mercoledì 2 marzo 2016

Harper Regan

Christian Giammarini, Elena Russo Arman e, sullo sfondo, Camilla Semino Favro
"Harper Regan - Due giorni nella vita di una donna di Simon Stephens". Traduzione di Lucio De Capitani, regia di Elio De Capitani. Con Elena Russo Arman, Camilla Semino Favro, Marco Bonadei, Cristina Crippa, Christian Giammarini, Francesco Acquaroli, Martin Chischimba. Scene e costumi di Carlo Sala; luci di Nando Frigerio; suono di Giuseppe Marzoli. Produzione Teatro dell'Elfo. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano fino al 6 marzo.
Prosegue il proficuo confronto degli "elfi" con la nuova drammaturgia inglese, nella fattispecie con un testo di Simon Stephens pressoché sconosciuto in Italia e presentato per la prima volta al "National Theatre" di Londra nel 2008, che racconta due giorni, decisivi nella vita di una donna di mezza età, Harper Regan (nomen omen: alla scrittrice recentemente scomparsa è dedicato lo spettacolo) che, in crisi per la contemporanea morte del padre, la minaccia di perdere il lavoro, i difficili rapporti con la figlia adolescente, quelli irrisolti con la madre e quelli problematici col marito, fa i conti con se stessa finendo con l'accettarsi per quello che è e senza giudicare gli altri, al termine di un doppio viaggio: reale dai sobborghi di Londra, dove vive, a Stockport nella Greater Manchester, dov'è nata e vissuta fino a pochi anni prima, e metaforico all'interno della propria anima. Elena Russo Arman, una delle più brave, preparate, curiose e versatili attrici italiane, e la mia preferita in assoluto, è sulla scena continuativamente per quasi tre ore di spettacolo (2 atti e 11 quadri) nei panni, che indossa con una naturalezza e intensità rare, di una quarantunenne con marito, Seth, a carico (perché nessuno vuole più assumerlo) e una figlia adolescente, Sara, una ragazza dark sensibile quanto intelligente, con cui ha un rapporto problematico: va in crisi quando il suo datore di lavoro le nega, con discorsi fumosi e ipocriti, le ferie per raggiungere il padre morente a Manchester. Decide, dopo un incontro che non si rivelerà casuale con un ragazzo di colore, Tobias, con cui si confida, di far visita al padre all'insaputa della famiglia, ma giunge nella propria città d'origine troppo tardi per fargli sapere quanto gli abbia in realtà voluto bene, ma in tempo per suscitarle ulteriori sensi di colpa e inadeguatezza. L'incontro con la psicologa "sciroccata" dell'ospedale, poi con un giornalista cocainomane che prova a rimorchiarla in un pub, infine con un uomo anziano e sposato con figli trovato in un sito per appuntamenti al buio su internet e con cui trascorre una notte di confidenze e di sesso in una camera d'albergo sono il viatico e le premesse per la visita alla madre, una Cristina Crippa da applausi, che non vede da due anni e che incolpa di avere giudicato e ostracizzato il marito Seth, in odore di tendenza pedofile, ma il colloquio tra le due donne chiarisce che le cose non stavano esattamente come apparivano a Harper che, quando ritornerà a Londra, si confronterà prima col ragazzo Toby, poi sia con la figlia Sara (da sottolineare anche l'interpretazione di Camilla Semino Favro), sia col marito (Giammarini), con una diversa consapevolezza di sé stessa e visione del prossimo. Un viaggio, quello dello spettacolo, nelle relazioni famigliari dell'Inghilterra (ma non solo) d'oggi e nel loro rapporto con il mondo attuale, con dialoghi serrati, un andamento quasi cinematografico che ben si addice alle caratteristiche più tipiche degli "elfi", in cui ritmo, accompagnamento musicale e gioco di luci hanno sempre un'importanza fondamentale. Da sottolineare ancora una volta le prestazioni delle tre interpreti femminili, quella della Russo Arman su tutti, ma anche quelli maschili sono decisamente all'altezza. 

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