"Oblivion - OtHello, la H è muta..." Con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. Al piano Denis Biancucci. Regia di Gioele Dix, testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, musiche di Lorenzo Scuda, consulenza registica di Giorgio Gallione. Produzione "Il Rossetti"- Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Bags Live e Malguion srl. Al Teatro Verdi di Maniago l'8 aprile, ultima rappresentazione stagionale.
Si sono concluse martedì in Friuli, con sala gremita, applausi a scena aperta, pubblico soddisfatto al "Verdi"di Maniago, le repliche, almeno per questa stagione, dell'ultimo spettacolo concepito e messo in scena dall'affiatatissimo e frizzante gruppo bolognese, che si conferma assai valido nella proposta di un divertimento intelligente, compendio di musical, tormentoni, citazioni dotte, gag irresistibili, riferimenti all'attualità, dove non manca un intento didascalico. Qui, per la celebrazione del bicentenario della nascita di Verdi e Wagner, si mettono a confronto in modo scherzoso e arguto due versioni della storia del celebre Moro veneziano, quella di Arrigo Boito, musicata dal maestro parmense, e quella di Shakespeare, attualizzandole senza stravolgerne il senso e mettendone in bocca le parole a personaggi e "interpreti" contemporanei, da Vasco Rossi a Ligabue a Little Tony a Gianna Nannini e perfino il Dario Fo desacralizzato e sbeffeggiato per l'occasione, solo per fare degli esempi, e il tutto procede con un ritmo incalzante e senza tempi morti, come in un ingranaggio perfetto. Il senso del tempo e quello del ritmo, oltre a un'ironia apparentemente bonaria ma di precisione chirurgica, all'occorrenza, il marchio di fabbrica degli Oblivion oltre alle non indifferenti doti musicali e canore. Di queste, un saggio esilarante nel bis, una "Ave Maria" di Schubert in versione remix, anni Settanta, di cui qui avete un esempio tratto da una loro visita a Radio Deejay. Ad accompagnare il quintetto il pianista Denis Biancucci, che si integra alla perfezione con il resto del gruppo, e si conferma professionale e divertita al contempo la regia di Gioele Dix. Successo meritato e un arrivederci a presto.
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