domenica 28 settembre 2014

Pasolini

"Pasolini" di Abel Ferrara. Con Willem Dafoe, Ninetto Davoli, Riccardo Scamarcio, Adriana Asti, Giada Colagrande, Valerio Mastandrea, Maria De Madeiros e altri. Belgio, Italia, Francia 2014 ★★★★
Film biografico su Pier Paolo Pasolini, di cui Abel Ferrara sceglie di raccontare l'ultima giornata di vita prima di essere assassinato sulla spiaggia di Ostia, ormai 39 anni fa, si basa strettamente sui fatti avvalendosi da un lato di una splendida fotografia che mette in risalto un'ambientazione, concentrata sugli interni, estremamente fedele, e dall'altro dell'ottima prestazione di un cast di attori ben assortito e verosimile anche nella somiglianza fisica ai personaggi che interpretano: non solo Dafoe nei panni dello scrittore friulano-bolognese, ma anche la Asti in quelli di Susanna Colussi, la sua adorata madre; la Colagrande in quelli della nipote e segretaria Graziella Chiarcossi; Mastandrea in quelli del cugino Nico Naldini e la De Madeiros in quelli dell'amica Laura Betti. Anche l'altro amico e attore in quasi tutti i film di Pasolini, Ninetto Davoli, non interpreta sé stesso bensì Eduardo De Filippo in un film-fiaba, Porno-Teo-Kolossal, che lo scrittore aveva in progetto di girare, mentre è Scamarcio a interpretare il Davoli attore pasoliniano, in una delle scene più intense: quando il regista, prima di partire per il tour notturno che lo avrebbe portato alla morte, cena con Ninetto e la sua famiglia da "Pommidoro", nel quartiere di San Lorenzo, glie ne illustra, visivamente,  la trama aiutandosi con appunti e disegni. La pellicola inizia con Pasolini alle prese del montaggio finale di "Sodoma e le 120" dopo il furto di alcune bobine, e un'intervista per la televisione francese, e di rientro a Roma da Stoccolma dopo aver presenziato alla pubblicazione de "Le ceneri di Gramsci" in svedese e prosegue col risveglio, la mattina del 1° novembre del 1975, nella sua casa all'EUR con un bacio della madre al suo "Pieruti", una giornata "normale" nella vita dello scrittore, che dopo il caffè e la lettura del "suo" Corriere della Sera si dedica al romanzo che stava scrivendo (l'incompiuto "Petrolio") di cui Ferrara rende filmicamente alcune scene come ritiene le possa avere pensate l'autore: e qui abbiamo un altro film nel film oltre a quello precedente, a rendere in parte immaginifico e visionario il racconto di quell'ultimo giorno di vita peraltro basato su fatti assodati; segue un pranzo in famiglia, cui si aggiunge la visita dell'amica del cuore e concittadina Laura Betti; l'intervista rilasciata a Furio Colombo, che allora lavorava a "La Stampa", infine la cena con Davoli di cui sopra fino all'incontro con il "ragazzo di vita" Pino Pelosi e la puntata al Lido di Ostia dove Pasolini trovò la sordida e tragica fine che il film ricostruisce in base ai fatti accertati in giudizio e che tanti dubbi suscitarono all'epoca. Non è questa la sede per fare considerazioni sulla figura di Pasolini, di cui questo Paese, e non solo, è orfano e del cui sfacelo, come quello dell'uomo reso unidimensionale dal consumo e dall'onnipotente mercato, questo artista sensibile, colto, poliedrico e lungimirante fu inascoltato e acuto profeta, quanto sul film che gli dedica Abel Ferrara: a mio parere riuscito e di ottimo livello, fatto con amore, rispetto e conoscenza di chi e di ciò che si parla. Pur essendo statunitensi, sia il regista sia Dafoe, che ha interpretato Pasolini tanto intensamente, hanno letto e provato a capire quanto egli scrisse e disse, a differenza di tanti che questo film hanno criticato negativamente senza nemmeno avere letto una delle "lettere luterane" o degli "scritti corsari" pubblicati nei primi anni Settanta sul CorSera: difficile apprezzare un film su un personaggio complesso come Pasolini ignorandone l'opera. Grazie quindi ad Abel Ferrara per aver avuto il coraggio di cimentarvisi e di ricordare un personaggio così importante quanto controverso. 

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