"The King's Man - Le origini" (the King's Man) di Matthew Vaughn, Con Ralph Fiennes, Harris Dickinson, Djimon Hounsou, Gemma Arterton, Rhys Ifans, Daniel Brühl, Metthew Goode, Tom Hollander, Charles Dance, Stanley Tucci e altri. GB, USA 2021 ★★★
Chi si era divertito vedendo trasposte sullo schermo le mirabolanti avventure del superservizio segreto inglese indipendente (e molto chic) creato per garantire la pace (ché di quelli alle dipendenze dei vari governi, al contrario, non c'è da fidarsi, ché semmai la fomentano) tratte dall'omonimo fumetto della Marvel Kingmans - Secret Service (2014) e Kingmans - Il cerchio d'oro (2017) non rimarrà deluso da questo prequel che ne racconta le origini facendole risalire ai tempi della Prima Guerra Mondiale su iniziativa di un nobile, il Duca di Oxford (Ralph Fiennes), un ex militare "pentito" tramutatosi in volontario della Croce Rossa che, dopo aver assistito all'inizio del secolo agli orrori della guerra anglo-boera in Sudafrica e avervi perso la moglie, crea una rete di intelligence basata sul personale domestico al servizio dei potenti dell'epoca, dai tre cugini regnanti rispettivamente in Gran Bretagna (Giorgio V), Germania (Guglielmo II) e Russia (Nicola II) al presidente USA Woodrow Wilson, prima per cercare di sventare il conflitto, poi per dirigerlo nella direzione auspicata dagli inglesi, che se la stanno vedendo brutta, con il ritiro della Russia dalla Triplice Intesa in seguito alla Rivoluzione del 1917 e il non interventismo americano: si ipotizza che in questo senso abbia lavorato un altrettanto segreto conciliabolo, una sorta di Spectre ante litteram, guidato dal Pastore, uno scozzese che detesta gli inglesi, impersonati da Re Giorgio, se possibile ancora più di un irlandese. La sua identità sarà svelata soltanto nelle scene finali del film, dopo che abbiamo seguito le vicende casalinghe del Duca di Oxford, alle prese con il figlio (rimasto orfano di madre 12 anni prima dello scoppio della guerra) che vuole arruolarsi volontario nell'esercito mentre il padre (come anche il regista Matthew Vaughn e noi con lui) non condivide il motto latino dulce et decorum est pro patria mori e fa di tutto per evitarlo, e quelle dei vari personaggi storici che circondano i litigiosi regnanti di allora, da Lord Kitchener, il segretario di stato britannico per la guerra, al consigliere del Kaiser tedesco, A Gavrilo Princip, l'attentatore di Sarajevo, da Rasputin, poi "sostituito" da Lenin, perfino Mata Hari, che ha girato un film compromettente con il presidente americano, tutti agli ordini del misterioso Pastore con lo scopo ultimo di distruggere il sovrano inglese. Superfluo riassumere la trama, fantastica sì ma fino a un certo punto, che porta alla nascita dei Kingmans nelle stanze segrete della sede della più famosa sartoria di Savile Road a Londra, un gruppo di gentiluomini e gentildonne che portano il nome in codice dei cavalieri della Tavola Rotonda, da Artù a Merlino a Ginevra e Lancillotto, come ben sanno gli appassionati delle precedenti puntate della saga, ma anche chi non la conosce, può godersi due ore abbondanti di spettacolo, a tratti dissacrante, intriso di humour ovviamente british, e di spirito pacifista. Rimane un film tratto da un fumetto, con tanti effetti speciali ma un'ottima ambientazione d'epoca e bravi interpreti. Insomma divertimento ben confezionato e relax garantito.
Nessun commento:
Posta un commento