domenica 25 novembre 2007

Ein Prosit!


POMERODE - Pur con qualche difficoltà di spostamento, sono alla fine riuscito a raggiungere quello che viene considerato il cuore profondo del Brasile teutonico, qui nello Stato di Santa Catarina, un luogo dove, secondo dati ufficiali, l'80% della popolazione parla ancora il tedesco come prima lingua. Una trentina di chlometri da Blumeneau, nel mezzo di una fertile regione collinosa e verdeggante, e particolarmente umida, dedita al pascolo e all'agricoltura in piccoli appezzamenti, ecco questo paesone piatto, che a metà di un pomeriggio domenicale afoso non brulica certo di vita. La ragione della conservazione della lingua a tutt'oggi, sta nel fatto che Pomerode, oltre ad essere rimasta a lungo pressoché isolata nella zona per mancanza di strade decenti che la colegassero al capoluogo, ha avuto una immigrazione omogenea sia per provenienza (la Pommerania, sul Mar Baltico) sia per religione, luterana. Il dialetto comune non ha reso il portoghese necessario come lingua franca, e il tedesco come lingua di culto è stato il canale essenziale per sua preservazione dopo il divieto, nel secondo dopoguerra, di pubblicazione e insegnamento in tedesco. E' da tenere presente che prima del 1945 esistevano scuole costruite e gestite da coloro che furono i pionieri, i deforestatori di una selva vergine, e i creatori di ogni struttura e infrastruttura, da queste parti, da quasi un secolo. Fu dunque una misura assolutamente ingiusta, presa per essere più realisti del re e compiacere, magari nemmeno richiesti, l'amico nordamericano. Questo mi è stato detto ieri al Mausoleo al dottor Blumenau, ma me l'ha ripetuto questa mattina anche un arzillo ottantacinquenne che mi ha bloccato alla fermata del bus, individuandomi come "compaesano" proveniente dalla Vecchia Europa, e che mi ha raccontato di una vera e propria persecuzione, all'epoca. La cosa che lo offendeva di più, mi diceva, era il fatto che dopo la guerra li considerassero dei nazisti, non conoscendo né la loro storia né quella del posto. "Ma esisteva un partito nazista, proprio qui a Blumenau", gli dico di aver saputo, ed è stato sciolto, giustamente. "Sì ma quello che non le hanno detto è che ne erano membri anche se non soprattutto dei brasiliani autentici. E poi cosa c'entrava tutto il resto della comunità, quando siamo stati noi a costruire tutto, anche per gli altri, dalle scuole, ale biblioteche, ai municipi, a tutti gli edifici pubblici, alle chiese? E secondo lei proprio noialtri prussiani, e luterani, che siamo venuti qui per rendere abitabile un posto fino ad allora invivibile, potevamo avere simpatia per quel farabutto di Hitler, di cui mi vergogno ancora adesso?" Penso a misure di assorbimento forzoso e omogeneizzazione dello stesso tipo prese da Mussolini in Sud Tirolo (e piantiamola una buona volta di chiamarlo Alto Adige) e nella Venezia Giulia dopo la Prima Guerra Mondiale con l'italianizzazione forzata e quel che ne è conseguito, soprattutto in Istria, come vendetta proprio dopo il 1945. Qui ovviamente la situazione è diversa. Tornando all'amena Pomerode, non è un gran ché, ma è il centro amministrativo, commerciale e produttivo di tutta una regione a vocazione agricola. Ho notato numerose segherie e attività artigianali legate al legno, una fabbrica di porcellana piuttosto grande, e un'altra di generi alimentari. In gran numero i maggiolini e maggioloni d'epoca perfettamente funzionanti, tenuti e venerati come reliquie, dai colori il più tipicamente tedeschi possibile (da ogni genere di tinta pastello ai blu cobalto e al verde pisello e al marrone testa di moro, rarissimo), ma anche pullmini VW anni Sessanta. Il parco-macchine più al passo coi tempi è costituito, guarda caso, ancora  in prevalenza da VW e Audi, tutt'al più da affidabili Ford. Ma la perla di Pomerode è la birreria artigianale Schornstein, che mi ripaga ampiamente del deserto torvato nella cittadina non solo per la qualità dei prodotti (una Pilsen non filtrata, un'altra chiara, una Pale Ale sapida e infine una Bock profumata) ma per il programma previsto per la domenica pomeriggio: un duo chitarra e organo elettrico in braghe corte di cuoio con bretelle intarsiate, camicia bianca, calzettoni che sembrava uscito dalla Clinica della Foresta Nera (notare che con la Pommerania questo tipo di abbigliamento non c'entra nulla). Stupendi. Ad alternarsi al canto, insieme a loro, come voce femminile prima una delle cameriere (per sua fortuna non nel tradizionale "dirndl" delle kellerine bavaresi, che pesa dieci chili e necessita di una quarta abbondante di "davanzale", di cui la creatura in questione era sfornita), più stonata di mio cugino Ado, che è un caso di studio, e una bambina sui 10 anni travestita da vamp ma dalla voce più possente e intonata della prima (una specie di Amy Winehouse). Il programma, autentica musica alemã ("come ogni domenica". Ogni, maledetta domenica!). Cantata in portoghese ma talvolta pure in tedesco, come l'indimenticabile "Es geht nach Blumenau/Es ist der Himmel blau" che rimarrà scolpita per sempre nella mia memoria. Indimenticabile. Sono rimasto senza parole per oltre un'ora e mezzo e non credevo alle mie orecchie. Doveroso un Prosit! anche a Pomerode e alla benemerita Schornstein!

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