"Sotto una buona stella" di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio, Simon Blackhall. Italia 2014 ★★-
Nutro simpatia umana e stima per Carlo Verdone, che è una persona intelligente, sincera, onesta, colta, un buon artigiano nel suo campo: i suoi film non mi entusiasmano ma sono sempre gradevoli, ben fatti, mai completamente banali, sempre qualche gradino sopra la media all'interno del genere che ha sempre frequentato e conosce, la commedia all'italiana, ma proprio per questo mi aspettavo qualcosa di più, anche se non me la sento di infierire su questa sua ultima pellicola, la 24ª in carriera come regista e sceneggiatore, non tra le più riuscite. Qui è nella vesti di Federico Picchioni, un broker finanziario di successo la cui vita viene sconvolta dal contemporaneo arresto del presidente dell'azienda di cui è dirigente, arrestato dalla finanza per aver distratto tutti i denari gestiti dalla società, compresi quelli dei soci, e dalla morte improvvisa dell'ex moglie, evento che porta i due figli, Nicolò e Lia, che viaggiano sulla trentina e che non gli hanno mai perdonato l'abbandono del tetto coniugale, nonché la figlia di tre anni di Lia, a vivere da lui sconvolgendone l'esistenza e la vita di coppia con la giovane, trendy e bella Gemma, che finisce per abbandonare la conflittuale famiglia ritrovata al suo destino. Insicuri, infantili, inconcludenti e viziati, sembrano dibattersi tra la voglia di fargliela pagare e di farsi mantenere senza fare un accidente di serio, e Federico, che alla fine si trova in difficoltà e in cerca di una nuova occupazione lui stesso, fa buon viso a cattivo gioco grazie anche alla frequentazione della nuova vicina di casa, tale Luisa Tombolini, di professione "tagliatrice di teste" animata dai sensi di colpa e dall'improbabile cuore d'oro, con cui si innesca un rapporto che nasce da una serie di equivoci ma che riporta alla fine una sorta di equilibrio nell'atmosfera famigliare. Alti e bassi nel ritmo del film, parodia che si alterna a uno sguardo rassegnato alla realtà attuale, sceneggiatura a strappi e repentini cambi di ritmo ne fanno una pellicola sincopata, senza una vera struttura, che si regge su alcune gag efficaci e sul mestiere del duo Verdone-Cortellesi e l'espressività potente di una non-attrice professionista, Tea Falco, già apprezzata in "Io e te" di Bertolucci all'inizio della scorsa stagione, mentre gli altri interpreti maschili hanno quella di un besugo lesso. Verdone sa e può pungere di più, e dovrebbe a mio parere dare più spazio alla sua vena anarchica e satirica: colpirebbe maggiormente nel segno. Peccato, anche se è un film che si può tutto sommato vedere, però meglio attendere che passi in TV.
Nutro simpatia umana e stima per Carlo Verdone, che è una persona intelligente, sincera, onesta, colta, un buon artigiano nel suo campo: i suoi film non mi entusiasmano ma sono sempre gradevoli, ben fatti, mai completamente banali, sempre qualche gradino sopra la media all'interno del genere che ha sempre frequentato e conosce, la commedia all'italiana, ma proprio per questo mi aspettavo qualcosa di più, anche se non me la sento di infierire su questa sua ultima pellicola, la 24ª in carriera come regista e sceneggiatore, non tra le più riuscite. Qui è nella vesti di Federico Picchioni, un broker finanziario di successo la cui vita viene sconvolta dal contemporaneo arresto del presidente dell'azienda di cui è dirigente, arrestato dalla finanza per aver distratto tutti i denari gestiti dalla società, compresi quelli dei soci, e dalla morte improvvisa dell'ex moglie, evento che porta i due figli, Nicolò e Lia, che viaggiano sulla trentina e che non gli hanno mai perdonato l'abbandono del tetto coniugale, nonché la figlia di tre anni di Lia, a vivere da lui sconvolgendone l'esistenza e la vita di coppia con la giovane, trendy e bella Gemma, che finisce per abbandonare la conflittuale famiglia ritrovata al suo destino. Insicuri, infantili, inconcludenti e viziati, sembrano dibattersi tra la voglia di fargliela pagare e di farsi mantenere senza fare un accidente di serio, e Federico, che alla fine si trova in difficoltà e in cerca di una nuova occupazione lui stesso, fa buon viso a cattivo gioco grazie anche alla frequentazione della nuova vicina di casa, tale Luisa Tombolini, di professione "tagliatrice di teste" animata dai sensi di colpa e dall'improbabile cuore d'oro, con cui si innesca un rapporto che nasce da una serie di equivoci ma che riporta alla fine una sorta di equilibrio nell'atmosfera famigliare. Alti e bassi nel ritmo del film, parodia che si alterna a uno sguardo rassegnato alla realtà attuale, sceneggiatura a strappi e repentini cambi di ritmo ne fanno una pellicola sincopata, senza una vera struttura, che si regge su alcune gag efficaci e sul mestiere del duo Verdone-Cortellesi e l'espressività potente di una non-attrice professionista, Tea Falco, già apprezzata in "Io e te" di Bertolucci all'inizio della scorsa stagione, mentre gli altri interpreti maschili hanno quella di un besugo lesso. Verdone sa e può pungere di più, e dovrebbe a mio parere dare più spazio alla sua vena anarchica e satirica: colpirebbe maggiormente nel segno. Peccato, anche se è un film che si può tutto sommato vedere, però meglio attendere che passi in TV.
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