sabato 6 gennaio 2024

Ferrari

"Ferrari" di Michael Mann. Con Adam Driver, Penélope Cruz, Shailene Woodley, Patrick Dempsey, Gabriel Leone, Lino Musella, Jack O'Connell, Daniela Piperno, Sarah Gadon. Michele Savoia, Giuseppe Attanasio, Alessandro Cremona, Domenico Fortunato, Valentina Bellé, Andrea Dolente e altri. USA 2023 ★★★★-

Decisamente meglio di quel che mi aspettassi, questo Ferrari, che non è propriamente un film biografico sulla vita del Drake, ovvero Commendatore, la cui sceneggiatura è stata tratta da Troy Kennedy Martin a partire dalla ponderosa biografia di Brock Yates Enzo Ferrari: The Man and the Machine, ma si concentra soltanto sul 1957, anno di crisi, sia personale sia professionale, di rottura e di svolta, "horribilis" per definizione per il nostro eroe. Controprova, 130' filati via come l'olio, senza dare nemmeno una volta uno sguardo all'orologio. Vengono in mente le polemiche sorte a Venezia quando era stato presentato all'ultima edizione della Biennale Cinema, sul fatto che a interpretare ruoli italiani sia un attore straniero. Questione di lana caprina: dipende dal film e da chi lo dirige. Che in questo caso è Michael Mann, una garanzia. E mentre qui Alan Driver interpreta in maniera eccellente un Enzo Ferrari nel pieno della maturità, nel penoso House of Gucci di un ormai completamente decotto Ridley Scott fa (sempre decorosamente) la figura di un cretino, nei panni del "cornuto e mazziato". La questione semmai è un'altra: perché a nessun autore italiano è venuto in mente di  girare una pellicola su un personaggio così poderoso, un vero e proprio emblema del Paese, con i suoi pregi e difetti. Un anno decisivo, per Ferrari, il 1957, che segue quello della scomparsa dell'adorato figlio Dino dopo una lunga e grave malattia, che vede definitivamente andare a rotoli il rapporto matrimoniale con Laura Garello, sposata più di trent'anni prima, la quale scopre che dalla la relazione di Enzo con Lina Lardi era nato un altro figlio, Piero, che finché lei fosse vissuta non avrebbe potuto assumere anche il nome del padre: questa la condizione messa dalla donna per il rilascio di una procura che avrebbe consentito di salvare l'azienda, in grave crisi finanziaria. Il fatto è che, a differenza dei grandi costruttori avversari sulle piste, come già Alfa Romeo, e in quegli anni Jaguar e Ford (ma è anche il caso della Mercedes al giorno d'oggi), le corse servivano per far vendere le auto di serie, mentre alla Ferrari accadeva il contrario: la produzione di auto di serie (troppo poche, veri e propri gioielli artigianali) era in funzione del reparto corse, l'unica vera passione "fatale" del costruttore modenese, che un formidabile rivale, benché amico, lo aveva in casa, il concittadino Adolfo Orsi, proprietario della Maserati. Il 1957 vede il Drake destreggiarsi tra mille difficoltà, e il rilancio avverrà grazie alla Mille Miglia di quell'anno, quando gli riuscì di trionfare con Piero Taruffi, che non l'aveva mai vinta in tredici partecipazioni, a bordo della 315 S. Fu anche l'ultima edizione della mitica corsa su strada, funestata dalla tragedia di Guidizzolo, a pochi chilometri dal traguardo di Brescia: per lo scoppio di uno pneumatico la vettura guidata dallo spagnolo Alfonso de Portago prese il volo e finì sul pubblico assiepato ai bordi della strada, causando la morte di 9 spettatori oltre a quella del pilota e del copilota. Ferrari fu per l'ennesima volta tacciato di essere una sorta di Saturno che divora i sui figli (tanti suoi piloti hanno trovato la morte per una passionaccia che era stata anche la sua, ex pilota pure lui) ma fu in grado di salvarsi dall'accusa di aver fatto ripartire, dopo i controlli di prammatica, una vettura dagli pneumatici usurati; lo scoppio fu invece causato da un oggetto lungo il percorso. Il film è in grado di ricostruire in maniera credibile il modo di essere e ragionare e le contraddizioni concrete e umane di un personaggio avvolto dal mito ma pure molto discreto sulla sua vita privata, ed è anche molto italiano, o almeno lo sembra, per il fatto che è doppiato nella nostra lingua, perché non voglio immaginarne la resa in inglese. Per quanto l'ambientazione sia apprezzabile per essere una produzione USA, e a parte alcuni aspetti romanzati (soprattutto riguardo al rapporto con la moglie Laura, peraltro interpretata in maniera eccellente da Penélope Cruz, ma altrettanto efficace è la californiana Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi), un paio di falsi storici saltano all'occhio: ai tempi le gare non venivano trasmesse in diretta TV, semmai alcuni brevi spezzoni, e meno che mai all'ora di pranzo; e Gianni Agnelli, con cui Enzo Ferrari avrebbe "trattato" per cedere alla FIAT il ramo produttivo dell’azienda e conservare per sé quello corse,  in quel periodo non rivestiva alcun ruolo dirigenziale nel gruppo torinese ed era invece in giro a cazzeggiare e fare il dandy tra piste di sci svizzere e l’entourage dei Kennedy negli USA, ma gli americani, così solerti fact checker nel giornalisimo, non lo sono mai stati nel cinema, abituati come sono ad adattare realtà a loro totalmente estranee ai loro schemi e abitudini mentali, per non parlare delle ricostruzioni storiche raffazzonate, non avendone una propria, di storia: ma c'è chi ha fatto ben peggio di Michael Mann. Insomma, alla fine un ottimo prodotto, ben confezionato, che non annoia e ci dà una prospettiva particolare dell'uomo Ferrari. 

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