martedì 28 ottobre 2014

Perez

"Perez" di Edoardo De Angelis. Con Luca Zingaretti, Marco D'Amore, Simona Tabasco, Gianpaolo Fabrizio, Massimilano Gallo. Italia 2014 ★★★¾
Dopo "Anime nere", un altro noir di produzione nazionale che non è soltanto un film sulle mafie nostrane nella loro forma moderna (lì era la 'Ndrangheta calabrese, qui la Camorra campana) ma anche, se non soprattutto, sugli spettri che si agitano nel fondo dall'animo dei personaggi coinvolti. Lì c'era a che fare con l'impossibilità di uscire dalla logica brutale della faida, nemmeno da parte delle giovani generazioni emigrate al Nord o persino all'estero, qui con la paura che attanaglia tutti coloro che sono coinvolti in una vicenda segnata dalla camorra anche contro la loro volontà. E' i caso di Demetrio Perez, avviato a una brillante carriera ma ridottosi, dopo il divorzio dalla moglie, a essere l'avvocato d'ufficio dei reietti, dei disperati, dei falliti, come del resto si sente lui. Unico faro della sua esistenza, la figlia Tea, che però si è invaghita di un giovane camorrista, Francesco Corvino. Lo sa bene Luca Buglione, capo di un clan avverso, che per evitare di essere assassinato decide di collaborare con la giustizia avvalendosi dell'assistenza legale di Perez, ma che in realtà lo vuole coinvolgere nel recupero di un ingente quantitativo di diamanti nascosti nello stomaco di un toro in un allevamento di Villa Literno, e in cambio gli offre la possibilità di eliminare dal suo orizzonte il fidanzato della figlia, a sua volta timorosa di perdere il bel camorrista, che pure lui è in fuga dalla polizia ormai sulla sue tracce: ognuno è dominato dalla paura di un qualcosa, anche Merolla, collega nonché unico amico di Perez, che non riesce più ad affrontare l'esistenza da quando è morto suo figlio, ucciso da una pallottola vagante; ma il meccanismo, una volta innescato, procede inesorabile fino a una sorta di riscatto da parte di Perez, un uomo buono, gentile e timido, diventato insicuro dopo una serie di batoste che lo hanno man mano annichilito, costretto dalle cose a mostrare, contro la sua volontà. un volto che non sapeva di avere. La vicenda viene raccontata in modo credibile e lineare grazie a una sceneggiatura precisa e solida; inoltre il film si avvale di una fotografia che mostra il lato più inquietante di una Napoli fredda, inconsueta e pochissimo frequentata dal cinema, quella del Centro Direzionale a Nord della città, progettata dall'architetto giapponese Kenzo Tange, e dell'ottima prestazione degli attori, a cominciare da Nicola Zingaretti, che si conferma interprete validissimo e versatile anche fuori dal piccolo schermo. Strano che un film prodotto e distribuito dalla onnipotente Medusa che fa capo al Gruppo Fininvest non abbia avuto la diffusione nelle sale che avrebbe ampiamente meritato: forse perché parla (anche) della pervasività della Camorra (di cui il titolare della Medusa ha fatto esperienza) e perché esce dal formato del serial televisivo?

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