domenica 2 marzo 2025

Fiume o morte!

"Fiume o morte!" di Igor Bezinović. Con la partecipazione della cittadinanza di Rijeka/Fiume tra cui Izet Medošević,Ćenan Beljulji, Albano Vučetić, Tihomir Buterin, Andrea Marsanich, Massimo Ronzani, Milovan Večerina Cico e altri. Croazia, Italia, Slovenia 2025 ★★★★1/2

Presentato in anteprima esattamente un mese fa al Film Festival di Rotterdam, dove ha ottenuto il Premio Tiger, Fiume o morte!, che rievoca la cosiddetta Impresa di Gabriele D'Annunzio che durò 16 mesi, dal settembre 1919 al dicembre successivo, e distribuito da Wanted, è uscito con delle proiezioni di prova a partire dal 17 febbraio in alcune sale del Friuli Venezia Giulia, una per provincia: il positivo riscontro di pubblico, in una regione particolarmente sensibile al tema, e dove era lecito attendersi reazioni negative, ha fortunatamente indotto alla distribuzione a livello nazionale, che avverrà a breve. Un bene, perché si tratta di una ricostruzione da un lato estremamente accurata (basata su meticolose ricerche d'archivio, testimonianze, materiale fotografico e filmati dell'epoca) e dall'altro riproposte in maniera molto originale, coinvolgendo la cittadinanza e sovrapponendo l'azione dei volontari attuali (persone comuni reclutate nei mercati o lungo il Corso cittadino) che posano negli stessi luoghi delle foto di allora o mimano e declamano azioni e discorsi significativi dell'occupazione durata 16 mesi della città. Mi incuriosiva il fatto che il film è proposto in lingua originale: il realtà il croato, sottotitolato in italiano, è usato solo nella prima parte del film (o docufilm, come lo si è voluto definire: secondo me è un film a tutto tondo, almeno quanto lo sono quelli tanto celebrati di Wes Anderson, per quanto con un impianto teatrale. Io lo definirei situazionista, e per me un complimento), quando Bezinović, fiumano di Sušak, la parte meridionale della città, oltre il Fiumara (l'Eneo) già ai tempi popolata quasi esclusivamente da croati, intervistava i concittadini per strada chiedendo loro se sapessero chi fosse D'Annunzio e qualcosa dell'occupazione della città da parte dei suoi Arditi: tra i più giovani nessuno ne sapeva nulla, solo col crescere dell'età qualcuno ne aveva una idea più o meno precisa: "un fascista italiano", "un esaltato", "un occupatore", "un delirante". Tra loro, il regista ha reclutato dei volontari per interpretare gli "invasori" di allora, in particolare 11 calvi, per la parte di D'Annunzio, e durante le prove e le "azioni", i personaggi parlavano in fiumano, dialetto che anche buona parte degli slavi di Rijeka conoscono e parlano tuttora, spesso anche tra loro, come può testimoniare chiunque frequenti come me la zona così come tutta l'Istria e la Costiera Dalmata. L'effetto è da un lato straniante e dall'altro divertente: non c'è nulla di anti-italiano o di "panslavista": la vicenda fiumana, tra il cialtronesco e il demenziale, com'era inevitabile, gestita da un personaggio egolatra e farneticante come D'Annunzio, non a caso chiamato allora e perfino adessoVate in Italia, benché avesse anche ragioni e contenuti comprensibili (il trattamento riservato all'Italia nel primo Dopoguerra nonché la sorte dei reduci di guerra, una gioventù che faticava a reintegrarsi e nutriva pulsioni di rivalsa: il vitalismo ed estetismo dannunziano era fatto apposta per attirarli) è raccontata cronologicamente e con rigore storico, la sovrapposizioni dei manipoli giovani croati in divisa grigioverde italiana ed elmetto nelle strade di oggi, dei vari "D'Annunzi" a tenere discorsi, sono esilaranti. Esempio di antiretorica e pacifismo da manuale che inevitabilmente entra in collisione con l'indole parolaia e, attualmente, di nuovo bellicista e con la scarsa memoria storica del nostro Paese, dove al contempo ha ancora credibilità la favola dell'italiano brava gente e bonaccione. Intendiamoci: mediamente è così, per quanto riguarda la gente comune in Italia come in tutti i Paesi del mondo, altra cosa quando si parla di politici e rapporti di potere. Sarà retorica e luogo comune pure questo, ma io la vedo così. Andrebbe proiettato ogni 10 febbraio, nel Giorno del Ricordo (in un Paese che ne è del tutto privo) istituito nel 2004 per "celebrare" l'esodo degli istriani e dei fiumano-dalmati nel secondo Dopoguerra. Giusto per raccontarne i prodromi. 

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