sabato 17 dicembre 2022

Il corsetto dell'imperatrice

"Il corsetto dell'imperatrice" (Corsage) di Marie Kreutzer. Con Vicky Krieps, Florian Teichmester, Katharina Lorenz, Jeanne Werner, Alma Hasun, Aaron Friesz, Manuel Rubey, Colin Morgan,  Finnegan Oldfield, Tamás Lemgyel e altri. Austria, Francia Germania, Lussemburgo 2022 ★★★

Film eminentemente metaforico, che di storico ha soltanto l'ambientazione temporale, racconta l'anno tra il 24 dicembre del 1877, giorno in cui Elisabeth von Wittelsbach, principessa di Baviera nota universalmente come Sissi, imperatrice del Regno Austro-Ungarico, compie i 40 anni e deve fare i conti con l'incipiente vecchiaia, e il compleanno successivo. I personaggi che la circondano sono realmente esistiti: dal consorte Franz Joseph; all'amato cugino Ludovico II il Folle, suo complice e confidente; il capitano Bay Middleton, con il quale era stata sospettata di trescare mentre era in visita dalla sorella Marie Sophie in Inghilterra nell'estate del 1878; i figli Rudolf (quello di Mayerling) e Sophie, che lei voleva educare all'ungherese, parlandole quasi sempre in magiaro; le sue dame di compagnia; il liberale ministro degli Esteri Gyula Andrássy; quel che non esisteva erano i telefoni a muro, i trattori, i dolcevita bianchi indossati dall'imperatore e neppure i muri scrostati e gli ambienti decadenti delle dimore visitate da Elisabetta durante i suoi viaggi per sfuggire alla soffocante atmosfera di corte, che detestava, in contrasto con Schönbrunn e gli altri palazzi viennesi che evitava il più possibile di frequentare. Che fosse estremante attenta alla linea (rivelatore il titolo: chiedeva alle sue damigelle di stringere il corsetto quanto più possibile) e quindi all'alimentazione si sapeva; così come fosse refrattaria agli obblighi, ribelle, amante dei cavalli: lo dice la sua vita. Pregio de Il corsetto dell'imperatrice è proporre sullo schermo una versione del tutto diversa, e più realistica, di Elisabetta rispetto alla Sissi dei film interpretati da Romy Schneider, che hanno forgiato l'immaginario collettivo. Nonostante la scarsa somiglianza dell'interprete con l'originale, o almeno da quel che si ricava dai suoi innumerevoli ritratti, la bravissima Vicky Krieps riesce a rendere perfettamente l'idea di una donna irrequieta, infelice, profondamente narcisista e ossessionata dalla propria immagine e quindi dall'invecchiamento: uno degli aspetti per cui, vista a posteriori, sembra aver precorso i tempi; una sorta di preveggenza più o meno conscia, come se la sua insofferenza alle regole e ai "doveri" di sovrana fossero espressione di un suo essere al passo coi tempi, consapevole del fatto che The Times They Are A-Changing; che un'epoca si stesse chiudendo e lei ne fosse non solo testimone ma, in qualche modo, precursore. Con tutta la simpatia e benevolenza che si possa avere per il personaggio, attribuirle intenzioni, una vocazione femminista ante litteram e una coscienza politica che non possedeva, come anche una animus femminista ante litteram, mi sembra eccessivo: la regista Marie Kreutzer però non sposa del tutto questa visione, e testimonianza ne sono proprio l'introduzione di elementi incongrui e, a tratti, favolistici, a differenza di quel che fece Susanna Nicchiarelli col pessimo e didascalico Miss Marx, con risultati controproducenti rispetto alle intenzioni. Il risultato è una pellicola di buon livello, elegante, originale, ben girata e con un ottimo cast: curioso ma coerente l'accompagnamento musicale, tra cui spicca una versione di As Tears Go By dei Rolling Stones della cantautrice Camille Dalmais, che ha scritto la colonna sonora originale. 

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