"Lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti. Con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Francesco Formichetti, Daniele Trombetti, Antonia Truppo, Salvo Esposito, Gianluca Di Gennaro. Italia 2015 ★★★★½
Una bella, graditissima sorpresa: primo film italiano esplicitamente ispirato ai supereroi (nella fattispecie la serie anime giapponese tratta dal fumetto Jeeg Robot d'acciaio della seconda metà degli anni Settanta, anche se cinematograficamente si rifà a quelli Marvel: proprio martedì scorso è stata trasmessa su SKY Cinema l'ultima delle 8 puntate della prima stagione della magnifica serie Agent Carter), riesce a sopperire a un budget infimo rispetto ai colossal d'oltreoceano grazie alla scrittura agile e ironica, una sceneggiatura accurata e a un'ambientazione ruspante e con riferimenti azzeccati alla realtà e alle specificità nostrane, nonché alla regia encomiabile di Gabriele Mainetti, attore e appassionato musicista qui alla sua prima prova, ampiamente superata, nel lungometraggio. Vi era stato il precedente de Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, di indirizzo più eterogeneo e più autoriale, e che non aveva ottenuto il successo che avrebbe meritato, mentre qui siamo decisamente nell'ambito del film di genere e questa pellicola dimostra che è possibile un cinema di puro e valido intrattenimento che pur essendo puramente fantasy sia ancorato alla realtà italiana e che regga il confronto con la produzione USA senza scimmiottarla o essendone la caricatura. L'eroe de noantri è Enzo Ceccotti, un borgataro di Tor Bella Monaca che vive di furtarelli che un giorno, sfuggendo all'inseguimento della polizia nel centro di Roma dopo uno scippo, si tuffa nel Tevere e per nascondersi finisce in un bidone di scorie radioattive: ne riemergerà cosparso di una sostanza bituminosa accorgendosi soltanto dopo una notte infernale, una volta rientrato nella sua "tana", di avere assunto dei superpoteri. Enzo è un autentico coatto, emarginato, solitario, e dopo essere sopravvissuto, grazie ai nuovi poteri, a una sparatoria in cui rimane ucciso un suo socio nonché vicino di casa, pensa inizialmente di usarli per fare soldi e, dotato di una forza sovrumana, scardina un bancomat. La scena, ripresa dalle telecamere di sorveglianza, diventa un video virale e, suo malgrado, Enzo diventa un mito in una città che, sottoposta a continui attacchi dinamitardi da parte di ignoti terroristi (in realtà la camorra napoletana che vuole mettere le mani sull'URBE, e il riferimento alla "Trattativa Stato-Mafia", per chi vuol intendere, è evidente), ha bisogno di eroi e certezze di fronte alla cronica inefficienza e impotenza dello Stato di fronte all'attacco della criminalità. Diventa altresì un mito, anzi lo incarna, per la ragazza del piano superiore, Alessia, la figlia del compare e socio della cui uccisione non è ancora corrente, che si convince che sia Jeeg Robot, serie che la assorbe completamente da quando vive in una realtà tutta sua dopo la morte della madre, e sarà lei, inizialmente respinta da Enzo, misogino che non ha mai imparato a comportarsi con le donne, a innescare man mano la sua presa di coscienza, dopo che ai DVD porno di cui si è nutrito finora sostituirà quelli della serie TV della ragazza, finendo per usare i suoi poteri a fin di bene. La nemesi di Enzo è "Lo Zingaro", un piccolo delinquente senza scrupoli, violento e paranoico, ossessionato dalla fama (da adolescente aveva partecipato a "Buona Domenica"), un cattivissimo che assume il ruolo di una sorta di Joker alla vaccinara epperò credibile nonostante tutto, perché non poi così lontano da personaggi che fanno parte della nostra realtà quotidiana, e che a sua volte riesce ad acquisire i superpoteri: lo scontro finale tra i due avverrà tra lo Stadio Olimpico e il Ponte Duca d'Aosta. Non svelo altro, ma conto su un seguito che senz'altro ci sarà, anzi: che deve esserci, perché "Lo chiamavano Jeeg Robot" è concepito come un vero e proprio prequel. Buona parte della riuscita del film è dovuta senza dubbio alla bravura di tutti gli interpreti, a cominciare da quelli principali: il mai abbstanza riconosciuto Claudio Santamaria, il cattivissimo e stralunato Luca Marinelli, la sorprendente e dolcissima Ilenia Pastorelli. Ancora Gabriele Mainetti e a tutto il suo gruppo e a presto per la prossima puntata!
