A conferma della propria pochezza e pusillanimità, le cosiddette Istituzioni di questo Paese da operetta non trovano niente di meglio da fare, tanto per rendersi ridicole e screditarsi una volta di più, che incriminare un blogger fuori dal coro per Attentato all'onore e al prestigio del Capo dello Stato (articolo 278 del codice penale) imputandogli pure la recidiva (articolo 99). E' successo a Riccardo Venturi per aver pubblicato, in occasione della discutibile quanto inopportuna rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale il 20 aprile del 2013, questo post che, per quanto mi riguarda, condivido e sottoscrivo pienamente. Per questo delitto, un caso di vera e propria lesa maestà agli occhi di chi si è preso la briga di sporgere querela, andrà sotto processo: l'udienza preliminare è fissata per il prossimo 2 aprile al tribunale di Firenze. Per quanto sia un fedele frequentatore del suo sito, la notizia ieri mi era sfuggita e mi è stata segnalata stamattina da un'amica. Riccardo, da persona seria e generosa qual è, non chiede e non vuole solidarietà per una faccenda così grottesca preferendo che la si riservi per cause più degne e urgenti, esprimendola ad esempio a coloro che languono in galera con mirabolanti e pretestuose accuse di terrorismo perché si ostinano a combattere contro il TAV in Val di Susa; né è il tipo che esibisca questa penosa persecuzione di tipico stampo poliziesco come una medaglia (benché delle misure demenziali come i visti di ingresso negli USA negati a 11 dirigenti russi e ucraini e il congelamento dei loro beni colà - peraltro inesistenti - qualificano chi le prende e possano a ragione essere esibite come trofei da chi le subisce, come il consigliere di Putin Vladislav Surkov), pertanto la mia vuole essere semplicemente la segnalazione dell'ennesimo atto di intimidazione di un'Autorità arrogante quanto imbecille e maramalda, come sempre arrendevole con i forti e tracotante con i deboli, contro chi dice e scrive liberamente quello che pensa, e questo nel silenzio dei complici e utili idioti della sedicente libera informazione, altri zelanti custodi della onorabilità e del prestigio di un personaggio squallido come Giorgio Napolitano, al cui miserabile livello non esitano a mettersi, perfino a sua insaputa. Del resto, ognuno ha i difensori che si merita.
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