami il cinema, il teatro, i grandi interpreti e, soprattutto, coltivi l'esercizio dell'intelligenza, con in più la garanzia di divertirsi. "Venere in pelliccia" è l'adattamento cinematografico della pièce teatrale di David Ives a sua volta tratta dall'omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch del 1870, ed è ambientato in un piccolo e un po' decrepito teatro parigino in cui un regista, Thomas, sta concludendo, sconsolato, le audizioni per assegnare la parte della protagonista, Vanda, del proprio adattamento dell'opera. E' quasi rassegnato, data la pochezza e inadeguatezza delle candidate, quando fa irruzione, nella teatro vuoto, un'aspirante in ritardo su un appuntamento che nemmeno aveva, scarmigliata, vociante, volgare, ignorante, dall'aspetto decisamente puttanesco, così determinata ad ottenere la parte da imporre la propria audizione, quasi "violentando" Thomas. "Per pura coincidenza" si chiama proprio Vanda e dalla prima parola del testo che pronuncia, peraltro non inquadrata, si capisce che non più che essere lei, la prescelta, perché da quel momento nasce la magia, tutta teatrale, della finzione che si confonde con la realtà, dell'intreccio dialettico sempre più calzante e sempre puntuale, dell'inversione delle parti e Vanda non può che essere lei e non solo, diventa perfino la Venere del testo di Sacher-Masoch e comincia a interagire col sempre più disorientato e affascinato Thomas, fino ad invertire in sostanza le parti e diventare lei la regista dell'adattamento fino a manipolarne il testo e lui il protagonista che, nella scena finale, riassume in sé tutto: l'uomo e la donna, il sadico e il masochista, il regista e l'attore, il reale e l'immaginario, legato e come immolato a un cactus di cartapesta, resto di una rappresentazione precedente. E' tutto questo oggetto del film, il masochismo e le fantasie sessuali solo una parte e comunque il pretesto, per quanto la Seigner, magnifica interprete e altrettanto magnifica cinquantenne, distilli una carica erotica quantomai potente che sembra uscire dallo schermo, per consentire ancora una volta a Polanski di esplorare i lati ambigui e nascosti dell'animo umano e di una realtà che è soltanto apparente, perché la verità, in quanto tale, non esiste. L'interpretazione di Amalric è altrettanto all'altezza, il risultato un film perfetto, esemplare: non perdetelo. Grazie ancora una volta, maestro!
Un altro colpo di genio da parte di un maestro, un film imperdibile per chiunque ami il cinema, il teatro, i grandi interpreti e, soprattutto, coltivi l'esercizio dell'intelligenza, con in più la garanzia di divertirsi. "Venere in pelliccia" è l'adattamento cinematografico della pièce teatrale di David Ives a sua volta tratta dall'omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch del 1870, ed è ambientato in un piccolo e un po' decrepito teatro parigino in cui un regista, Thomas, sta concludendo, sconsolato, le audizioni per assegnare la parte della protagonista, Vanda, del proprio adattamento dell'opera. E' quasi rassegnato, data la pochezza e inadeguatezza delle candidate, quando fa irruzione, nella teatro vuoto, un'aspirante in ritardo su un appuntamento che nemmeno aveva, scarmigliata, vociante, volgare, ignorante, dall'aspetto decisamente puttanesco, così determinata ad ottenere la parte da imporre la propria audizione, quasi "violentando" Thomas. "Per pura coincidenza" si chiama proprio Vanda e dalla prima parola del testo che pronuncia, peraltro non inquadrata, si capisce che non più che essere lei, la prescelta, perché da quel momento nasce la magia, tutta teatrale, della finzione che si confonde con la realtà, dell'intreccio dialettico sempre più calzante e sempre puntuale, dell'inversione delle parti e Vanda non può che essere lei e non solo, diventa perfino la Venere del testo di Sacher-Masoch e comincia a interagire col sempre più disorientato e affascinato Thomas, fino ad invertire in sostanza le parti e diventare lei la regista dell'adattamento fino a manipolarne il testo e lui il protagonista che, nella scena finale, riassume in sé tutto: l'uomo e la donna, il sadico e il masochista, il regista e l'attore, il reale e l'immaginario, legato e come immolato a un cactus di cartapesta, resto di una rappresentazione precedente. E' tutto questo oggetto del film, il masochismo e le fantasie sessuali solo una parte e comunque il pretesto, per quanto la Seigner, magnifica interprete e altrettanto magnifica cinquantenne, distilli una carica erotica quantomai potente che sembra uscire dallo schermo, per consentire ancora una volta a Polanski di esplorare i lati ambigui e nascosti dell'animo umano e di una realtà che è soltanto apparente, perché la verità, in quanto tale, non esiste. L'interpretazione di Amalric è altrettanto all'altezza, il risultato un film perfetto, esemplare: non perdetelo. Grazie ancora una volta, maestro!
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