lunedì 18 novembre 2013

Il "caso" e le (pari) opportunità

E' la terza settimana di fila che la giornata inizia invariabilmente con disamine, commenti, disquisizioni, ipotesi, retroscena e quant'altro sul "Caso Cancellieri", ultimo argomento di distrazione di massa, come se si trattasse di una notizia. Ma dove? La vera notizia sarebbe costituita dalle sue dimissioni, o dalla sua immediata destituzione, non dal fatto che rimanga con le sue possenti natiche avvitata alla poltrona. Non esiste alcun caso. Non è per "caso" che l'energumena sia diventata responsabile del dicastero della Giustizia, nominata da un golpista su proposta di un imbecille (per quanto fornito di palle d'acciaio), indicazione della marionetta robotizzata con cui aveva esordito nel precedente governo e il placet di un delinquente abituale pluricondannato che non si riesce nemmeno ad espellere dal Parlamento in cui siede abusivamente da quasi un ventennio. Nella Terra dei Cachi è giusto che anche una rappresentante del sesso femminile abbia la sua seconda opportunità, così come l'ha avuta il suo collega agli Interni, rimasto al suo posto nonostante il sequestro e il rimpatrio forzoso in Kazakistan di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente Mukhtar Ablyazov e della loro figlioletta di sei anni da parte di diplomatici kazaki in combutta con funzionari del Viminale. E diamogliela anche a un esponente di un sesso non definibile, per correttezza politica, come l'esimio governatore delle Puglie. Nulla è un "caso", meno che mai fare parte di un governo espressione perfettamente adeguata di una classe politica ributtante nel suo complesso, senza distinzioni. Per quanto mi riguarda, chi partecipa a qualsiasi titolo a questo disgustoso e truffaldino gioco delle parti è un complice, e perfino di più  chi continua a parlarne conferendo a questa gentaglia una qualsivoglia credibilità: altro che "caso". Poi questi Soloni del nulla cadono dal pero e blaterano di deriva autoritaria, trionfo dell'antipolitica, eversione strisciante. Come se non ne fossero loro i protagonisti, oltre che corresponsabili. 

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