"La scortecata" di Emma Dante, liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile. Regia e testo di Emma Dante, con Salvatore D'Onofrio e Carmine Maringola. Scene e costumi di Emma Dante; luci di Cristian Zuccaro, assistente alla regìa Manuele Capraro. Produzione Festival di Spoleto 60/Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale.
Al Teatro PalaMostre di Udine il 4 marzo 2018 per Teatro Contatto 36
Uno spettacolo essenziale, fulminante, ipnotico sia per le movenze dei due magnifici interpreti, che impersonano due sorelle quasi centenarie che vivono sole e inscenano ogni giorno la stessa storia per passare il tempo, sia per il suono della lingua di Giambattista Basile, il napoletano barocco del 1600, che la regista palermitana ha mantenuto sostanzialmente identica all'originale e che risulta comunque comprensibile, o quantomeno intuibile, a un orecchio minimamente sensibile grazie alla potente mimica degli attori, senza dover ricorrere a sottotitolazione. La fiaba è piuttosto nota, e aveva ispirato anche Matteo Garrone che ne aveva fatto un episodio del suo film The Tale of Tales del 2015, con le due vecchie sorelle le quali si immaginano che la voce di una delle due abbia sedotto un re, così attratto da volerne concupire la proprietaria, le cui fattezze gli erano ignote salvo un mignolo meravigliosamente tornito che gli era stato mostrato attraverso il buco della serratura ed è nell'atto di levigare il mignolo ("suca", si incitano l'un altra) che si apre la scena scarna con le due vegliarde sedute una di fronte all'altra su due seggioline di legno, separate soltanto da un modellino di castello, coperte di abiti sbrindellati. La più giovane (97 anni) si concede al sovrano a condizione che l'incontro avvenga di notte, al buio e sotto le lenzuola, e dietro questo sipario l'amplesso si compie in controluce al suono di Mambo Italiano, salvo che, soddisfatte le voglie di entrambi, il re si accorge dell'inganno e getta la vecchia dal balcone ma questa rimane appesa al ramo di un albero e non muore; chiederà invece alla sorella di toglierle le pellecchie grinzose scorticandola, per far riemergere la pelle levigata della gioventù. Questa versione de La scortecata verte sul rapporto con la vecchiaia e quello correlato con la bellezza, ma anche sul teatro: ciò che le due vecchie, che non si sopportano ma non possono fare a meno l'una dell'altra, inscenano, tra scambi di battute salaci e a tratti triviali e l'aiuto reciproco, è a sua volta finzione; il fatto che a interpretare il ruoli femminili siano due attori maschi da un lato risale alla tradizione della commedia dell'arte, dall'altro sottolinea volutamente quanto il sesso, che pure è alla base di questa novella del Pentamerone del Basile, sia un elemento che sbiadisce con l'età: a ottant'anni spesso è difficile distinguere tra donna e uomo, soprattutto non è più così importante. Uno spettacolo memorabile, pubblico entusiasta; chiuso il sipario D'Onofrio e Maringola si sono intrattenuti per un'altra ora con il pubblico rispondendo alle sue domande e illustrando metodiche e progetti della compagnia diretta da Emma Dante, attualmente impegnata a Ginevra e che contiamo di vedere presto anche in Friuli.
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