martedì 12 febbraio 2019

La tempesta


"La tempesta" di William Shakespeare. Uno spettacolo per attore, fantocci, figure animate e musica di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Parole e voci di Ferdinando Bruni; servi dell'isola Filippo Renda e Saverio Assumma. Musica, suoni e rumori di Mauro Ermanno Giovanardi, Fabio Barovero, Gionata Bettini; sculture di scena Giovanni De Francesco; luci Nando Frigerio; fonico Giuseppe Marzoli. Produzione Teatro dell'Elfo. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano fino al 24 febbraio 2019
Felicissima la scelta di riproporre, a 14 anni di distanza dal suo debutto, il magnifico e originalissimo adattamento che Francesco Frongia e Ferdinando Bruni hanno ideato dell'ultima e tra le più rappresentate opere di Shakespeare, col primo alla regìa e il secondo quanto mai mattatore, a dare la voce a tutti i personaggi del celebre dramma, marionette di cui manovra i fili facendole interagire, pur mantenendo il ruolo di voce narrante che è quella di Prospero, Duca di Milano ed esperto in arti magiche, spodestato dal fratello Antonio e abbandonato assieme alla figlioletta Miranda su un'isola in cui vive in esilio. E' sulla spiaggia di questa che entra in scena Bruni, agghindato come un imbonitore da fiera, spingendo un carretto, a simboleggiare una nave, e dai bellissimi e inquietanti pupi opera di Giovanni De Francesco, cha anima con l'aiuto di due servi di scena, e impersonando Prospero invoca una tempesta che faccia naufragare sull'isola fatata, popolata anche dallo spiritello Ariel e dal mostro Calibano, il fratello cospiratore Antonio e tutti coloro che lo avevano aiutato a usurparne il ruolo, tra cui il re di Napoli Alfonso e suo figlio Ferdinando. Sono gli accadimenti successivi all'incantesimo, animato dal sentimenti di vendetta e che sfocia successivamente in un perdono generalizzato dopo aver fatto una disamina sulle contraddittorie pulsioni che muovono l'animo umano (compreso il proprio) che Prospero racconta alla figlia Miranda, ormai diventata giovinetta in età di marito e dopo che sarà scoppiato l'amore tra lei e Ferdinando, a suggellare la riconciliazione e l'ormai inutile ricorso alla magia. Lo spettacolo si conferma di una suggestione unica, capace com'è di evocare, attraverso l'espediente della magia, un altrove che è sia fisico sia mentale, un fuori da sé che è un oltre, una dimensione diversa, e che viene reso dalla potenza evocativa del gioco di luci e di suoni, nella quale si inserisce la talentuosa versatilità vocale di cui Bruni aveva già dato prova in un one man show come Una serie di stravaganti vicende incentrato sulla figura di Edgar Allan Poe, sempre messo in scena all'Elfo nella penultima stagione, ma non solo di esercizio di virtuosismo si tratta, ma anche e soprattutto di capacità di lettura dell'opera, ricavandone le suggestioni essenziali, e che si evidenzia nella scelta di rappresentarla, attraverso il teatro dei pupi, nella maniera più semplice, immediata e comprensibile, in modo che il messaggio di Shakespeare sulla natura dell'anima umana arrivi immediatamente a chiunque, il tutto in 75' di rara intensità e coinvolgimento. Del resto, se il teatro è magìa, quale testo meglio de La tempesta a darle corpo?

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