domenica 31 maggio 2020

Georgetown

"Georgetown" di Christoph Waltz. Con Christoph Waltz, Vanessa Redgrave, Annette Bening, Corey Hawkins, Noam Jenkins, David Reale e altri. USA 2019 ★★½
Esordio alla regia da parte di Christoph Waltz, uno degli attori prediletti (mai mi sentirete usare l'espressione feticcio) da Quentin Tarantino, con cui condivide il gusto del beffardo e del grottesco, che non si lascia sfuggire l'occasione di interpretare il ruolo di manipolatore untuoso in cui lo ricordiamo come tenente Landa in Bastardi senza gloria e, soprattutto, come Walter Keane in Big Eyes di Tim Burton, anche quello un film ispirato a una storia vera. Waltz, qui pure in veste di cosceneggiatore, ha mutato i nomi di Viola Herms Drath e Albrecht Gero Muth in Elsa Brecht, una giornalista di origine tedesca molto nota negli ambienti diplomatici di Washington, e in Ulrich Mott, il suo marito di 40 anni più giovane, anche lui tedesco d'origine, intrufolatosi nel giro della politica della capitale USA come stagista alla Casa Bianca dove era addetto all'organizzazione di tour di gruppi di turisti in vista nei luoghi della politica della capitale e che non nascondeva l'ambizione di mirare più in alto millantando competenze e conoscenze che non possedeva. Invitato a trovarsi un altro lavoro proprio per la sua inopportuna insistenza, l'uomo non deflette e mentre crea una rete di relazioni basandosi su un "sistema Ponzi delle conoscenze",   riesce ad avvicinare la vegliarda, splendidamente interpretata da una Vanessa Redgreave che rende il personaggio credibile e mai patetico, riesce a impalmarla seducendole con le sue maniere, l'indubbio savoir faire, per quanto untuoso, la capacità di adeguarsi alle situazioni e, soprattutto di assecondare la vanità delle persone con cui ha a che fare intuendone le debolezze e sfruttandole a proprio vantaggio. L'anziana consorte se ne rende in parte conto, messa anche sul chi vive dalla figlia, coetanea di Ulrich e docente di diritto a Harvard, ma intravede comunque della stoffa e dello spirito di iniziativa nel ben più giovane coniuge e lo incoraggia e mettere in piedi una società di consulenza che si avvale di personaggi come l'ex primo ministro francese Michel Rocard, George Soros, Robert McNamara, esponenti di primo piano dell'amministrazione Bush, in seno alla quale si crea anche un'ottima reputazione facendo credere di aver svolto un'opera di mediazione in gran segreto nel verminaio delle fazioni irakene dopo il caos creato dall'intervento americano del 2003, reputazione che disorienterà gli investigatori che lo arresteranno dopo che la moglie fu trovata morta, "caduta dalle scale" mentre lui era uscito a fare una passeggiata notturna per le strade del lussuoso quartiere di Georgetown dove vivevano, perché Mott non smetterà mai di usare i suoi modi melliflui e la capacità di convincimento, arrivando a mandare in confusione e recusare perfino gli avvocati d'ufficio assegnatigli. Alla fine le verità verrà a galla per un piccolo, ingenuo dettaglio di cui si era già accorta la moglie, e che aveva generato l'ultimo litigio dopo l'ennesima cena "di gran classe" e tra personaggi influenti che l'ineffabile Mott aveva organizzato la sera stessa. Nella realtà, Albrecht Muth venne condannato a 50 anni di carcere. Film godibilissimo, scrittura agile, Waltz Redgrave e Bening sono un terzetto formidabile nelle rispettive parti, in tempi di film in streaming, speriamo agli sgoccioli, quanto di meglio per trascorrere un'ora e mezzo divertendosi con loro e con la dabbenaggine degli amigos americani e non solo loro. 

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