mercoledì 25 ottobre 2023

Il cielo sopra Berlino

"Il cielo sopra Berlino" (Der Himmel über Berlin) di Wim Wenders. Con Bruno Ganz, Otto Sander, Peter Falk, Solveig Dommartin, Didier Flamand, Curt Bois, Lajos Kovács, Teresa Harder e altri. Germania, 1987 ★★★★★

Dal 2 ottobre è tornata in circolazione nelle sale la versione restaurata, a cura della Wim Wenders Foudation in collaborazione con la Cineteca di Bologna, del capolavoro del regista tedesco, Palma d'Oro a Cannes 35 anni fa, un film senza tempo (e senza età) come gli angeli che ne sono protagonisti, Damiel (Bruno  Ganz) e Cassiel (Otto Sander), i quali hanno l'incarico di assistere i berlinesi dall'alto di quell'unico cielo che sovrasta la città che, quando fu girato, nel 1987, era ancora divisa in due dal Muro. Li vediamo ascoltare i pensieri delle persone sui treni della metropolitana, nelle strade e nei negozi, nelle sale di lettura della biblioteca di Stato, nei bar, e si ritrovano ogni tanto a raccontarsi le loro esperienze e le loro impressioni: vivono in un universo in bianco e nero dove solo i bambini sono in grado di riconoscerli, come avviene nel circo dove capita Damiel e dove vede all'opera una trapezista alla sua ultima rappresentazione, licenziata perché il circo chiuderà per debiti, che volteggia sul suo attrezzo, incantando il pubblico, con delle ali attaccate alle spalle; oppure i poeti, come Homer, che invano cerca la Potsdamer Platz, prima della guerra una delle più belle piazze europee, trovando uno spiazzo desolato dove non è rimasto che il famoso Muro. Li riconosce anche un attore americano, venuto a girare un film ambientato in epoca nazista, Peter Falk, universalmente noto come il Tenente Colombo, pure lui un ex angelo che ha rinunciato all'immortalità per aiutare concretamente, condividendone l'esistenza, gli umani. Che la loro vita la vivono a colori, come a colori sono le immagini della Berlino uscita distrutta dai bombardamenti, e quelle della seconda parte del film, quando Damiel decide anche lui di diventare umano e andare in cerca della bella trapezista (Solveig Dommartin) che aveva incontrato una seconda  volta, mentre era ancora uno spirito, in un locale dove si teneva un concerto di Nick Cave and The Bad Seeds: ricordo, se fosse necessario, il ruolo fondamentale che la musica ha avuto in tutta la filmografia di Wenders, almeno quanto le parole (qui la sceneggiatura si avvale del contributo dell'amico Peter Handke, che ha collaborato con lui anche in altre occasioni) e la fotografia (che ne Il cielo sopra Berlino era curata da Henri Alekan, da cui anche il circo citato nella pellicola prende il nome). E' proprio Peter Falk ad avvertire Damiel degli inconvenienti che potrà incontrare diventando uomo in carne e ossa, a dargli suggerimenti e a incoraggiarlo a cercare la giovane donna che da subito aveva sentito come l'unico completamento possibile del suo essere, e che a sua volta stava attendendo la persona del suo destino. Un film profondamente umanista, di grande suggestione e di rara poesia, che è un viaggio nella memoria della città, nella crisi di identità dei suoi abitanti per la sua vicenda del tutto particolare, e quindi inserito in un ben preciso contesto storico, ma che ha al cobtempo una valenza generale, parla del significato del tempo, dei sogni e delle aspirazioni, della ricerca di felicità e pienezza di ogni essere umano, di dare insomma un senso alla propria esistenza nonostante tutte le contrarietà degli eventi e i condizionamenti a cui è sottoposto. Se vi capita a portata di mano, va da sé che raccomando di correre a vederlo. Il paragone con quello che è mediamente in circolazione negli ultimo dieci anni è sconfortante. 

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