"The Special Need" di Carlo Zoratti. Con Enea Gabino, Carlo Zoratti, Alex Necci, Bruna Savorgnian, Carla Meneghin, Pia Covre, Carla Corso, Ute Prankl e altri. Friuli (Italia), Austria, Germania 2013 ★★★½
Il "bisogno speciale" di cui parla il titolo è il desiderio di un rapporto con l'altro sesso, non solo nella sua dimensione erotica, da parte di Enea che, a causa di una forma di autismo da cui è affetto dalla nascita (ma che non gli impedisce di svolgere una vita normale, lavorando in fabbrica, facendo teatro, uscendo con gli amici), a 29 anni non ha mai avuto una ragazza. Prendendo il via da un colloquio avuto davvero tra Carlo Zoratti, il regista, ed Enea Gambino, il dolce e spesso arguto protagonista, il progetto ha preso corpo ed è diventato un film ben fatto, sincero, spiazzante, che in forma documentaristica racconta i tentativi di soluzione del "problema" di Enea da parte di Carlo e Alex, un altro amico. Enea, dapprima invaghitosi della sua "fidanzata cartacea", una modella di cui porta sempre con sé la fotografia e che chiama Caterina, va ricercandone una sostituta in carne e ossa tra le ragazze che frequentano una piscina e un luna park dove è in "libera uscita" con i suoi due amici, venendo regolarmente "rimbalzato" e risultando importuno. Carlo e Alex cercano di venirgli concretamente in aiuto dapprima contattando le prostitute nei viali periferici di Udine, dove risiedono, poi rivolgendosi a due "istituzioni" locali, le pordenonesi Pia Covre e Carla Corso, paladine dei diritti delle prostitute, che consigliano loro di portare Enea in un bordello legale della vicina Austria. E lì il terzetto va in missione, su un vecchio furgone Volkswagen, ma nonostante le apparenze non è di un semplice sfogo sessuale che ha bisogno Enea. Dopo una consultazione con un'amica psicologa, vengono indirizzati in un centro in Germania, a Trebel, dove i disabili possono imparare a conoscere e praticare la sessualità, e lì avrà luogo la seconda tappa del viaggio e l'iniziazione, almeno parziale, di Enea. Al rientro in Italia Enea avrà preso coscienza di cosa si tratta e di cosa ha bisogno, ossia di un rapporto stabile e non occasionale o soltanto erotico, e cercherà di trovarlo nel suo ambiente, a costo di un primo fallimento di cui però riesce a farsi una ragione, dopo aver capito cosa davvero sta cercando. Ma chi ha imparato di più dalla vicenda, e dalle domande che Enea si pone e dalle risposte che trova, sono Carlo e Alex. E noi spettatori. Grande pregio della pellicola è di affrontare di petto, senza moralismi ma con sensibilità, affetto e un sano cameratismo tutto maschile un tema che si tende a scansare e che non ha nulla di scabroso e riguarda tutti gli umani. Un film che fa bene alla salute mentale. Soprattutto dei "normali" o presunti tali.
Il "bisogno speciale" di cui parla il titolo è il desiderio di un rapporto con l'altro sesso, non solo nella sua dimensione erotica, da parte di Enea che, a causa di una forma di autismo da cui è affetto dalla nascita (ma che non gli impedisce di svolgere una vita normale, lavorando in fabbrica, facendo teatro, uscendo con gli amici), a 29 anni non ha mai avuto una ragazza. Prendendo il via da un colloquio avuto davvero tra Carlo Zoratti, il regista, ed Enea Gambino, il dolce e spesso arguto protagonista, il progetto ha preso corpo ed è diventato un film ben fatto, sincero, spiazzante, che in forma documentaristica racconta i tentativi di soluzione del "problema" di Enea da parte di Carlo e Alex, un altro amico. Enea, dapprima invaghitosi della sua "fidanzata cartacea", una modella di cui porta sempre con sé la fotografia e che chiama Caterina, va ricercandone una sostituta in carne e ossa tra le ragazze che frequentano una piscina e un luna park dove è in "libera uscita" con i suoi due amici, venendo regolarmente "rimbalzato" e risultando importuno. Carlo e Alex cercano di venirgli concretamente in aiuto dapprima contattando le prostitute nei viali periferici di Udine, dove risiedono, poi rivolgendosi a due "istituzioni" locali, le pordenonesi Pia Covre e Carla Corso, paladine dei diritti delle prostitute, che consigliano loro di portare Enea in un bordello legale della vicina Austria. E lì il terzetto va in missione, su un vecchio furgone Volkswagen, ma nonostante le apparenze non è di un semplice sfogo sessuale che ha bisogno Enea. Dopo una consultazione con un'amica psicologa, vengono indirizzati in un centro in Germania, a Trebel, dove i disabili possono imparare a conoscere e praticare la sessualità, e lì avrà luogo la seconda tappa del viaggio e l'iniziazione, almeno parziale, di Enea. Al rientro in Italia Enea avrà preso coscienza di cosa si tratta e di cosa ha bisogno, ossia di un rapporto stabile e non occasionale o soltanto erotico, e cercherà di trovarlo nel suo ambiente, a costo di un primo fallimento di cui però riesce a farsi una ragione, dopo aver capito cosa davvero sta cercando. Ma chi ha imparato di più dalla vicenda, e dalle domande che Enea si pone e dalle risposte che trova, sono Carlo e Alex. E noi spettatori. Grande pregio della pellicola è di affrontare di petto, senza moralismi ma con sensibilità, affetto e un sano cameratismo tutto maschile un tema che si tende a scansare e che non ha nulla di scabroso e riguarda tutti gli umani. Un film che fa bene alla salute mentale. Soprattutto dei "normali" o presunti tali.
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