A un'ora di viaggio da Saraguro, eccomi a Loja, capoluogo della provincia omonima, e meta piu meridionale di questo mio viaggio nel Continente Desaparecido, poco distante dal confine col Perú. Una gradevolissima sorpresa, questa città di poco meno di duecentomila abitanti, adagiata in una ridente e fertile vallata, il cui centro storico è racchiuso tra due fiumi, il Malacatus e lo Zamora, i quali confluiscono proprio all'altezza della Puerta de la Ciudad che, ricostruita una ventina di anni fa, segna l'ingresso al Casco Historico dal lato settentrionale.
Centro storico che non è esteso né ricco di monumenti e musei come quelli di Cuenca e Quito ma vivace, con alcune chiese discrete e un paio di musei interessanti, a parte quello ormai abituale di Arte Sacra ospitato presso il convento delle Conceptas, una presenza costante e un'istituzione ubiqua in questo Paese: quello de la Cultura Lojana, nella piazza principale, chiamata Parque Central, e il curioso e divertente Museo de la Música, dedicato alle vecchie glorie locali che avevano conquistato fama nazionale soprattutto nella prima metã dello scorso secolo. Musica e gastronomia (tamales, humitas, quimbolitos, tortillas de choclo, empanadas, bolones de verde, maduros con queso, pur diffusi in tutto l'Altipiano Andino, raggiungono qui vette eccelse), due aspetti che rendono ancora più gradevole il soggiorno a Loja, assieme alla sua vivacità, i bei negozi ben riforniti, le diverse attività artigianali, l'attenzione al decoro urbano e in particolare al verde pubblico.
La prima cosa che mi è balzata all'occhio è stata la maggiore presenza di popolazione bianca rispetto alla media nazionale, che si attesta sul 7% (65% i meticci, 25 gli indigeni e 3% di neri): a occhio, a Loja è il triplo, il che conferma che qui circolano più quattrini che altrove. Per quanto geograficamente un po' isolata nel passato, Loja è comunque situata in una zona di transizione, e quindi di passaggio, in tutti i sensi, compreso quello climatico: a un'altezza relativamente bassa (la città è a duemila metri), si trova nella fascia più sottile di tutta la Cordigliera delle Ande, con un clima temperato-umido, a stretto contatto soprattutto con l'adiacente regione amazzonica a Est, con la quale un tempo gli scambi erano particolarmente intensi, a Ovest con la regione costiera e a Sud con le propaggini semidesertiche del Nord del Perú, mentre a Settentrione è ben collegata con la fertile zona attorno a Cuenca, distante circa 250 chilometri.
Come in tutto il resto dell'Ecuador, è impressionante la quantità di negozi che venndono e riparano cellulari e annessi e connessi, nonché internet point e copisterie (il wi-fi è diffusissimo e la connessione di buona qualirà, nei maggiori centri anche pubblico e con hot spot nelle maggiori piazze), in compenso non ho visto sale giochi per grulli da spennare né slot machine nei locali pubblici, né qui né altrove; è pieno di negozi che confezionano al momento maglie sportive, prevalentemente calcistiche ma non solo, di tutte le squadre del mondo: una vera mania; tanti sarti, e non solo laboratori di riparazioni (officine che si occupano di riparare qualsiasi cosa abbondano in tutti i settori, per fortuna) e, a Loja in particolare, artigiani che tagliano e confezionano prodotti in cuoio, anche al momento: ho visto delle giacche di ottima qualità e fattura a un prezzo medio di 90 dollari, da comprare di corsa, purtroppo mai della mia taglia (i locali sono mediamente più piccoli e spesso anche più "sdutti" rispetto ai nostri parametri) e per farle su misura ci vorrebbero un paio di giorni, e non mi bastano. Insomma artigianato, specie nel ramo tessile, e commercio, come dimostrano i due mercati municipali, i più belli visto fin qui: entrambi coperti, quello principale nel centro della città e il Gran Colombia, nell'immediata periferia, appena a Nord della Porta de la Ciudad.
Ultima cosa, nemmeno qui, dove le alture circostanti sono più vicine al centro, mentre in Brasile, ma anche in altri Paesi meso e sudamericani, sorgerebbero immediatamente delle favelas, qui non ce n'è l'ombra, e a Loja più ancora che nel resto del Paese, si apprezza in relativo equilibrio nella distrubuzione delle risorse e della ricchezza, il che ne fa una città discretamente benestante, che me l'ha fatta definire,ndi primo acchito, la Milano dell'Ecuador, ma per rendere l'idea, considerate le sue dimensioni,mBolzano dell'Ecuador sarebbe più appropriata. In ogni caso sono contento di aver seguito ancora una golta il mio istinto e di esserci venuto.
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