domenica 19 gennaio 2025

Conclave

"Conclave" di Edward Berger. Con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Lucian Msamati, Brian F. O'Malley, Carlos Díez, Merab Ninidze, Sergio Castellitto, Thomas Loibl, Isabella Rossellini, Jacek Koman e altri. USA 2024 ★★★★-

"Morto un papa se ne fa un altro": detta così sembra facile, ma è da secoli che, a ogni elezione del successore di Pietro, va in scena una delle più intriganti e segrete procedure per l’elezione del successore: non per la formula in sé, che è piuttosto semplice, quanto perché fin dal 1570 i cardinali elettori sono isolati (teoricamente) dal mondo esterno, per l’appunto “sotto chiave”, finché non trovano una maggioranza per nominare il nuovo pontefice. Cosa succeda dietro le quinte nessuno lo sa, ma questo film, tratto dall'omonimo romanzo di Robert Harris, ce lo mostra con dovizia di particolari e una buona dose di verosimiglianza: rivalità insanabili, punti di vista diametralmente opposti, intrighi, vendette, tradimenti, ricatti: ogni manovra immaginabile per screditare gli avversari, in un vero nido di vipere. A dirigere le operazioni il Decano britannico Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), che deve garantire che tutto si svolga secondo le regole mediando, per quanto può, tra i possibili candidati-rivali, principalmente Aldo Bellini (Stanley Tucci, secondo me il migliore assieme a Fiennes), progressista, il reazionario Goffredo Tedesco e paladino degli "italiani" (Sergio Castellitto, un po' troppo sopra le righe), l'africano Adeneya, lo statunitense Tremblay (Lithgow) e l'outsider messicano Benitez, ordinato in pectore (ossia in segreto) dal Papa, per proteggerlo dopo aver operato in zone di guerra come il Congo e l'Afghanistan, e attualmente cardinale di Kabul, ammesso in extremis al conclave dopo averne faticosamente verificato le credenziali. Tra i candidati anche lo stesso Lawrence, benché confessi a Bellini di essere sul punto di dimettersi da cardinale perché la sua fede vacilla, il quale per il ruolo che ricopre è al corrente di quasi tutti i segreti degli altri "concorrenti" e quelli che non conosce, nefandezze comprese, li scoprirà, appunto, durante il conclave, durante il quale, anche fisicamente, il mondo esterno penetrerà comunque e farà sentire la sua presenza dall'esterno, ma non starò qui a rivelare come, così come l'intreccio che vede coinvolta anche suor Irene (Isabella Rossellini, assolutamente in parte), alle prese con l'accudimento di questo universo maschile abituato a farsi servire. Il tutto si svolge nei giorni in cui avvengono le votazioni nella Cappella Sistina, ricostruita alla perfezione, e soprattutto durante le lunghe e operose notti di trattative, crisi e rivelazioni sconvolgenti nella residenza forzata dei cardinali elettori, fino alla "fumata bianca". Una sorpresa via l'altra, su tutte l'ultima, che le batte tutte: perché se è abbastanza facile prevedere chi l'avrà vinta, colui che ne uscirà col nome di Innocenzo, ciò che è imprevedibile è il motivo di fondo della sua elezione, l'esito di un ragionamento filosofico-teologico degno della mente di un raffinato gesuita. Insomma, un giallo ricco di suspense e ben congegnato: il fatto che a dirigerlo sia un regista austriaco e che europei siano la buona parte degli interpreti evita che deragli in una classica "americanata", anche se alcuni ruoli, quello di Tedesco, l'italiano anti-islamista e quello dell'africano, finiscano per risultare macchiettistici e stereotipati, senza che ne abbiano colpa gli attori. Nel complesso un film coinvolgente e divertente, che vale il prezzo del biglietto e una visione sul grande schermo. 

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