E' con grandissima soddisfazione che stamattina ho letto la notizia dell'assoluzione e proscioglimento perché il fatto non sussiste di Aldo Busi nella causa di diffamazione intentatagli da Miriam Bartolini alias Veronica Lario, già maritata Berlusconi, per delle opinioni espresse dallo scrittore, uno dei rari intellettuali indipendenti e liberi sopravvissuti in questo Paese, durante un'intervista concessa a Lilli Gruber a "Otto e mezzo". La notizia la dava il Fatto Quotidiano con un articolo dettagliato nell'edizione in edicola oggi, ripreso dal sito on line del Corriere della Sera (che al tribunale di Monza dove ieri si svolgeva il processo si è ben guardato dal mandare anche solo un cronista praticante), mentre non ne fa cenno l'organo ufficiale del PD, Repubblica. Ma guarda un po' che caso! Eppure il giornale scalfariano è al centro della questione, giacché il 31 di gennaio del 2007 il direttore Ezio Mauro decise di mettere in prima pagina, a mo' di editoriale, la lettera con cui la consorte di Silvio Berlusconi chiedeva pubblicamente le scuse di suo marito svelando urbi te orbi le loro magagne di coppia: da quel giorno, dopo 31 anni di onorato servizio, mi sono dimesso da lettore di un giornale ormai diventato semplicemente il controcanto del Circo Barnum berlusconiano e quindi complice, col ruolo di spalla, di quel regime che imperversa ancora oggi. Sempre da quel giorno la compagna Miriam Bartolini in Lario, che già in precedenza era stata accreditata come la "parte buona del berlusconismo", diventò un'icona della asinistra di palazzo e da salotto: imperversava la "Tendenza Veronica". Ricordo perfettamente come ne tesseva le lodi e la voleva "nella sua squadra" l'allora sindaco di Roma Walter Cialtroni, in procinto di diventare il primo segretario del nascente PD: "è open minded, curiosa e ha una grande autonomia intellettuale. Mi sembra una personalità di primissimo piano", andava sviolinando il più grosso imbecille sfornato dal fiorente vivaio dell'ex PCI. Ma è proprio questo che metteva in dubbio Busi nell'intervista incriminata: gli pareva strano che una donna "con un'istruzione piuttosto vasta" come l'attrice abbia mandato una "lettera per una storia di possibili corna o tradimenti o minorenni, eccetera, e non abbia mai detto nulla sul fatto che a casa di Berlusconi c'era un tale Mangano, lo stalliere pluriomicida e mafioso di vaglia, che stava lì e probabilmente aveva preso in braccio i suoi bambini... Allora io mi sarei svegliata, forse vent'anni prima". Una semplice constatazione, prima ancora che un'opinione. Molto meno per il sottile sono andati gli avvocati difensori dello scrittore bresciano nell'udienza di ieri: "Veronica Lario è stata fidanzata e moglie di Berlusconi per 27 anni e accetta in tutto l'uomo, il suo percorso, la sua vita, i costumi. Se taci su tutto per 27 anni significa che tutto ti è andato sempre bene. Questa è una valutazione, una critica, un'opinione personale". Aggiungo che se ci ha fatto insieme tre figli non è stato un incidente di percorso, e che se una donna nel possesso delle sue facoltà mentali va con un noto puttaniere i casi sono due: o è cosciente di quel che fa (e uno potrebbe lecitamente pensare che appartenga alla categoria preferita dal personaggio) o è una sprovveduta, cosa che tendo a escludere considerata la buonuscita milionaria e la quota di mantenimento che è riuscita a farsi sganciare. Non arrivo ad affermare che Veronica Lario sia una mignotta, benché sia convinto che il matrimonio in parecchi casi istituzionalizzi una forma di lenocinio, sicuramente di prostituzione intellettuale (esattamente quella che evocava due anni fa il grande José Mourinho, riferendosi proprio all'informazione manipolata, e non solo nel calcio) è il caso di parlare a proposito della stragrande maggioranza dei giornalisti italiani quando si trattava di difendere non tanto Busi, quanto il diritto di critica (ultimo caso clamoroso quello sulla trattativa Stato-Mafia e il coinvolgimento, nonché gli abusi di potere, dell'attuale presidente della Repubblica). Dove erano? si chiede in un gustoso e puntuale commento all'articolo del "FQ" il lettore Vincenzo Politi, commento molto apprezzato e segnalato dallo stesso Aldo Busi. E' proprio qui che sta il Busillis...
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