Inizio dell'anno all'insegna della memoria, grata, nei confronti del mai abbastanza rimpianto Impero austro-ungarico e della nostalgia neanche troppo immaginaria per una civiltà che sì, si poteva chiamare europea, almeno da un punto di vista culturale, cosa che oggi non è, sia per il risorgere dei nazionalismi che, scatenando il primo conflitto mondiale (e creando le premesse del secondo nonché il definitivo avvento dell'egemonia americana), avevano causato la dissoluzione della monarchia danubiana e, di conseguenza, l'elemento che consentiva la coesistenza degli Stati del Vecchio Continente in una situazione di relativo equilibrio; sia perché, se non le persone (salvo per i cittadini dell'area Schengen), sicuramente le idee circolavano molto più velocemente e proficuamente un secolo fa di quanto non facciano ora nell'era di internet e della comunicazione immediata, e la conoscenza reciproca, pur nella diversità (probabilmente proprio grazie al suo riconoscimento, mentre oggi si fa di tutto per negarla), era molto più profonda allora, senza la necessità di dover teorizzare la tolleranza a ogni costo, come fosse un obbligo morale.
Con la scusa di una rapida visita-parenti e della bellissima mostra Caravaggio e Bernini allestita fino al 19 gennaio al Kunsthistorisches Museum, ho fatto prima tappa due giorni a Vienna, città che conosco piuttosto bene e dove mi reco abbastanza frequentemente, per poi spostarmi nell'altra capitale della Duplice Monarchia, Budapest, una città che ho sempre amato fin dalla prima volta in cui ci andai assieme ai miei genitori e a mio cugino Italo nel 1964, dove mancavo dalla metà degli anni Ottanta, prima della caduta del Muro di Berlino, per un soggiorno che si è protratto per un'intera settimana.
Pest vista da Buda |
Buda vista da Pest |
Il Mercato centrale coperto |
Museo Casa del Terrore |
Pörkölt e galuska |
Torta Gerbeau e la golosissima Erzsébet Királiné/Sissi |
I bagni termali Kiraly, a Buda |
Lájos Kossuth utca |
Eh sì, vien voglia di andarci, anche se sospetto che tu abbia scelto forse il giusto momento dell'anno per evitare il turistume invadente...
RispondiEliminaBudapest rimane tra le città che ho visitato la mia preferita, ci andai anchio nella metà degli anni 80, mi fermai per 3 giorni e, tra le altre cose, feci incetta di sigari cubani, lp e bellissime sciarpe di seta. L'ho girata in lungo e in largo trascurando i musei (non li amo) ma apprezzando l'ottima tradizionale cucina e l'atmosfera unica che Vienna e altri posti (tranne Bilbao) mi hanno dato. Sebbene fosse verso la fine di Agosto c'erano pochi turisti e un solo italiano incontrato in un'osteria che però viveva lì. Colazione al Gerbaud con una magnificenza di torte alla crema e prezzi per noi ridicoli all'epoca.
RispondiEliminaMi piacerebbe tornarci valutando bene il periodo.
p.s. Quanto a Orban fa comunque gli interessi del suo Paese non come i nostri venduti a Bruxelles e alla Germania.
Mandi