sabato 21 ottobre 2023

L'ultima volta che siamo stati bambini

"L'ultima volta che siamo stati bambini" di Claudio Bisio. Con Alessio di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis, Lorenzo McGovern Zaini, Marianna Fontana, Federico Cesari, Antonello Fassari, Claudio Bisio e altri. Italia 2023 ★★1/2

Cosimo, Italo, Vanda e Riccardo sono quattro bambini sui dieci anni di estrazione diversa che vivono nello stesso quartiere a ridosso del Tevere, dalle parti del Ghetto, e che hanno stretto tra loro il "patto dello sputo" (di sangue ne scorre già abbastanza...): a Roma sono ancora fresche le ferite del bombardamento del 19 luglio del 1943 che l'hanno resa una "città aperta", di fatto in mano ai tedeschi, e siamo nei giorni che seguono la vergognosa fuga del re fellone e della sua corte dei miracoli guidata dal maresciallo Pietro Badoglio dopo l'8 settembre. Quando Riccardo, dopo il rastrellamento degli ebrei romani del 16 ottobre scompare, assieme ai genitori, che avevano una merceria nei pressi del Portico d'Ottavia, saputo che sono diretti con un treno in Germania in un "campo di lavoro", decidono di andare a recuperarlo. La guerra vista con gli occhi, non sempre innocenti in verità, dei bambini non è un tema nuovo e l'accostamento a La vita è bella di Benigni (ma anche ad altri film sul genere) è immediato: in questo caso la sceneggiatura, dello stesso Bisio, assieme a Fabio Bonifaci, è basata sul romanzo omonimo di Fabio Bartolomei, e ha come tema l'amicizia e la solidarietà al di là di tutte le differenze. Cosimo infatti è figlio di un dissidente politico al confino, Italo di un gerarca (impersonato dallo stesso Bisio in un cameo) e fratello di Vittorio, un militare ferito in Africa, dunque un "eroe" di guerra, mentre lui è grasso e goffo; Vanda è senza genitori ma è la testa fina, e scappa ogni giorno dall'orfanotrofio che la ospita e dalla sorveglianza, complice, della giovane Suor Agnese, per raggiungere i suoi tre amici. Proprio quest'ultima e Vittorio si mettono all'inseguimento del trio seguendo i binari della ferrovia e incappando in una serie di disavventure abbastanza improbabili, che seguono a ruota quelle che si abbattono sui tre ragazzini. Rischiano anche l'esecuzione da parte dei tedeschi (come al solito i cattivi della situazione, mentre i loro complici nostrani, alla fine, vengono comunque fatti passare per bonaccioni tutt'al più un po' opportunisti e codardi, come da stantìo luogo comune). Si sorride, per la sostanziale lievità e l'aspetto favolistico del racconto, nonostante il finale amarognolo che non svelo (almeno c è stato risparmiato il lieto fine), ma alla fine il film non convince del tutto. Se è lodevole l'intento di ricordare la deportazione degli oltre duemila ebrei romani (dai campi di concentramento ne tornarono soltanto 101, e nessun bambino), le lacune non mancano, a cominciare dai cliché accennati prima, e dall'eccesso nel caricaturare situazioni e personaggi, mentre l'aspetto positivo sta nell'interpretazione dei personaggi principali, in particolare i ragazzini, che sono bravi e spontanei per conto loro ma il merito anche all'esordiante regista per averli saputi dirigere, ma sono certo che Claudio Bisio, se ne avrà l'occasione, sia capace di proporre qualcosa di meglio e di più originale. 

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