Non sono mai stato un grande estimatore di Vauro, e meno che mai del giornale su cui pubblica le sue vignette, il Manifesto, che da decenni sopravvive di carità pubblica a dispetto della mancanza di lettori, ma ho apprezzato molto quella apparsa domenica e che ha scatenato non soltanto le ire del ministro Lafornero, ma anche del coro pressoché unanime della stampa nostrana, che in nome del "politicamente corretto" la taccia di volgarità e maschilismo. Per una volta concordo con il "quotidiano comunista". Ci mancava anche la solidarietà di genere, da parte di questi ipocriti benpensanti, che dopo aver dedicato pagine alle tette di Kate Middleton e alla liceità della pubblicazione delle relative foto, si scandalizzano perché un vignettista ritrae Lafornero agghindata da attempata call girl in attesa della telefonata di Marchionne (frase peraltro pronunciata da lei). La stessa pruderie che coglie le vecchie lenze del pettegolezzo quando escogitano il termine "olgettine" per definire il giro di puttane gestito e organizzato per Berlusconi dalla maîtresse Nicole Minetti, lei stessa del mestiere (ma la chiamano consigliera regionale o tutt'al più igienista dentale del Presidente) o quando usano l'eufemismo escort intendendo le mignotte. Probabilmente perché alla categoria appartengono in buona parte anche i pennivendoli di regime e di complemento, la cui vocazione non è dire le cose come stanno ma fare la voce del padrone. Che in Italia, da più di un secolo, è la FIAT. E' di Valletta, l'antesignano di Minchionne, la frase che "Ciò che è bene per la FIAT è bene per l'Italia", ed è per questo che a bordo delle scalcagnate macchine torinesi siamo entrati in due guerre, abbiamo asfaltato il Paese per motorizzarlo, lo Stato l'ha finanziata incessantemente incentivandola in ogni modo, appianandone i debiti, favorendola senza ritegno col creare una situazione di monopolio che le consentisse di vendere dei prodotti scadenti, che infatti all'estero avevano ben poco successo, a giudicare dall'inappellabile responso del "mercato". Ma guai a dire che la FIAT costruisce macchine di merda e che la sua dirigenza e proprietà è discutibile quando non truffaldina: non si deve criticare la Real Casa, e infatti per decenni ci hanno propinato il mito dell'Avvocato con la A maiuscola, un bagonghi con le basette, così pirla che portava l'orologio sopra il polsino, che per tre quarti della sua vita ha fatto il viveur, un burino che passava per raffinato solo perché parlava con la erre moscia e faceva battute da cicisbeo. Vale per la FIAT quel che vale per la Juventus nel calcio, che è metafora della realtà. Non a caso la squadra in maglia optical, che della FIAT è emanazione, ha da sempre smaramaldeggiato in Italia, dove tutto può, costruendo una buona metà delle sue vittorie sulla truffa e l'intimidazione nel silenzio connivente di gran parte dei media asserviti, e appena mette in naso fuori dai confini viene irrimediabilmente ridimensionata. Non per niente è da sempre chiamata "la vecchia bagascia" dalla stragrande maggioranza degli italiani che non sopporta la sua arroganza. Ma siccome bisogna compiacere i conformisti e i sepolcri imbiancati, non bisogna dire le cose come stanno e meno che mai prendere per i fondelli l'Autorità: che si chiami Lafornero o Napolitano, è sempre Lesa Maestà.
Sembra assurdo ma adesso il Governo è pronto a calare le braghe pur di tenere la Fiat in Italia e, pare, che il sentimento popolare che, come tu ben sai, in friulandia si respira nelle osterie&birrerie,sia allineato con un'altra paccata di miliardi per l'azienda Sabbauda.Ora, dico io, se Marchionne se la vuole portare fuori dai cojons perchè il mercato non tiene più che se la porti...e facciamola finita una volta per tutte. Sennò che si accetti che il travaso di know how, e di danari, con la Chrisler è una necessità e che il piano industriale è saltato anche a causa di lor signori. Ma siamo di fronte ad un Governo fortemente sindacalista che pensa di salvare con la tanto odiata contrattazione quello che oramai è già in stato di decomposizione. Le loro riforme sono ridicole ed inattuabili - mancano tutti i decreti attuativi - e stiamo ancora aspettando la riforma dei taxisti, anzi tassinari.Pagliacci da circo prointi per Montecarlo.Pagliacci e basta.
RispondiEliminaE' tutto piuttosto patetico, a dire il vero.
RispondiEliminaNon si capisce perché stiano ancora a parlarne, dato che a volersi togliere il prosciutto dagli occhi era già chiaro due anni fa, il gioco di sponda, sul caso Fiat, fra governo e sindacati.
Forse ora bisogna arrivare a liquidare gli impianti o a svenderli?
Fiat allora è stata utile al governo per introdurre un nuovo modello di fabbrica e nuove regole contrattuali al di fuori dei passati vincoli di legge (allora ancora in vigore).
Ora il tutto è cosa fatta, la legge è stata cambiata e Monti ha iniziato a spingere per abolire proprio lo Statuto del Lavoratori.
Scomettiamo che la Fiat serve di nuovo per questo?
Intanto la ruggine avanza e gli animi col tempo si rassegnano...