Non uno tra gli esimi direttori di gazzette e radiotelegiornali, editorialisti di chiara fama, fini analisti politici che in questi giorni hanno discettato sulla sfiducia al governo in carica e la conseguente ricandidatura di Berlusconi (per tutti questi Soloni caduti dal pero valga il titolo del pezzo di Marco Travaglio uscito sull'edizione di ieri del Fatto Quotidiano, "I finti Monti") hanno notato che le due mosse, sorprendenti soltanto per degli sprovveduti o per gentaglia in malafede, hanno come conseguenza un fatto inaudito nella storia della Repubblica e perciò stesso sbalorditivo in un Paese abitudinario e conformista come il nostro: si andrà alle elezioni in pieno inverno. La tradizione del voto in primavera era consolidata al punto di essere entrata a far parte di quella che si suol chiamare la "Costituzione materiale", tanto da essere perfino stabilita per legge per quanto riguarda i referendum popolari, da tenersi inderogabilmente quanto inspiegabilmente tra il 15 aprile e il 15 giugno. Non solo: lo scioglimento anticipato delle camere, seppure solo di qualche mese sulla scadenza naturale, fa sì che in ogni caso la campagna elettorale si terrà in gran parte nel periodo di Carnevale, il che denota finalmente coerenza con l'anima cialtrona e buffonesca di questa altrimenti tristissima Terra dei Cachi e permetterà ai vari protagonisti della farsa elettorale (che come volevasi dimostrare si terrà con la stessa indecente legge ideata dallo scarsamente onorevole Calderoli nell'imminenza della tornata del 2008 e firmata senza fare un plissé dal presidente golpista in carica) di esprimersi al meglio e nel clima e ambiente a loro più congeniale: naturalmente occupando manu militari ogni studio televisivo disponibile, non tralasciando sedi radio e interviste addomesticate nelle redazioni dei maggiori quotidiani. A dimostrazione della straordinarietà dell'evento e del fatto che sia pressoché esclusivamente televisivo, le congetture che stanno prendendo piede sullo slittamento del 63° Festival di Sanremo, cosa mai avvenuta nella storia di questa manifestazione che, per quanto grottesca, esprime fino in fondo il carattere e i tic nazionali ed è inevitabile, quanto a ritualità, come la Pasqua, il Ferragosto, la festa del santo patrono e gli applausi ai funerali. Date più probabili del voto il 17 e il 24 di febbraio, ma la geniale e sottilmente perversa sortita dell'orrido pagliaccio brianzolo, che punta anche all'accorpamento delle politiche con le amministrative di Lazio e Lombardia, potrebbe consigliare la data del 10, molto più coerente con la più colossale presa per il culo che si sia pensato di organizzare in Italia: quella dell'Erection Day. Il 12, infatti, è Martedì Grasso.
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