"La parte degli angeli" (The Angel's Share) di Ken Loach. Con Paul Brannigan, John henshaw, Roger Allam, Gary Maitland, Jasmine Riggins e altri. GB, Francia, Belgio, Italia 2012 ★★★★
La "parte degli angeli" è quel 2% di nettare che evapora, letteralmente sparisce, del whisky nella sua fase di invecchiamento in botte, ed è anche quella che Ken Loach attribuisce a un manipolo di diseredati di Glasgow, un campionario di umanità sofferente, che in Gran Bretagna viene affidato a lavori socialmente utili anziché essere associato alle patrie galere. Emarginati da una società che li vede come reietti irrecuperabili (e tali sono, in un mondo devoto al dio mercato: un farabutto col dono della sincerità come l'ex presidente francese Sarkozy li avrebbe definiti racaille, ossia feccia), trovano nella solidarietà umana, tra di loro e da parte di coloro che decidono di dedicare il proprio tempo ad occuparsene, una possibilità di rifarsi e di recuperare innanzitutto la propria dignità. Quello di Ken Loach è un socialismo umanista, prima ancora che "umanitario" e buonista, che crede nell'individuo e nella sua interazione coi suoi simili. Non per "redimersi" in senso cattolico, bensì per recuperarsi ed essere sé stesso, perché ognuno deve essere messo nelle condizioni di esprimere le proprie capacità: nessun essere umano ne è completamente privo. Ken Loach illustra brevemente quanto efficacemente ambiente e situazioni e perno della vicenda diventa Robbie, recidivo per atti di violenza, la cui vita sta cambiando anche perché in attesa del primo figlio da Leonie (la cui famiglia non vuole saperne di lui). Rhino, l'assistente sociale che ha in affidamento il gruppo di "lavoratori socialmente utili", vede in lui non solo il lampo dell'intelligenza nello sguardo, ma anche un olfatto non comune che gli permette di entrare in contatto con l'ambiente dei degustatori di whisky. E lì Robbie, con l'aiuto di tre suoi compagni di ventura, trova la chiave per cambiare la propria esistenza, riscattarsi e conquistarsi un futuro. Tutti gli attori sono bravissimi ma Brannigan, nativo di Glasgow e con alle spalle una storia identica al personaggio che interpreta, è straordinario e sentiremo ancora parlare di lui. Ken Loach in formato commedia, naturalmente sociale, piena di umorismo però mai banale né volgare, un "Grande Vecchio" che non sbaglia mai un colpo.
La "parte degli angeli" è quel 2% di nettare che evapora, letteralmente sparisce, del whisky nella sua fase di invecchiamento in botte, ed è anche quella che Ken Loach attribuisce a un manipolo di diseredati di Glasgow, un campionario di umanità sofferente, che in Gran Bretagna viene affidato a lavori socialmente utili anziché essere associato alle patrie galere. Emarginati da una società che li vede come reietti irrecuperabili (e tali sono, in un mondo devoto al dio mercato: un farabutto col dono della sincerità come l'ex presidente francese Sarkozy li avrebbe definiti racaille, ossia feccia), trovano nella solidarietà umana, tra di loro e da parte di coloro che decidono di dedicare il proprio tempo ad occuparsene, una possibilità di rifarsi e di recuperare innanzitutto la propria dignità. Quello di Ken Loach è un socialismo umanista, prima ancora che "umanitario" e buonista, che crede nell'individuo e nella sua interazione coi suoi simili. Non per "redimersi" in senso cattolico, bensì per recuperarsi ed essere sé stesso, perché ognuno deve essere messo nelle condizioni di esprimere le proprie capacità: nessun essere umano ne è completamente privo. Ken Loach illustra brevemente quanto efficacemente ambiente e situazioni e perno della vicenda diventa Robbie, recidivo per atti di violenza, la cui vita sta cambiando anche perché in attesa del primo figlio da Leonie (la cui famiglia non vuole saperne di lui). Rhino, l'assistente sociale che ha in affidamento il gruppo di "lavoratori socialmente utili", vede in lui non solo il lampo dell'intelligenza nello sguardo, ma anche un olfatto non comune che gli permette di entrare in contatto con l'ambiente dei degustatori di whisky. E lì Robbie, con l'aiuto di tre suoi compagni di ventura, trova la chiave per cambiare la propria esistenza, riscattarsi e conquistarsi un futuro. Tutti gli attori sono bravissimi ma Brannigan, nativo di Glasgow e con alle spalle una storia identica al personaggio che interpreta, è straordinario e sentiremo ancora parlare di lui. Ken Loach in formato commedia, naturalmente sociale, piena di umorismo però mai banale né volgare, un "Grande Vecchio" che non sbaglia mai un colpo.
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