Summo com gaudio ho accolto le parole con cui l'ambasciatore degli USA a Roma John Phillips si è dichiarato favorevole alla vittoria del sì nel referendum costituzionale da tenersi in autunno, in data finora ignota, secondo il quale la vittoria del NO sarebbe "un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia": se sono come quelli dell'americana Alcoa, o di altre multinazionali poco propense a pagare le tasse nei Paesi dove producono utili, sarebbe una manna dal cielo poterne fare a meno. Ascoltando la notizia, che dall'ora di pranzo imperversa in ogni TG, GR o sito di giornali on line, e che ha sollevato una marea di commenti tra l'indignato e il farsesco di gente che al solito sembra cascata dal pero improvvisamente quest'oggi, come se da settant'anni l'Italia non fosse una colonia della NATO e gli USA ci facessero quel cazzo che gli pare impunemente, comunque mi sento di ringraziarlo per il gentile endorsement a favore di Renzi e del suo esecutivo di mal tra insema. Poiché l'ambasciatore esprime la posizione ufficiale dell'amministrazione Obama, è sufficiente ricordare cosa accadde meno di tre mesi fa in Gran Bretagna dopo che, durante un'apparizione a Londra, il presidente si era espresso contro la Brexit; o, ancora, il suo incondizionato appoggio a Hillary Clinton, che di questo passo manco si sa se arriverà all'Election Day di novembre come candidata democratica: ogni suo intervento è come l'ormai proverbiale bacio della morte di Eugenio Scalari, ossia un autentico talismano all'incontrario per chi ne è vittima, come se non bastassero Renzi e i suoi a farsi autogol a ripetizione, non contenti di portarsi sfiga da soli. In alto i calici, dunque, y hasta la victoria, siempre!
martedì 13 settembre 2016
Se vuoi vivere contento, non pisciare controvento
Summo com gaudio ho accolto le parole con cui l'ambasciatore degli USA a Roma John Phillips si è dichiarato favorevole alla vittoria del sì nel referendum costituzionale da tenersi in autunno, in data finora ignota, secondo il quale la vittoria del NO sarebbe "un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia": se sono come quelli dell'americana Alcoa, o di altre multinazionali poco propense a pagare le tasse nei Paesi dove producono utili, sarebbe una manna dal cielo poterne fare a meno. Ascoltando la notizia, che dall'ora di pranzo imperversa in ogni TG, GR o sito di giornali on line, e che ha sollevato una marea di commenti tra l'indignato e il farsesco di gente che al solito sembra cascata dal pero improvvisamente quest'oggi, come se da settant'anni l'Italia non fosse una colonia della NATO e gli USA ci facessero quel cazzo che gli pare impunemente, comunque mi sento di ringraziarlo per il gentile endorsement a favore di Renzi e del suo esecutivo di mal tra insema. Poiché l'ambasciatore esprime la posizione ufficiale dell'amministrazione Obama, è sufficiente ricordare cosa accadde meno di tre mesi fa in Gran Bretagna dopo che, durante un'apparizione a Londra, il presidente si era espresso contro la Brexit; o, ancora, il suo incondizionato appoggio a Hillary Clinton, che di questo passo manco si sa se arriverà all'Election Day di novembre come candidata democratica: ogni suo intervento è come l'ormai proverbiale bacio della morte di Eugenio Scalari, ossia un autentico talismano all'incontrario per chi ne è vittima, come se non bastassero Renzi e i suoi a farsi autogol a ripetizione, non contenti di portarsi sfiga da soli. In alto i calici, dunque, y hasta la victoria, siempre!
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