lunedì 18 aprile 2022

Ennio

"Ennio" di Giuseppe Tornatore. Con Ennio Morricone, Giuseppe Tornatore e interventi, tra gli altri, di Bernardo Bertolucci, Franco Migliacci, Nicola Piovani, Joan Baez, Quentin Tarantino, Wong Kar Wai, Clint Eastwood, Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo, John Williams, Dario Argento, Lina Wertmüller, Roland Joffé, Paolo e Vittorio Taviani, Raffaella Leone, David Puttnam, Oliver Stone, Gianni Morandi, Bruce Springsteen, Miranda Martino,Caterina Caselli, Edoardo Vianello, James Hetfield, Quincy Jones, Hans Zimmer, Silvano Agosti, Gilda Buttà. e altri. Italia 2021 ★★★★

Ho atteso l'ora del pranzo di Pasqua, quando le felici famigliuole si abboffano, per dedicarmi a vedere questo vero e proprio omaggio che Giuseppe Tornatore ha dedicato a Ennio Morricone, scomparso due anni fa a 92 anni, che per il regista siciliano ha scritto ben sette delle sue oltre 500 colonne sonore, a cominciare da quella del suo esordio, Nuovo Cinema Paradiso, film uscito nelle sale due mesi fa ma tuttora in circolazione, segno di un buon successo di pubblico, che non dimentica chi al cinema ha dato tanto. Di solito non amo i cosiddetti biopic, quasi tutti fatti con lo stampino: immagini di repertorio, spezzoni di interviste col personaggio in questione e poi una sequela di ripetivi e per lo più scontati ricordi da parte di chi l'ha conosciuto o avuto a che fare con lui, ma in questo caso la voce narrante è proprio quella di Ennio Morricone, che ripercorre tutta la sua lunga vita in un intenso colloquio con Tornatore, e gli interventi di chi professionalmente è entrato in contatto con il Maestro, una persona riservata, timida quanto complessa ma anche schietta, sono quasi sempre pertinenti (salvo nel caso del "pizzaiolo", aka il Ligabue del New Jersey, che ha colto l'occasione per parlare di sé stesso e sparare le stesse banalità che canta da cinquant'anni a questa parte). Come ha detto un mio caro amico che l'aveva già visto appena uscito, si tratta di un film che può essere pienamente apprezzato soltanto da chi superato la sessantina e quindi è cresciuto e ha vissuto in pieno gli anni Sessanta, all'inizio dei quali Ennio Morricone, stimato musicista di formazione classica, diplomato in tromba (strumento suonato professionalmente anche dal padre) e composizione al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, coninciò, vergognandosene come un ladro, a scrivere colonne sonore cinematografiche, oltre che "canzonette", tant'è vero che agli inizi si firmava con uno pseudonimo per non farsi riconoscere e ripromettendosi, a ogni nuovo decennio, di non proseguire nell'attività, perché lui stesso, o una parte della sua persona, lo considerava un tradimento rispetto al mondo accademico. Una sorte di scissione della personalità, apparentemente: da una parte la musica colta, dall'altra quella popolare, di successo, e due attività parallele, compositore e arrangiatore ma anche ricercatore e sperimentatore che si dedicava alla musica tonale e a quella dodecafonica e alla "rumoristica": un paradosso, anche questo apparente, che lui, che sosteneva di odiare la melodia, abbia composto musiche indimenticabili che rimangono nella memoria al primo ascolto, tanto che i film di cui sono l'accompagnamento indispensabile vengono spesso identificati proprio per le colonne sonore di cui era autore il maestro, che leggeva le sceneggiature e soprattutto il "girato" come pochi, al momento: per esempio Novecento di Bertolucci veniva recitato in buona parte con la musica in sottofondo già durante le riprese. In realtà anche nelle composizioni più orecchiabili Morricone introduceva innovazioni ed elementi della sue indefesse ricerche, e tecniche di composizione straordinariamente complesse, come per esempio nella colonna sonora di Mission, che l'Academy contro tutte le aspettative non premiò con l'Oscar del 1987, con grande smacco del maestro, che venne invece premiato alla carriera nel 2007 e soltanto nel 2016 per la composizione originale (come tutte le sue) di The Hateful Eight di Quentin Tarantino: era ora. Solo verso la fine della sua vita Morricone si riconciliò con sé stesso e superò la sensazione di aver tradito la sua, di Missione: di musicista e, soprattutto, compositore ineguagliabile, scrivendo dei pezzi di storia, sociale e non solo del cinema. Gran bel film, non sono stati pochi i momenti di sincera commozione, grazie a Giuseppe Tornatore ma grazie soprattutto all'indimenticabile Maestro Ennio Morricone per avere accompagnato anche la nostra esistenza con la sua musica.

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