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La fortezza Veneziana di Methonia |
Mentre ad Atene era in corso il consueto mercato
delle vacche per l’assegnazione delle cariche nel governo del leader di Nea Demokratia Antonis Samaras che stasera ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Papoulias, con i portatori d’acqua, come il solito arrogante Venizelos del Paok, a fare la
voce grossa, io ho concluso ieri il periplo del Mani, la pietrosa penisola
mediana del Peloponneso, e mi sono spostato in Messenia, fermandomi prima nella
vivace e pittoresca Koroni, che guarda verso il Mani, famosa nell’antichità per i suoi vasi, una quarantina di
chilomentri più a sud di Kalamata, capoluogo della regione, e dove ho trascorso la nottata e poi questa mattina Methoni,
una trentina di chilometri a Ovest, sull’altro lato della Penisola Messenica,
che si affaccia sullo Ionio.
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E' passato Pantalon... |
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... ma non in Arcadia |
Entrambe sono dotate di un “kastro” veneziano,
eccezionalmente ben tenuto ed enorme quello di Methoni, e venivano chiamate
“gli occhi della Serenissima”; che le avevano scelte per controllare le loro
rotte. Leoni di San Marco piantati qui e là, l’influenza della Dominante si
sente ancora e diventa massima nelle Isole Ionie, Zante, Cefalonia e Corfù e ci si sente prossimi a casa. Splendide le spiagge tra le due città, ve ne sono altre, in mezzo a una distesa
che sembra infinita di uliveti, a Nord di Methoni e fino a Kyparissa, dove poi
ho invece svoltato all'interno per avventurarmi sulle vie secondarie che portano sui monti dell'Arcadia:
non propriamente una strade panoramiche, anche se le viste di cui ho goduto
nell’arco delle quasi sei ore che mi hanno portato a Olimpia, di nuovo
nell’Elide, valevano assolutamente la pena.
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