giovedì 7 settembre 2017

Dunkirk

"Dunkirk" di Christopher Nolan. Con Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Mark Rylance, Harry Stiles, Tom Hardy, Kenneth Branagh e altri. USA, GB, Francia 2017 ★★★-
Pur trattando di un evento bellico cruciale dell'ultimo conflitto mondiale (il recupero di 335 mila soldati inglesi sul Continente nel maggio del 1940 e di una parte di quelli francesi accerchiati dalle truppe tedesche in quel di Dunkerque, città francese ai confini col Belgio: la dizione del titolo è quella fiamminga), quello di Nolan non è propriamente un film di guerra ma un thriller spazio-temporale, una disperata corsa verso la sopravvivenza che coinvolge e prende allo stomaco lo spettatore non perché le immagini siano cruente (di sangue quasi non ce n'è e il nemico lo si intravvede soltanto nella scena finale: armi in pugno però senza sparare) ma per la sensazione claustrofobica che trasmettono, rendendo perfettamente il senso d'angoscia e spesso di ineluttabilità davanti al destino che ha pervaso centinaia di migliaia di soldati sconfitti e intrappolati, in attesa che oltre la Manica venissero a recuperarli. Relativamente poco conosciuta da noi, l'Operazione Dynamo, effettuala coinvolgendo nel recupero dell'esercito in fuga migliaia di imbarcazioni civili per non mettere a repentaglio il grosso della Marina, che Churchill intendeva preservare in vista della decisiva "Battaglia d'Inghilterra", evitando di esporla agli attacchi della Luftwaffe, è uno dei miti su cui i britannici fondano il loro riscatto dopo una umiliante sconfitta iniziale: da lì sarebbe nata la resistenza a ogni tentativo di invasione da parte tedesca in attesa dell'intervento del "Nuovo Mondo", come citando Churchill Nolan non manca di ricordare nel pistolotto finale, lisciando il pelo ai coproduttori a stelle e strisce di questo kolossal (sgradevole ma corretto: il premier inglese non poteva sapere che l'anno successivo si sarebbe trovato alleato con l'URSS, nel 1940 ancora non belligerante per via del patto Molotov-Ribbentrop; in compenso Nolan non nasconde il trattamento discriminatorio nei confronti dei militari francesi). Fin qui tutto bene: meno convincente la ripartizione spazio-temporale della vicenda (un chiodo fisso del regista inglese), una settimana per quanto avviene a terra, in sostanza sull'immensa spiaggia di Dunkerque, mostrando i volti in primo piano dei soldati ansiosi soltanto di tornare a casa; un giorno per la vicenda via mare, con protagonista l'imbarcazione privata di Mr Dawson; un'ora per ciò che avviene in aria, seguendo l'impresa di un pilota della RAF che riesce a centrare un bombardiere tedesco e abbatterlo pur essendo rimasto senza carburante: il tre filoni in teoria si riuniscono nel finale, in pratica la sequenza è priva di logica e il montaggio sembra avvenuto in maniera approssimativa quanto cervellotica e non mancano incongruenze abbastanza palesi, per non parlare della skyline della città che palesemente è quella della Dunkerque odierna, con tanto di orride verande in vetro azzurrato e alluminio anodizzato e parabole satellitari sui tetti. Insomma: il film merita per la tensione che riesca a creare (contribuisce non poco una colonna ossessionante che lavora sui nervi ed è particolarmente azzeccata), per l'ottima fotografia e per le interpretazioni sufficientemente all'altezza, ma lascia non poche perplessità nel suo complesso.

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