Una bella, graditissima sorpresa: primo film italiano esplicitamente ispirato ai supereroi (nella fattispecie la serie anime giapponese tratta dal fumetto Jeeg Robot d'acciaio della seconda metà degli anni Settanta, anche se cinematograficamente si rifà a quelli Marvel: proprio martedì scorso è stata trasmessa su SKY Cinema l'ultima delle 8 puntate della prima stagione della magnifica serie Agent Carter), riesce a sopperire a un budget infimo rispetto ai colossal d'oltreoceano grazie alla scrittura agile e ironica, una sceneggiatura accurata e a un'ambientazione ruspante e con riferimenti azzeccati alla realtà e alle specificità nostrane, nonché alla regia encomiabile di Gabriele Mainetti, attore e appassionato musicista qui alla sua prima prova, ampiamente superata, nel lungometraggio. Vi era stato il precedente de Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, di indirizzo più eterogeneo e più autoriale, e che non aveva ottenuto il successo che avrebbe meritato, mentre qui siamo decisamente nell'ambito del film di genere e questa pellicola dimostra che è possibile un cinema di puro e valido intrattenimento che pur essendo puramente fantasy sia ancorato alla realtà italiana e che regga il confronto con la produzione USA senza scimmiottarla o essendone la caricatura. L'eroe de noantri è Enzo Ceccotti, un borgataro di Tor Bella Monaca che vive di furtarelli che un giorno, sfuggendo all'inseguimento della polizia nel centro di Roma dopo uno scippo, si tuffa nel Tevere e per nascondersi finisce in un bidone di scorie radioattive: ne riemergerà cosparso di una sostanza bituminosa accorgendosi soltanto dopo una notte infernale, una volta rientrato nella sua "tana", di avere assunto dei superpoteri. Enzo è un autentico coatto, emarginato, solitario, e dopo essere sopravvissuto, grazie ai nuovi poteri, a una sparatoria in cui rimane ucciso un suo socio nonché vicino di casa, pensa inizialmente di usarli per fare soldi e, dotato di una forza sovrumana, scardina un bancomat. La scena, ripresa dalle telecamere di sorveglianza, diventa un video virale e, suo malgrado, Enzo diventa un mito in una città che, sottoposta a continui attacchi dinamitardi da parte di ignoti terroristi (in realtà la camorra napoletana che vuole mettere le mani sull'URBE, e il riferimento alla "Trattativa Stato-Mafia", per chi vuol intendere, è evidente), ha bisogno di eroi e certezze di fronte alla cronica inefficienza e impotenza dello Stato di fronte all'attacco della criminalità. Diventa altresì un mito, anzi lo incarna, per la ragazza del piano superiore, Alessia, la figlia del compare e socio della cui uccisione non è ancora corrente, che si convince che sia Jeeg Robot, serie che la assorbe completamente da quando vive in una realtà tutta sua dopo la morte della madre, e sarà lei, inizialmente respinta da Enzo, misogino che non ha mai imparato a comportarsi con le donne, a innescare man mano la sua presa di coscienza, dopo che ai DVD porno di cui si è nutrito finora sostituirà quelli della serie TV della ragazza, finendo per usare i suoi poteri a fin di bene. La nemesi di Enzo è "Lo Zingaro", un piccolo delinquente senza scrupoli, violento e paranoico, ossessionato dalla fama (da adolescente aveva partecipato a "Buona Domenica"), un cattivissimo che assume il ruolo di una sorta di Joker alla vaccinara epperò credibile nonostante tutto, perché non poi così lontano da personaggi che fanno parte della nostra realtà quotidiana, e che a sua volte riesce ad acquisire i superpoteri: lo scontro finale tra i due avverrà tra lo Stadio Olimpico e il Ponte Duca d'Aosta. Non svelo altro, ma conto su un seguito che senz'altro ci sarà, anzi: che deve esserci, perché "Lo chiamavano Jeeg Robot" è concepito come un vero e proprio prequel. Buona parte della riuscita del film è dovuta senza dubbio alla bravura di tutti gli interpreti, a cominciare da quelli principali: il mai abbstanza riconosciuto Claudio Santamaria, il cattivissimo e stralunato Luca Marinelli, la sorprendente e dolcissima Ilenia Pastorelli. Ancora Gabriele Mainetti e a tutto il suo gruppo e a presto per la prossima puntata!
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