"Il Nibbio" di Alessandro Tonda. Con Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco, Anna Ferzetti, Lorenzo Pozzan, Davy Eduard King, Youssef Tounzi, Abbas Abdulghani, Anas Ladhaira, Fethi Nouri, Beatrice De Mei, Massimiliano Rossi, Andrea Giannini, Maurizio Tesei, Sergio Romano, Biagio Forestieri, Antonio Zavatteri e altri. Italia, Belgio 2025 ★★★★
Un ottimo film, girato alla maniera anglosassone, con le cadenze di un classico thriller di spionaggio, e un omaggio alla figura di Nicola Calipari, alto dirigente del SISMI, ucciso dai militari americani a Baghdad il 4 marzo del 2005 a un posto di blocco ad appena un chilometro dall'aeroporto dopo aver mediato la liberazione della giornalista del manifesto Giuliana Sgrena, sequestrata da un gruppo sunnita, vicenda che ha creato non pochi attriti tra l'Italia e gli USA e rivelatrice, ancora una volta, del nostro perenne stato di sudditanza nei confronti dell'arrogante "alleato". Santamaria, attore quanto mai versatile, riesce a impersonare Calipari con una credibilità indiscutibile, rendendone le caratteristiche di un funzionario di Stato affidabile e puntiglioso, un uomo capace, coscienzioso e non influenzabile, che era già stato incaricato di risolvere, personalmente sul campo e con successo, il rilascio di altri ostaggi nel pantano mediorientale in cui siamo andati a infilarci per la soggezione di cui sopra verso il tracotante occupante d'oltreoceano, come nel caso delle Due Simone, operatrici umanitarie, e di altri tre addetti alla sicurezza italiani, ma non riuscì a riportare a casa il contractor Quattrocchi e il giornalista Baldoni, soltanto un anno prima. Insuccessi che non riusciva a perdonarsi, ragione per cui volle occuparsi personalmente e senza ingerenze né da parte degli americani, né da parte della Croce Rossa, delle trattative per il rilascio della Sgrena, avvalendosi dei canali fidati che aveva attivato in zona in precedenza. Tutto comincia quando viene convocato d'urgenza da Nicola Pollari, il suo superiore, nel momento in cui sta partendo per una vacanza in montagna con la famiglia (ancora una interpretazione notevole di Anna Ferzetti nei panni della moglie di Calipari) e vengono raccontate le vicende dei 28 giorni dal sequestro della giornalista al suo rilascio, alternando la sua reclusione, senza contatti con l'esterno e coscienza di cosa si muovesse sul suo caso, con l'avanti-e-indietro di Calipari tra Roma, dove aveva allacciato rapporti col direttore del giornale e il compagno della Sgrena, e Baghdad, dove aveva messo all'opera i sui fidati interlocutori locali e conduceva personalmente le trattative, cercando di evitare le interferenze non richieste tanto in Italia quanto in Iraq. Pur avendo la tensione e il ritmo di un film d'azione (vengono in mente, anche per l'ambientazione, The Hurt Locker e Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow) Il Nibbio (soprannome datogli dai colleghi) ha il merito di ritrarre Calipari non solo per le sue capacità operative e il suo equilibrio ma per le sue qualità umane, apprezzate da chiunque ci avesse avuto a che fare, a cominciare dai compagni e amici della Sgrena che avevano tutti i motivi, a cominciare da quelli politici, per diffidare di un uomo di punta dei Servizi, con la fama che questi ultimi hanno nel nostro Paese (e non solo): l'idea di mostrarlo anche nella dimensione famigliare, specie nei rapporti con la moglie e soprattutto la figlia, adolescente e attivista nel movimento per la pace, ne rende il carattere a tutto tondo. Da sottolineare la bravura di Sonia Bergamasco nel ruolo di Giulana Sgrena, un personaggio che, anche ai tempi, non suscitava certo afflati di empatia, un ruolo non facile e non gradevole ma affrontato con la bravura di un'attrice di razza. Insomma un film valido, ben girato, su una vicenda, umana e politica, che merita di essere ricordata.
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