"Il cavaliere oscuro / Il ritorno"(The Dark Knight Rises) di Christopher Nolan. Con Christian Bale, Michael Caine, Anne Hathaway, Gary Olman, Tom Hardy, Morgan Freeman, Marion Cotillard, Joseph Gordon Levitt. GB, USA 2012 ★★★★
Non delude, il film che chiude la trilogia dedicata a Batman, all'altezza, per tensione e spettacolarità, di quello che aveva come il Joker interpretato da Heath Ledger. Se possibile, il regista di tutta la serie, Christopher Nolan, ha reso il tutto ancora più cupo, scavando nella psiche di un supereroe sempre più umano e l'avversario, il cattivo di turno, umano anche lui e con ottime motivazioni per essere infuriato con Gotham City, identificata come il regno della corruzione e della finanza onnipotente che tende a schiavizzare l'umanità. E' una New York mica tanto lontana dalla realtà, quella che si vede nel film, che vive nel ricordo di Harvey Dent, il procuratore distrettuale che ha assunto dimensioni mitiche grazie al fatto che Batman si è preso la responsabilità della sua morte otto anni prima, impedendo che ne venissero diffusi e dettagli e sparendo dalla circolazione. Perché la città ha bisogno, appunto di credere in un eroe, e da allora vive in una pace relativa finché non arriva sulla scena Bane, la cui maschera antidolorifica che ne rende semi meccanica la voce lo rende ancora più inquietante, e le sue azioni terroristiche la rigettano nel caos. Come prima cosa assalta Wall Street occupando la Borsa, poi manda in rovina la società di Bruce Wayne-Batman, che da otto anni vive relegato in casa, acciaccato, demotivato e sconfitto, infiltrandola di suoi scagnozzi e la sua socia segreta, di cui Wayne non si fida al punto di iniziare una relazione con lei; infine si appropria di un reattore nucleare destinato alla produzione di energia pulita riconvertendolo in un letale ordigno atomico. Toccherà a Wayne rientrare in scena sotto le sembianze dell'uomo pipistrello, alleato a una specie di Cat-Woman bene interpretata da una maliziosamente graziosa Anne Hataway, e salvare ancora una volta Gotham City, e ci riuscirà per un pelo con l'aiuto del futuro Robin. Regista inglese, come una buona metà del cast, per un film solo parzialmente "americano", il cui "happy end" lascia l'amaro in bocca e l'accenno a qualche riflessione su un sistema marcio, che non può andare avanti all'infinito.. Bravi tutti gli interpreti, lascia perplessi la scelta della sopravvalutata e onnipresente Marion Cotillard, l'attrice specializzata in sguardi bovini grazie ai suoi strabici occhioni a palla. Impagabili le scene dell'assalto allo "Stock Exchange" e dello sprofondamento del campo da baseball, dopo successive esplosioni, davanti a un pubblico basito quanto rincoglionito dopo la patetica esecuzione dell'inno nazionale a cappella da parte di una straziante voce bianca prima dell'inizio di una partita del gioco più cretino del mondo: scene che mi hanno dato la stessa euforia della sequenza del bombardamento di Pearl Harbourda parte dei giapponesi nell'omonimo film di Michael Bay: ogni volta che passa la pallicola in TV me la rivedo e invariabilmente mi viene da gridare "banzai"!
Non delude, il film che chiude la trilogia dedicata a Batman, all'altezza, per tensione e spettacolarità, di quello che aveva come il Joker interpretato da Heath Ledger. Se possibile, il regista di tutta la serie, Christopher Nolan, ha reso il tutto ancora più cupo, scavando nella psiche di un supereroe sempre più umano e l'avversario, il cattivo di turno, umano anche lui e con ottime motivazioni per essere infuriato con Gotham City, identificata come il regno della corruzione e della finanza onnipotente che tende a schiavizzare l'umanità. E' una New York mica tanto lontana dalla realtà, quella che si vede nel film, che vive nel ricordo di Harvey Dent, il procuratore distrettuale che ha assunto dimensioni mitiche grazie al fatto che Batman si è preso la responsabilità della sua morte otto anni prima, impedendo che ne venissero diffusi e dettagli e sparendo dalla circolazione. Perché la città ha bisogno, appunto di credere in un eroe, e da allora vive in una pace relativa finché non arriva sulla scena Bane, la cui maschera antidolorifica che ne rende semi meccanica la voce lo rende ancora più inquietante, e le sue azioni terroristiche la rigettano nel caos. Come prima cosa assalta Wall Street occupando la Borsa, poi manda in rovina la società di Bruce Wayne-Batman, che da otto anni vive relegato in casa, acciaccato, demotivato e sconfitto, infiltrandola di suoi scagnozzi e la sua socia segreta, di cui Wayne non si fida al punto di iniziare una relazione con lei; infine si appropria di un reattore nucleare destinato alla produzione di energia pulita riconvertendolo in un letale ordigno atomico. Toccherà a Wayne rientrare in scena sotto le sembianze dell'uomo pipistrello, alleato a una specie di Cat-Woman bene interpretata da una maliziosamente graziosa Anne Hataway, e salvare ancora una volta Gotham City, e ci riuscirà per un pelo con l'aiuto del futuro Robin. Regista inglese, come una buona metà del cast, per un film solo parzialmente "americano", il cui "happy end" lascia l'amaro in bocca e l'accenno a qualche riflessione su un sistema marcio, che non può andare avanti all'infinito.. Bravi tutti gli interpreti, lascia perplessi la scelta della sopravvalutata e onnipresente Marion Cotillard, l'attrice specializzata in sguardi bovini grazie ai suoi strabici occhioni a palla. Impagabili le scene dell'assalto allo "Stock Exchange" e dello sprofondamento del campo da baseball, dopo successive esplosioni, davanti a un pubblico basito quanto rincoglionito dopo la patetica esecuzione dell'inno nazionale a cappella da parte di una straziante voce bianca prima dell'inizio di una partita del gioco più cretino del mondo: scene che mi hanno dato la stessa euforia della sequenza del bombardamento di Pearl Harbourda parte dei giapponesi nell'omonimo film di Michael Bay: ogni volta che passa la pallicola in TV me la rivedo e invariabilmente mi viene da gridare "banzai"!
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